Dl Sicurezza, anche dalla Toscana la protesta dei sindaci. I commenti

Lanciato nell'arena politica in pompa magna come un decisivo cambio di passo sul tema dell'immigrazione, il Dl Sicurezza all'alba del nuovo anno deve già fare i conti con la realtà: sono in molti i sindaci che hanno dichiarato di temere le conseguenze sociali del decreto e di riflettere sulla possibilità di frenarne l'attuazione.

Ai ferri corti il sindaco di Palermo Orlando, il primo che senza troppe remore ha definito il decreto "disumano" e "criminogeno" e ha annunciato che ne bloccherà l'attuazione su alcune disposizioni attraverso un'ordinanza. Più cauto il sindaco di Milano Sala che ha chiesto a Salvini di "ascoltarci e rivedere il decreto", mentre a seguire Orlando nella sua battaglia si sono schierati i comuni di Napoli, Reggio Calabria, Parma e Firenze.

La critica al decreto verte soprattutto sull’articolo 13 delle legge che stabilisce che il permesso di soggiorno per richiesta d’asilo (quello rilasciato agli stranieri in attesa della risposta sulla protezione internazionale) non basterà più per iscriversi all'anagrafe e quindi avere la residenza. In questo modo i Comuni non potranno più rilasciare la carta d'identità e i servizi ad essa connessi.

In Toscana

Nel capoluogo toscano il sindaco Nardella, dopo una prima presa di posizione netta nella giornata di ieri, ha annunciato che non sarà violata alcuna legge, ma verrà aperto un tavolo con associazioni ed enti per azzerare gli effetti negativi del decreto, potenzialmente anche con un ricorso, non diretto ma incidentale, alla Corte Costituzionale: nessuna ordinanza, quindi, ma la posizione resta comunque critica.

"Questo decreto - spiega Nardella - non va contro gli immigrati, ma contro i cittadini. Il Governo fa un decreto sicurezza e si scopre che produce più clandestini che non vengono rimpatriati, ma vengono buttati in mezzo ad una strada diventando un problema per cittadini e per i sindaci"

Stando ai numeri forniti dalla Regione Toscana circa 5mila richiedenti asilo potrebbero rientrare nelle disposizioni del Dl Sicurezza, un numero molto alto che potrebbe creare una vera e propria 'bomba sociale', ossia un'immissione forzata di soggetti nelle file della criminalità: "I cittadini devono sapere che quando questi soggetti vengono espulsi dai Cas non vengono rimpatriati né viene trovato loro un circuito di controllo e integrazione, ma finiranno in mano alla criminalità, questo decreto crea più delinquenza e più insicurezza".

A fronte di questo pericolo il Comune di Firenze ha appunto annunciato di sopperire con risorse proprie alle conseguenze del decreto per creare percorsi di assistenza per i migranti coinvolgendo il mondo del volontariato e dell'associazionismo: "Ci sederemo ad un tavolo - continua Nardella - per creare un circuito di emergenza per non abbandonare in mezzo alla strada questa gente e dare loro una provvisoria assistenza, che ci consenta di controllarli, ma soprattutto di non esporli alla criminalità e a pericolo di vita".

Una posizione, questa, condivisa anche dal sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi che lamenta come sindaco di "essere stato lasciato solo ad affrontare una bomba sociale ad orologeria" e invita i comuni metropolitani a trovare una "risposta coordinata" per creare una rete 'parallela' di gestione del fenomeno migratorio, anche questa, appunto, con soldi comunali: insomma sembra proprio che il conto del DL sicurezza finirà sul tavolo delle Amministrazioni comunali o al limite su quello delle forze dell'ordine che dovranno far fronte a un ingente gruppo di persone lasciate allo sbando.

Anche il sindaco di Empoli Brenda Barnini aveva espresso le sue perplessità sul DL Sicurezza nella quale "non era stato disposto un solo euro per il rimpatrio lasciando il problema nelle mani dei comuni". Un decreto sicurezza che per il primo cittadino è stato studiato "non per la sicurezza reale ma in vista di elezioni europee. Avremo come certezza il metter fuori persone dallo Sprar, senza che queste persone siano rimpatriate". Tra gli altri anche il sindaco di Viareggio ha avanzato delle critiche chiedendo espressamente di "avviare il processo di revisione del Dl".

Critiche anche dai sindaci di Lucca e Viareggio con Tambellini che ha annunciato di volersi rivolgere al tribunale per farne valutare l’effettiva costituzionalità.

L'attacco di Salvini

Intanto non è restato in silenzio il Ministro Matteo Salvini che ha annunciato di denunciare i sindaci che non attueranno il decreto. I primi cittadini che tradurranno in ordinanze scritte la loro protesta potrebbero rischiare la denuncia per abuso d'ufficio.

