
“Un’ installazione che ci costringe – e ci invita – a guardare oltre il numero, oltre il fatto di cronaca, oltre la tragedia. Qui al Pecci incontriamo volti, affetti, passioni, normalità: la vita che queste donne stavano vivendo e che qualcuno ha voluto interrompere, Una mostra che dà voce alle vittime dei femminicidi avvenuti in Toscana”. A dirlo l’assessora alla cultura Cristina Manetti che ieri ha partecipato all’inaugurazione al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci della mostra (fino all’11 gennaio)“Vorrei che voi mi vedeste”, un progetto artistico e civile nato per ricordare le 70 donne uccise in Toscana negli ultimi dieci anni.
“La cultura-ha aggiunto- ha il compito di rendere visibile ciò che rischia di essere dimenticato, e oggi lo fa con un linguaggio potente, rispettoso e profondamente umano. Ringrazio La Nara, la fotografa Arianna Sanesi, Anna Bardazzi, Autolinee Toscane e tutte le persone che hanno reso possibile questo progetto, che è prima di tutto un atto di memoria e responsabilità collettiva”.
Sono 70 scatti, uno per ciascuna di queste donne: immagini nate dai ricordi condivisi con i familiari, che restituiscono loro un volto e una storia lontano dalla cronaca nera, mostrando chi erano prima che una mano omicida spezzasse le loro vite.
Nelle immagini realizzate dalla fotografa pratese Arianna Sanesi, accompagnate dai testi della scrittrice e podcaster Anna Bardazzi, rivivono infatti frammenti di esistenza rubati dalla violenza: Elisa Amato e la sua adorata canina; Michela Noli e l’amore per i gatti; Jennifer Miccio e i fiori che tanto le piacevano. Piccoli gesti, affetti, passioni quotidiane. Jennifer, originaria di Vernio, fu uccisa il 16 agosto 2014 sulle rive del Bilancino: il primo episodio di una lunga e drammatica escalation di femminicidi nella nostra regione.
Fonte: Regione Toscana
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