Soggiorno illegale di badanti, 7 arrestate e 22 denunciate. Perquisizioni anche in Toscana

Nell’ambito di una vasta operazione contro il soggiorno illegale di badanti straniere, la polizia ha effettuato perquisizioni anche in Toscana, in particolare nelle province di Firenze e Prato, dove alcune delle donne coinvolte si erano trasferite dopo aver ottenuto documenti falsi.

L’indagine, partita a Udine e coordinata dalla locale Procura, riguarda 29 cittadine georgiane (di età compresa tra i 24 e i 66 anni) che si erano presentate come badanti comunitarie, esibendo documenti di identità falsi rilasciati da Paesi dell’Est Europa come Slovacchia, Polonia e Bulgaria. Questo escamotage permetteva loro di ottenere un codice fiscale italiano e accedere a lavori regolari, nonché ai benefici del Servizio Sanitario Nazionale, eludendo le regole sull’ingresso e la permanenza dei cittadini extracomunitari.

Secondo gli inquirenti, i documenti falsi sarebbero stati acquistati pagando tra i 300 e i 600 euro. Grazie a questi, le donne riuscivano a inserirsi nel circuito lavorativo delle cooperative e agenzie per badanti. Una delle liste che ha fatto partire l’indagine era stata fornita spontaneamente dal responsabile di una cooperativa con sede a Udine, insospettito dalla provenienza delle lavoratrici.

Nel complesso sono stati sequestrati 21 documenti falsi, codici fiscali e copie di contratti di lavoro stipulati con generalità non veritiere.

Sette donne sono state arrestate in flagranza del reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, mentre 22 sono state denunciate e rischiano ora l’espulsione, in caso venga confermata l’irregolarità del soggiorno.

L’inchiesta, che ha interessato anche altre città come Milano, Roma, Napoli e Bolzano, è tuttora in corso. La polizia sta cercando di risalire ai canali di approvvigionamento dei documenti falsi e di verificare se lo stesso sistema sia utilizzato da altri gruppi criminali in Italia.

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