I sindaci 'favorevoli' al Dl scrivono all'Anci

Non tutti i sindaci toscani sono contrari: accanto al fronte dei 'dissidenti', infatti, c'è chi non batte ciglio sulla necessità di applicare il decreto. Un gruppo di 30 sindaci in tutta Italia hanno sottoscritto una lettera inviata al presidente Anci Antonio De Caro nella quale si chiede una presa di posizione contro i 'dissidenti' e si chiede di affrontare l'argomento in un tavolo istituzionale.

Tra i firmatari ci sono anche due comuni toscani, Arezzo e Grosseto. Nella lettera si legge che "i Sindaci devono sempre e comunque rispettare le leggi, pena una grave delegittimazione delle Istituzioni che rappresentano", specificando che "per quanto ci riguarda i sottoscritti sindaci sono convinti che il Decreto Sicurezza contenga norme principi giusti e condivisibili".

Non c'è, tra i firmatari, il sindaco leghista di Pisa, ma Michele Conti non le manda a dire: parla di un "dibattito elettorale" chiudendo ogni polemica con un netto appello al rispetto delle leggi: “Stiamo assistendo - spiega - ad un dibattito inutile e da campagna elettorale, alimentato ad arte da alcuni sindaci più interessati ad accendere i riflettori su se stessi che non sui problemi reali delle città da loro amministrate. Non spetta al sindaco disobbedire alle leggi dello Stato, ma sempre e comunque farle applicare. Il decreto sicurezza, che condivido e che difende i diritti degli italiani e degli immigrati regolari, ha seguito l’iter democratico previsto dalla Costituzione: è stato approvato dal Parlamento, firmato e promulgato dal Presidente della Repubblica; se Orlando, De Magistris o altri non lo condividono facciano pure ricorso alla Corte Costituzionale e ci facciano sapere con che soldi pagheranno il ricorso, se con i propri o con quelli dei contribuenti. Fino a quel momento la smettano di far politica e facciano gli amministratori, ruolo per cui sono stati votati dai loro cittadini. Noi a Pisa siamo concentrati a rispettare e far rispettare le leggi, a garantire la sicurezza ai nostri cittadini e i servizi a chi ne ha bisogno”.

Il sostegno della Regione ai sindaci 'dissidenti'

Dalla Regione, però, arriva il sostegno ai sindaci 'dissidenti'. Il presidente Rossi affida ad un post su facebook il uso pensiero etichettando il Dl come "una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di miglia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza". Poi si chiera con i dissidenti: "Fanno bene i sindaci a ribellarsi".

Una presa di posizione 'istituzionale' arriva invece dall'assessore alla presidenza Vittorio Bugli che annuncia la discussione in consiglio regionale di una legge ad hoc per la "tutela dei diritti della persona umana": "Già prima della conversione del decreto avevamo denunciato insieme ad Anci gli effetti che questo può produrre sul territorio, creando problemi ai sindaci e producendo insicurezza e criticità di gestione sociale. La stessa cosa l'avevamo detta al ministro in sede di consultazione con le Regioni. A fine anno abbiamo presentato una proposta di legge dove si affermano i diritti essenziali di tutte le persone sul nostro territorio e si consente legittimamente ad istituzioni, associazioni e cittadini di operare affinché nessuno si trovi a vivere in Toscana senza questi diritti essenziali". Gli fa eco Enrico Rossi: "Aiutare e assistere i migranti e tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci e come già facciamo noi, almeno in Toscana avrà una tutela stabilita da una legge regionale".

"Oggi – aggiunge Bugli - c'è una forte iniziativa dei sindaci che sta prendendo corpo e verso la quale la Regione offre la massima disponibilità e sostegno. Da giorni stiamo lavorando per produrre un ricorso contro alcune norme contenute nel decreto Salvini e tratteremo anche la problematica relativa all'iscrizione all'anagrafe, che va ad incidere negativamente sull'effettiva possibilità di accedere ai servizi essenziali, ai quali tutte le persone hanno diritto come previsto dalla nostra proposta di legge".

Bugli fa anche un passo avanti e annuncia la possibilità di appellarsi alla Legge La Loggia, norma che prevede la possibilità per i Comuni di richiedere attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi e modalità coerenti con il dettato costituzionale: "In questo senso – conclude Bugli - si rafforzerebbe in un percorso Regione-Comuni l'obiettivo di far valutare la norma alla Consulta".

