
Durante il Consiglio Comunale del 28 maggio sono stati affrontati temi rilevanti per la vita amministrativa del nostro Comune. Tuttavia, ancora una volta, molte delle domande poste dalle opposizioni sono rimaste senza risposta da parte della maggioranza. Due casi, in particolare, hanno attirato l’attenzione anche sui social, alimentando un legittimo dibattito pubblico.
1. La variazione di bilancio per la biblioteca comunale di San Miniato Basso
Uno dei punti discussi riguardava la ratifica di una delibera adottata dalla Giunta Comunale in via d’urgenza per una variazione di bilancio, necessaria a finanziare alcuni interventi presso la biblioteca di San Miniato Basso. Nulla da eccepire sulla legittimità formale dell’atto, come previsto dall’art. 175, comma 4, del TUEL: la Giunta può adottare variazioni di bilancio per motivi d’urgenza, da ratificare poi in Consiglio entro sessanta giorni.
Il problema, però, riguarda il tempismo dell’atto: la delibera è stata adottata il 30 aprile, al termine della seduta del Consiglio Comunale. Sorge quindi una domanda più che lecita: se l’urgenza era tale, perché non portare la delibera direttamente in Consiglio, pochi minuti prima, evitando così la ratifica postuma?
A questa domanda non è stata fornita risposta. Ci si è limitati a ricordare la possibilità prevista dalla legge – ma questo non spiega affatto le scelte politiche e organizzative compiute. Resta l’impressione che l’urgenza sia stata invocata più per comodità che per reale necessità.
2. Il debito fuori bilancio per l’intervento fognario a Ponte a Egola
Ancor più delicata è la questione del debito fuori bilancio derivante da un intervento effettuato nel 2021 sulla rete fognaria di Ponte a Egola da parte del Consorzio Cuoidepur, con cui il Comune è convenzionato.
La convenzione, però, è chiara: al Consorzio spetta la manutenzione ordinaria, non quella straordinaria. Trattandosi di intervento straordinario su una fognatura di proprietà comunale, era necessario un atto amministrativo del Comune che autorizzasse i lavori, individuasse il soggetto esecutore e prevedesse l’impegno di spesa.
Tutto questo non è stato fatto. Il Comune ha omesso di formalizzare l’atto necessario e, nonostante fosse a conoscenza dell’importo fin dal 2022, ha lasciato scadere i tempi e si è trovato oggi a dover riconoscere un debito fuori bilancio.
La giustificazione addotta – una richiesta di finanziamento alla Regione Toscana – non esonera affatto il Comune dall’obbligo di redigere gli atti amministrativi necessari. Perché quindi non è stato fatto nulla? Perché si è atteso fino ad oggi?
Anche in questo caso, nessuna risposta concreta. Solo attacchi alle opposizioni accusate di irresponsabilità per non voler “coprire” il debito, mentre la maggioranza si è autoproclamata garante del pagamento.
Ma la responsabilità vera è un’altra: una amministrazione responsabile avrebbe predisposto l’atto nel 2021, avrebbe liquidato il Consorzio alla presentazione della fattura, e avrebbe eventualmente richiesto successivamente il rimborso alla Regione. Non si tratta di negare i debiti, ma di gestirli correttamente e con trasparenza.
Ancora una volta, chi ha il compito di amministrare sceglie di evitare il confronto e di non dare risposte. Ammettere errori e spiegare le motivazioni delle scelte amministrative, anche quando discutibili, sarebbe il primo passo verso una politica più trasparente e partecipata. Ma purtroppo, a prevalere è spesso l’arroganza del potere e non il senso di responsabilità verso i cittadini.
Veronica Bagni Filo Rosso - San Miniato
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