Palio di San Rocco, un volume ripercorre le origini e trent’anni della manifestazione

Più di trecento pagine per iniziare a investigare quello che fu, a partire dagli anni Sessanta, il Palio di San Rocco, manifestazione nata a San Miniato nel rione Scioa. “Fu un vero e proprio laboratorio di idee in cui i culti ancestrali come l’incontro di tradizione, divertimento, fede, arte e cultura si legano nel nome di San Rocco per dare vita a una festa di tutti, dove ritornano ciclicamente giochi, riti e pratiche sociali”. – spiega l’autore Fabrizio Mandorlini. “Gli elementi fondanti traggono forza dalla cultura popolare, si alimentano nel quotidiano nei luoghi d’incontro, nelle botteghe e nei bar dove le storie di vita di ognuno costituiscono una macrostoria collettiva”.

Ecco che nel libro si parla del restauro a “dodici mani” dell’oratorio di San Rocco, della sagra della chiocciola e di come le giurie per assaggiare i piatti erano già un format nei primi anni Ottanta, della prima “Mostra dei vini delle colline sanminiatesi a cui parteciparono 43 fattorie, di corse nei sacchi, tiri alla fune, quiz del Corno d’oro e tanto altro che faceva parte della cultura popolare del tempo. Tutti elementi fondanti della manifestazione.

Si parla anche di spettacolo, delle orchestrine degli anni Sessanta, del concorso Voci Nuove presentato da Daniele Piombi, Nunzio Filogamo e Corrado, delle grandi serata di musica e cabaret organizzate da RadioQuattro che videro la partecipazione di Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Poi la festa dell’anziano con i big degli anni Cinquanta che arrivano ad allietare per un pomeriggio chi era ospite nella casa di riposo e tutta l’atmosfera quasi surreale che scaturiva dall’incontro tra le persone in una piazza Buonaparte trasformata in una bomboniera da centinaia di rificolone fatte a mano.

“I volti che scorrono dalle foto in bianco e nero ci appaiono lontani, di un’epoca fa, eppure sono passati solo una quarantina d’anni”. – Continua Mandorlini – “Molti dei volti che ritornano dalle foto, ci hanno lasciato da anni e chi appare come bambino o adolescente, oggi è un adulto. Ma è importante capire da dove siamo partiti per individuare dove andiamo e la trasmissione generazionale degli usi, delle tradizioni e dei saperi fanno parte di quel patrimonio culturale immateriale che rappresenta un valore inimmaginabile per le comunità. E questo ancora di più nello Scioa, il cuore di quel semenzaio di uomini illustri che ha fatto importante anche recentemente la città di San Miniato. Qui sono nati i cineasti Paolo e Vittorio Taviani, l’on. Pietro Bucalossi, Napoleone Buonaparte ha incontrato lo zio canonico, Giosuè Carducci componeva le sue “Rime”, Renato Fucini veniva a pranzo”.

Il volume è a cura dell’associazione “Tra i binari” e di Fm edizioni e ha l’introduzione di Carlo Baroni.

“Due anni fa abbiamo incontrato Fabrizio Mandorlini che ci ha raccontato che teneva pronto per la pubblicazione, un volume sulle prime edizioni del Palio del San Rocco fino a quando, negli anni ‘90, si era fermato” – Racconta Francesco Mugnari che modererà l’incontro al Festival del Pensiero Popolare. “Lo abbiamo voluto con forza. Si traccia così un nuovo tassello di una storia che viene messa su carta, per la San Miniato di ieri, di oggi e di domani”. Appuntamento giovedì 14 agosto alle ore 19,00 presso il giardino Del Campana Guazzesi in via Bagnoli. Tutti sono invitati a partecipare per riscoprire uno spaccato dell’Italia di provincia dove – come diceva Malher – la tradizione non è adorare le ceneri ma custodia del fuoco.

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