Empolese Valdelsa, la risposta degli 11 sindaci


I COMMENTI DALLA POLITICA

Rossi: "Cari Di Maio e Salvini non siete i padroni del Paese"

Cari Di Maio e Salvini ficcatevi in testa che non siete i padroni del Paese. I sindaci si ribellano a Salvini e Di Maio, contro una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di miglia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza. Fanno bene i sindaci a ribellarsi. Io e la mia giunta abbiamo proposto al consiglio una legge che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza. Vogliamo tutelare per tutti il diritto ad essere curato, ad avere una dimora, un’alimentazione adeguata e il diritto all’istruzione. La Corte Costituzione nel 2010 si era già pronunciata contro il governo Berlusconi e aveva dato ragione alla Toscana su una nostra legge che riconosceva il diritto di ogni persona alla cura. Sulla stessa linea, ma più estesa e precisa, la legge che ora la giunta regionale propone al Consiglio, si fa forte di quella sentenza, ed è il contrario della legge sulla sicurezza di Salvini e Di Maio la quale viola diritti fondamentali. Inoltre contro la legge del governo nazionalpopulista noi faremo ricorso alla Corte Costituzionale.  Salvini e Di Maio smettano di abbaiare alla luna e di minacciare. Non sono i padroni del Paese. La materia sanitaria, assistenziale e l’istruzione sono anche materia concorrente su cui le Regioni, per il titolo V della Costituzione, hanno potere di legiferare. Sopra le leggi dello Stato e delle Regioni c’è poi il pronunciamento della Corte Costituzionale. Nel frattempo, aiutare e assistere i migranti e tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci e come già facciamonoi, almeno in Toscana avrà una tutela stabilita da una legge regionale. Se abbiamo capito anche per il presidente Mattarella provare sentimenti umani e agire di conseguenza, per ora, non è un reato. Cari Di Maio e Salvini, abbiamo capito che a voi piacerebbe una democrazia illiberale, dove comandare a vostro piacimento, e che il concetto di eguaglianza tra gli uomini e i diritti umani fondamentali non rappresentano il cielo stellato dei vostri principi né la legge morale dentro di voi. Ma l’Italia è un Paese democratico, e non tutti sono d’accordo con voi. Noi abbiamo il diritto di batterci e lo faremo. Non siamo soli. Il compagno Mimmo Lucano, sindaco di Riace, mi scrive che pensa ad una grande manifestazione a Roma in Piazza San Giovanni, per difendere nel nostro Paese i diritti fondamentali della persona e per difendere la democrazia. Io sono d’accordo. Bisogna farci sentire. Sono in gioco valori fondamentali della nostra convivenza.

Alberti (Lega): "Criminali travestiti da migranti?"

Il consigliere regionale Jacopo Alberti controbatte alle dichiarazioni del sindaco di Firenze: “Se aumenterà la criminalità è perché il PD ha importato delinquenti, non richiedenti asilo o rifugiati” “Facile per il PD addossare le colpe al decreto Salvini, quando per anni in Italia hanno fatto arrivare indisturbati criminali di ogni genere – esordisce l’esponente leghista – il sindaco di Firenze critica il decreto sicurezza, e lavora per aggirarlo, incolpando Salvini di aumentare così la criminalità, quando sono stati lui e il suo partito a far arrivare tutte queste ‘risorse’ in Italia. Perché se, secondo Nardella, ci saranno 900 migranti in mezzo alle strade toscane che improvvisamente diventeranno potenziali criminali, allora fino ad oggi abbiamo ‘accolto’ circa 900 delinquenti pronti a dare sfogo alla loro indole criminale non appena privati di un minimo di controllo”.

“Sono sicuro che i rimpatri ci saranno, basterà smettere di finanziare il business dell’accoglienza, che ha fallito miseramente. Con tutti quei soldi, che fino a ora sono serviti solo a arricchire un sistema troppo spesso truffaldino, come dimostrano le inchieste delle forze dell’ordine anche in Toscana, quei 900 potenziali delinquenti li rispediremo a casa loro” conclude Alberti.

Vescovi (Lega) contro "il disubbidiente Nardella"

"Niente di nuovo sotto il sole-afferma sarcasticamente il Senatore Manuel Vescovi, nonchè referente per la Lega per le prossime elezioni amministrative fiorentine-riferendosi alle esternazioni anti-Decreto Sicurezza del Sindaco Nardella. D'altronde cosa aspettarsi di diverso dalla solita litania del Pd che, da sempre, predilige sostenere le esigenze degli immigrati, invece che occuparsi seriamente, ad esempio, dei tanti indigenti fiorentini che, diversamente da qualcun altro, magari non riescono a consumare i tre usuali pasti quotidiani. La differenza fra noi e loro è semplice e lampante: Nardella si coccola gli immigrati, mentre la Lega s'impegnerà, una volta al Governo della città, per risolvere concretamente le svariate e gravi problematiche irrisolte, che sicuramente ci lascerà come pesante eredità l'attuale amministrazione. Insomma comprendiamo che il Primo cittadino di Firenze sia a caccia di pubblicità gratuita, ma restiamo comunque interdetti su questa sua "disobbedienza" verso il Decreto Sicurezza fortemente voluto dal Ministro Salvini, mentre è molto meno accidioso su altre questioni come Reddito di cittadinanza e Quota 100..."

