Cerreto per la memoria: 105 bambini in visita a Sant'Anna di Stazzema

Dopo due anni di pandemia sono ripresi i tradizionali viaggi della memoria dell’Istituto Comprensivo di Cerreto Guidi. Il 2 maggio, 105 bambine e bambini della scuola primaria hanno visitato Sant'Anna di Stazzema con i loro insegnanti, con i rappresentanti dello Spi Cgil di Cerreto Guidi e Vinci, con la regista Firenza Guidi e con il vicesindaco di Cerreto. Il percorso di educare alla pace dell’istituto non si è mai interrotto, ma con la giornata a Sant’Anna si è arricchito di un nuovo viaggio della memoria che costituisce il primo passo verso il ritorno alla normalità dopo lunghissimi mesi di dad, quarantene e lezioni frontali.

Una giornata intensa con la visita al museo, il laboratorio "La valigia della memoria" che ha fatto conoscere la storia delle persone sopravvissute alla strage. E poi la ripida salita verso il sacrario da cui, oltre a uno spettacolo paesaggistico unico, si vivono sensazioni intense, così lontani da tutto, nella pace della natura, nel luogo in cui riposano le vittime della strage.

I bambini preparati, attenti e molto attivi hanno partecipato con interventi e domande pertinenti. Molto significativo è stato il momento della marcia per la pace organizzata lungo il selciato che porta al monumento, con la conclusione nella piazza della chiesa e la deposizione della corona di alloro del comune di Cerreto Guidi.

Dopo la visita a Sant’Anna il progetto prevede un laboratorio teatrale “LA BAMBOLA”. Come spiega la regista Firenza Guidi, “dagli oggetti (una bambola trovata accanto al corpo della sua padroncina, un vestito azzurro dal tessuto millerighe, con il bordo in pizzo bianco, che Albertina Mancini, 19 anni, volle mettere al sicuro, nel caso i tedeschi le bruciassero la casa) prende ispirazione il percorso di poesia, scrittura, arte e teatro. Attraverso la testimonianza del diario di Leopolda Bertolucci, superstite della strage nazista del 1944, che indagò sulle identità delle vittime e raccolse alcuni effetti personali di chi aveva perso la vita (come un cappello bruciato: tutto quello che le rimase di suo papà) attraverso le testimonianze vere dei “salvati” e quelle immaginate dei “sommersi”, il progetto porta alla luce, attraverso i ragazzi, il delirio degli ultimi attimi, i sentimenti che si offuscano e al tempo stesso le immagini si affollano chiare e limpide. La vita, tutta la breve vita di ciascuno viene letta attraverso la suggestione degli oggetti- il volto di mamma e babbo, le labbra della fidanzata, le corse nei campi e le risate all’alba - come un treno in corsa, la vita passa veloce in un diorama inarrestabile. Poi la sventagliata di mitra davanti e alle spalle. Poi, il silenzio. E la bambola giace inerme accanto a Maria Franca di 2 anni, sul sagrato della chiesa”.

Il percorso si concluderà con un uno spettacolo evento a cui parteciperanno tutte le classi quinte e la classe quarta della scuola di Lazzeretto.



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