I consiglieri Grassi, Verdi e Alberici: "Dalla parte del sindaco di Palermo"

"Nello scontro aperto tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, noi ci schieriamo convintamente dalla parte del sindaco che coraggiosamente ha dato mandato agli uffici di sospendere l'applicazione del decreto Sicurezza in materia di rilascio delle residenze ai migranti, in attesa di approfondimenti giuridici". Lo affermano il Capogruppo Tommaso Grassi insieme alle Consigliere comunali Donella Verdi e Adriana Alberici.

"Se sindaci, come quello di Palermo, arrivano ad atti così forti dal punto di vista istituzionale, anche se nella forma della sospensione del dettame legislativo, è un grido di allarme che giunge da chi ogni giorno si confronta con la gestione di un tema sicuramente difficile, divisivo e che deve essere amministrato avendo ben presente la nostra Costituzione. E' in questa ottica che sosteniamo, anche da Firenze, l'azione del sindaco Orlando e dei gruppi di sinistra che nel Consiglio comunale hanno portato all'approvazione di un documento dall'alto valore. Certo, la politica deve trovare altre strade per arrivare alla cancellazione del Decreto Salvini, nella gran parte delle sue disposizioni: unire il tema dell'immigrazione a quello della sicurezza è razzista, fuorviante, falso e demagogico. L'azione di Palermo e dei Comuni che faranno altrettanto deve essere un primo atto e mai ci sogneremmo un Paese dove l'applicazione delle leggi sia demandato all'orientamento politico dei singoli livelli istituzionali. In questo caso, anche atti e posizioni nette sono motivati dall'umanità, dalla lotta alle ripercussioni discriminatorie tra persone e dalla necessità di non alimentare lotte tra poveri, basate sul colore della pelle, del paese di origine, o della propria religione."

"Un decreto che troviamo disumano, come lo ha definito Mimmo Lucano, e contro il quale è un dovere lottare per ripristinare e garantire a tutte e tutti, universalmente, sul territorio nazionale diritti e doveri sanciti dalla nostra Costituzione. Già dai primi mesi di applicazione ci si può render conto come il decreto Salvini sia una legge che i problemi li crea, non certo ne risolve: uomini e donne buttate in mezzo ad una strada, senza accoglienza e supporto, che non hanno altra via che chiedere aiuto alle amministrazioni comunali e gravare sui bilanci dei cittadini. Un decreto che sembra persino scontrarsi col famoso slogan di 'prima gli italiani': i quali potranno scegliere se lasciare in mezzo ad una strada le persone, che certo non scompaiono nel nulla con una legge o, in assenza di finanziamenti statali sostitutivi ai Comuni, assistere ad una compressione delle risorse disponibili nei bilanci comunali. Senza contare che decine di persone abbandonate nelle nostre città rischia di creare una vera emergenza anche sul fronte della sicurezza."

"Al sindaco Nardella chiediamo, dopo che ogni ora pare ritrattare la posizione espressa a caldo nella giornata di ieri, di chiarire se farà l'ordinanza, sullo stile del Comune di Palermo, per disapplicare il decreto Salvini, oppure applicherà le norme. Questo il contenuto di un question time che il nostro gruppo ha depositato per il Consiglio di lunedì prossimo".

Il Pd Pisa a sostegno di Orlando

Pieno sostegno da parte dell’Unione Comunale Pd Pisa al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il quale – in attesa di verificare se leda i diritti costituzionali – ha dato disposizione agli uffici municipali di sospendere l’applicazione di alcune norme in materia di migranti contenute nella legge Sicurezza messa a punto dal vice premier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

“Un giusto atto di disobbedienza civile, quello di Orlando e altri sindaci" – dichiara Biagio Depresbiteris – "contro un provvedimento che mina alla base i diritti costituzionali garantiti e che porterà migliaia di persone, ad oggi legalmente residenti in Italia e vulnerabili, a non accedere più a moltissimi servizi erogati in loro favore. In mancanza della carta d’identità non verrà ad esempio attribuito loro un codice fiscale con conseguente impossibilità a lavorare e ad aprire un conto corrente. Fintanto quindi che non verrà data applicazione specifica  all’art. 13 comma 1 lett. b) del cd decreto Salvini ( che consentirà l’accesso ai servizi sulla base del semplice domicilio) ai richiedenti asilo verrà precluso qualsiasi percorso di effettiva integrazione in Italia. Un decreto che invece di produrre sicurezza, la disincentiva in favore dell’illegalità.

Piena solidarietà e sostegno quindi al primo cittadino di Palermo attaccato dal ministro Salvini, autore ancora una volta di un intervento dai toni troppo pesanti”.

Fabiani: "Non è disobbedienza, perché obbediscono alla Costituzione"

"La scelta di Leoluca Orlando, Dario Nardella e Luigi De Magistris, Sindaci di Palermo, Firenze e Napoli, non è disobbedienza, perché obbediscono alla Costituzione, la legge suprema sulla quale hanno giurato.

Il Decreto Salvini è razzista, discriminatorio e disumano e produrrà insicurezza. Esso è del tutto coerente con la crudeltà con la quale il Governo "fischietta" di fronte ad una nave che da 12 giorni è in mare con il suo carico di disperazione, esposta a freddo, venti e tempeste. 49 esseri umani, fra cui donne e bambini che stanno male abbandonati al loro destino, la cui unica colpa è quella di essere nati dalla parte sbagliata del mare. Questa non è l'Italia, la sua storia, la sua civiltà. Questa gente non ci rappresenta e chi tace diventa complice. Io sto con i sindaci e con l'Italia della solidarietà, l'unica in grado di garantire vera sicurezza per tutti".

Il sindaco di Viareggio: "Avviare percorso revisione del Dl"

"Le leggi si rispettano sempre e quando non rispondono ai principi della Costituzione, la legge fondamentale dello Stato italiano, si cambiano. Per questo è necessario intraprendere subito un percorso di revisione del decreto che non tutela i diritti delle persone, quei diritti scritti in modo chiaro e inequivocabile nella nostra Carta costituzionale". Lo afferma il sindaco di Viareggio (Lucca) Giorgio Del Ghingaro in merito alla presa di posizione di alcuni sindaci sul decreto sicurezza. "Quel provvedimento è assolutamente da cambiare e lo affermerò in tutte le sedi e in tutte le occasioni in cui mi verrà data la possibilità di farlo - sottolinea Del Ghingaro in una nota -. Questo decreto produce nei fatti più insicurezza e illegalità di quella che vorrebbe ridurre nelle intenzioni".

La Lega Firenze: "Se non applica la legge si dimetta"

"Nardella dovrà rispondere ai cittadini di questo suo atteggiamento nei riguardi di una legge dello Stato che mira solo ed esclusivamente a tutelare le persone ed a garantirne la sicurezza. Per mesi si è opportunisticamente riempito la bocca parlando di sicurezza, con la faccia tosta che può avere solo uno come lui essendo stato per mezzo della sua politica buonista e scriteriata negli ultimi anni tra i principali responsabili della situazione di degrado ed insicurezza nella quale versa Firenze". Dichiara il segretario provinciale della Lega Alessandro Scipioni. " È sempre più evidente agli occhi della gente quale sia la vera natura del sindaco di Firenze e di quelli delle altre realtà nelle quali la mentalità di questi buonisti radical chic crea costanti danni, le cui spese le devono fare i cittadini. Sono curioso di vedere come pensa di disapplicare una legge dello stato e sono ancora più curioso di capire come intende fere la parte del paladino della legalità rifiutandosi di ottemperare a quanto richiesto da una norma democraticamente entrata a far parte del nostro ordinamento. Un sindaco nell'esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale, dunque se non se la sente di applicare la legge deve avere la coerenza di dimettersi. Ma certo non posso chiedere a Nardella un gesto di coerenza visto che ha fatto dell'incoerenza la linea guida principale della propria gestione".


Lega Toscana: "Interessi dei migranti messi prima dei cittadini"

“Con modalità magari leggermente diverse fra di loro, ma la sostanza è poi la stessa - affermano Elisa Montemagni ed Andrea Recaldin, rispettivamente Capogruppo in Consiglio regionale e Commissario provinciale della Lega - i Sindaci di Lucca e Viareggio non si smentiscono e per l’ennesima volta antepongono gli interessi dei clandestini a quelli di coloro che, malamente, tuttora amministrano. Ogni singolo cittadino-proseguono gli esponenti leghisti-è tenuto al rispetto delle Leggi e quindi riteniamo che un Primo cittadino debba dare, semmai, l’esempio e non criticare apertamente una disposizione legislativa. I predetti Sindaci si scagliano contro il Decreto Sicurezza, dicendosi certi che debba essere radicalmente cambiato, con Tambellini che, addirittura, pensa di rivolgersi al tribunale per farne valutare l’effettiva costituzionalità. Con tutti i problemi che assillano quotidianamente le due località lucchesi siamo indignati dal fatto che questi amministratori si scervellino per provare a mettere i bastoni fra le ruote ad un decreto che, viceversa, dalla stragrande maggioranza delle persone è visto come particolarmente utile e necessario per affrontare il delicato tema della sicurezza a 360°. Non dimentichiamo, poi come lo stesso Tambellini, ad elezioni vinte, fece entrare trionfante la bandiera dei rom in Comune ed ora, dimostrando da subito che le sue priorità erano ben diverse dai lucchesi, polemizza contro il Ministro Salvini, evitando cautamente ed improvvidamente di battersi per cercare di eliminare le tante storture e magagne che assillano la stessa Lucca(recentemente, lo stesso Sindaco ha, ad esempio, disertato il Consiglio straordinario sull’importante tema della Sanità). Insomma queste esternazioni “piddine” o comunque di esponenti della Sinistra, sono la chiara testimonianza di come tali esponenti politici non abbiano più seri argomenti da proporre, ergendosi a paladini di persone non meglio identificate, invece che curare gli interessi, ad esempio, dei tanti indigenti lucchesi e viareggini che, a differenza di qualcun’ altro, spesso non riescono a fare i canonici tre pasti quotidiani.”

Il Pd di Pontassieve appoggia la posizione dell'Unione di Comuni del Valdarno e della Valdisieve

Il Partito Democratico di Pontassieve condivide integralmente l’intervento di Monica Marini, Presidente dell’Unione di Comuni del Valdarno e della Valdisieve e degli altri Sindaci dei Comuni di Londa, Pelago, Reggello, Rufina e San Godenzo in merito al così detto “decreto sicurezza”. Decreto che, a nostro avviso, presenta molte problematiche. “Ritengo totalmente fuori luogo – afferma il Segretario Comunale Tommaso Valleri – che il Ministro dell'Interno Matteo Salvini minacci i Sindaci che chiedono di rivedere e approfondire alcuni aspetti del Decreto, anche alla luce del fatto che lo stesso Salvini, fino a pochi mesi fa, invitava quegli stessi Sindaci a ribellarsi contro la Legge sulle unioni civili, evidentemente non di suo gradimento”. L’abolizione dei permessi di soggiorno per ragioni umanitarie avrà effetti devastanti sul sistema dell’accoglienza e colpirà soprattutto quegli immigrati già presenti sui nostri territori che, all’improvviso, potrebbero trovarsi nella più completa illegalità. La limitazione degli Sprar, centri gestiti dal terzo settore con la collaborazione dei nostri Comuni, colpirà tutti quei progetti di accoglienza integrata. Applicando alla lettera il Decreto si otterrà un aumento dell’immigrazione irregolare che, come spesso accade, va di pari passo con l’aumento della criminalità e della microcriminalità, dal momento che gli immigrati si troveranno in un limbo che non offre loro alcuna via d’uscita, essendo impossibilitati a interfacciarsi con il mercato del lavoro. “Per tutte queste ragioni – conclude il Segretario Valleri – ritengo che i Sindaci facciano bene a chiedere di rivedere alcune norme del Decreto che, contrariamente alle intenzioni del legislatore, rischia di creare più insicurezza e ottenere quindi l’effetto opposto”.

Alessandra Nardini (Pd): "Giusti atti di disobbedienza civile"

"Io sono per il rispetto delle leggi sempre, ma comprendo che nella storia possano esistere delle collisioni tra ciò che è legale e ciò che è etico e che questo possa quindi talvolta giustificare atti di disobbedienza civile. Ciò che distingue la disobbedienza dalla semplice violazione della norma è che chi disobbedisce lo dichiara preventivamente, esponendosi in prima persona pur di urlare al mondo la ferita che tali norme infliggono alla dignità delle persone. I sindaci che stanno contestando il Decreto Salvini non sono certo estremisti o facinorosi: sono Amministratori, che hanno ben presente la ricchezza e le grandi difficoltà legate all'integrazione e all'accoglienza. Hanno denunciato ben prima dell'approvazione gli aspetti disumani del Decreto, così come le difficoltà di applicazione dello stesso e l'aggravamento dei problemi di integrazione e di ordine pubblico che comporta. Non sono stati ascoltati, il Ministro delle Ruspe li ha bollati come "buonisti" ed è andato avanti. Adesso questi Primi Cittadini, che sanno quanto il Decreto sia pericoloso per gli interessi delle comunità che rappresentano, cosa dovrebbero fare? Tacere e sacrificare il bene delle loro città alla propaganda di Salvini? Dovrebbero silenziare la propria coscienza di fronte a norme che passano sopra vite umane, persecuzioni, donne e bambini, in barba ai propri valori e alla Costituzione? In questo senso bene che la Regione Toscana abbia deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale. In tal senso bene che la Regione Toscana, insieme a molti Comuni, si stia attivando per presentare ricorso sulla costituzionalità del Decreto. La verità è che la Lega del Cinismo sa benissimo che questa legge aumenterà le criticità, ma le tensioni sociali sono la ragione stessa per cui esiste politicamente, per questo lavora scientificamente per aumentarle. Non mi sorprende che, per l'ennesima volta, il finto moderato Sindaco Conti abbia scelto di stare con la destra peggiore. Io non posso che stare al fianco di questi Sindaci e dei diritti umani, in direzione ostinata e contraria rispetto a chi fa riferimento ai valori cristiani solo quando gli fa comodo, come Salvini che invitava i sindaci leghisti a non celebrare unioni civili, ordine subito eseguito dalla soldatessa Ceccardi. Il libero amore tra adulti consenzienti è dunque qualcosa di meno etico rispetto al salvare vite umane? La macchia della vergogna si sta diffondendo sull'Italia, ed è di colore verde Lega".

Lorenzo Chiani (Pd Prato) con Orlando

«Condivido l'iniziativa del sindaco di Palermo Leoluca Orlando così come i timori e le perplessità sollevate da molti sindaci italiani sull'impossibilità di applicare cosiddetto “decreto sicurezza”, provvedimento inutile, in parte disumano e in parte tale da creare le condizioni per una maggiore insicurezza delle nostre città».

Lo dice il coordinatore pratese di Leu, Lorenzo Chiani.

«In una realtà come quella pratese, chiamata ogni giorno a confrontarsi con le problematiche connesse all'accoglienza dei richiedenti asilo e di una positiva integrazione dei migranti, la questione sollevata da tanti sindaci italiani emerge in tutta la sua rilevanza – aggiunge Lorenzo Chiani – Anche per questo mi chiedo perché il sindaco di Prato Matteo Biffoni non abbia ancora preso una posizione netta e chiara su quanto sta avvenendo».

Cellai (FI): “Sappiamo con chi sta, Nardella”

“Il sindaco Nardella si unisce alla cordata dei ‘sindaci ribelli’ che minacciano di voler boicottare una legge dello Stato, il decreto sicurezza, sul tema dei migranti irregolari. La sfumatura nardelliana, rispetto ad altri, è quella di radunare gli avvocati per studiare un possibile ricorso alla Corte Costituzionale. Dal punto di vista politico, è un dato molto chiaro: oggi sappiamo con chi sta, Nardella, su questo tema. Ma ciò che il sindaco dovrebbe spiegare ai cittadini che ha amministrato in questi cinque anni è che fine abbia fatto il Centro per il rimpatrio che solo lo scorso agosto dichiarava essere indispensabile per Firenze e provincia”. Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai.

“Appena lo scorso agosto, il primo cittadino PD diceva che c’erano 231 migranti che, respinti dai centri di accoglienza perché senza titolo per soggiornarvi, erano diventati ‘fantasmi’. Oggi spara una cifra molto diversa: 900, tra Firenze e provincia, che verrebbero spediti in strada per effetto del decreto. Su che basi Nardella afferma questo? Ha delle direttive della Prefettura? Ha dei dati che noi non abbiamo? E se sì, venga in Consiglio comunale e ce li mostri, altrimenti siamo nel campo della pura propaganda della sinistra alla De Magistris, Orlando e compagnia cantante” aggiunge il capogruppo azzurro.

“Ci si può dividere politicamente, certo, sulle maglie dell’accoglienza, ma non si può fare allarmismo col solo scopo di attaccare un ministro o una legge sgraditi – conclude Cellai –. La realtà dei fatti ci dice che senza un centro sul nostro territorio, i problemi legati alle migrazioni resteranno, ed è tutto da dimostrare che gli effetti della legge siano quelli descritti da Nardella e gli altri sindaci ‘rossi’. Non ci risulta che la legge sia retroattiva, quindi come può affermare oggi che un migliaio di persone si troverebbero da domani su una strada? Nardella sia serio, e intervenga sul presidente della Regione per realizzare il centro per il rimpatrio. Sarà sempre troppo tardi, ma almeno i fiorentini potranno ricordarlo dopo il prossimo maggio per almeno una cosa buona fatta quando ancora era sindaco”.

Fiom sostiene i sindaci ribelli

La segreteria della Fiom Cgil di Firenze si associa alle preoccupazioni espresse dai sindaci dell’area metropolitana fiorentina sugli effetti negativi che il “decreto sicurezza” avrà sulle positive politiche di accoglienza che si sono sperimentate negli anni nel nostro territorio.
Proprio il tema dell’accoglienza era stato oggetto di una iniziativa che come Fiom Cgil di Firenze abbiamo organizzato lo scorso 20 dicembre e che ha coinvolto anche il coordinamento migranti della Cgil fiorentina, che si è già attivato per dialogare con le istituzioni locali.
Ci auguriamo che tutti i sindaci dell’area metropolitana si associno alle posizioni prese dai sindaci “ribelli”, a cui la Fiom dà il proprio sostegno. Ricordiamocelo tutti, esiste una sola razza, quella umana.

I sindaci dell’Unione del Valdarno e della Valdisieve invocano il rispetto della Costituzione

A meno di ventiquattro ore dall'invito alla disobbedienza civile lanciato dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando rispetto al decreto legge 113 del 4 ottobre scorso (detto "Decreto Sicurezza"), anche Monica Marini, Presidente dell’Unione di Comuni del Valdarno e della Valdisieve e Sindaco di Pontassieve, unitamente ai colleghi Sindaci di Reggello, Pelago, Rufina, Londa e San Godenzo, esprimono la loro posizione: “Nel giorno dell'insediamento come Sindaci abbiamo giurato sulla Costituzione della Repubblica, che all'articolo 10 indica senza possibilità di equivoco che ogni straniero che non goda, nel suo paese d'origine, degli stessi diritti e libertà minime garantiti dalla nostra Carta, ha diritto di asilo nel nostro paese.

L'articolo 10 è forse uno dei più belli della nostra Costituzione, parla di libertà ed inclusione, di accoglienza, valori che sgorgano luminosi dalla rinascita nazionale della Resistenza. Nel garantire ad ogni cittadino del mondo un livello minimo di diritti e sicurezza, la Costituzione dovrebbe fare dell'Italia un faro di civiltà ed un porto sicuro per chiunque non viva sicuro nel proprio paese d'origine. Purtroppo, invece, pare che la storia non ci trovi adeguati alle responsabilità lasciateci da nostri padri. La recente involuzione securista, cavalcando percezioni errate per motivi di mera campagna elettorale, va a limitare il livello di apertura ed inclusività della Repubblica eliminando diritti storicamente presenti nell'ordinamento e, vista l'impossibilità di applicare rimpatri nella maggior parte dei casi, a creare disagio umano e sociale a livello locale, nonché situazioni di illegalità diffusa. Non ultimo, a gravare sui Comuni, ogni anno sempre più abbandonati a se stessi a livello finanziario e gestionale. Come primi cittadini abbiamo il compito di garantire la degna esistenza di ogni residente nel territorio dei nostri comuni, e per questo ci faremo trovare pronti di fronte ad ogni scenario. Fermo restando che crediamo nelle istituzioni democratiche, nel ruolo del Parlamento e degli organi di garanzia costituzionale, unici veri arbitri in merito al giudizio di costituzionalità sul Decreto 113, ci esprimiamo politicamente in modo nettamente contrario ad ogni limitazione o mala interpretazione del dettato costituzionale ed alla negazione dell'accoglienza - e quindi di qualsivoglia progetto di integrazione e inclusione - per le molte persone che non rientreranno nelle poche fattispecie contemplate dalla nuova legge”.

Onlus Altro Diritto: iscrizioni anagrafiche doverose

"I sindaci devono continuare a fare le iscrizioni anagrafiche dei richiedenti asilo: il Decreto Salvini non prevede l’abolizione del diritto dei richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe, ma solo l’abrogazione della procedura semplificata di iscrizione"

A sostenerlo è il Prof. Emilio Santoro, ordinario di Filosofia del diritto e di Diritto degli stranieri presso l’Università di Firenze e presidente del Comitato scientifico del Centro di documentazione l’Altro Diritto in un articolato parere tecnico che verrà inviato ad AnciToscana.

“E’ evidente che l’abolizione del diritto dei richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe della popolazione residente rappresenti la volontà del Ministero dell’Interno, del Ministro Salvini, proponente del decreto. Ma nel nostro sistema costituzionale questa volontà non ha un peso decisivo, essa deve fare i conti l’art. 101 comma 2 della Costituzione secondo cui «I giudici sono soggetti soltanto alla legge». Il “soltanto” inserito in questa frase sta a ricordarci che il giudice, per il principio della separazione dei poteri, è soggetto alla legge, non ad altri poteri, e sicuramente non a quello esecutivo. Ciò che deve guidare (anche i funzionari pubblici, per evitare inutili ricorsi e processi sulle loro decisioni) nella lettura dei testi normativi è in primo luogo il contesto costituzionale e il sistema di tutela nazionale ed internazionale dei diritti. Le interpretazioni fornite dalle circolari ministeriali sono rilevanti solo quando sono compatibili con questo quadro”.

“Se questo è vero, si può affermare che l’art. 13 del decreto Salvini, letto in maniera sistematica e costituzionalmente orientata, non impedisce l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo che si trovano nelle strutture di accoglienza.

A un’attenta analisi delle disposizioni, per la verità scritte da un legislatore che non sembra avere il dono della chiarezza, appare difficile attribuire loro il senso che le circolari del Ministro si sforzano di indicare. Una lettura corretta del testo normativo porta a concludere che esso abolisce non il diritto all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, ma semplicemente la procedura semplificata per tale iscrizione”

“Alla luce di queste considerazioni le disposizioni di quei sindaci, che hanno dato indicazioni alle anagrafi dei propri Comuni di continuare a procedere all’iscrizione dei richiedenti asilo, appaiono non solo legittime ma assolutamente doverose. Secondo la legge anagrafica il Sindaco ha l’obbligo di procedere alle iscrizione anagrafiche secondo le modalità previste dalla legge e dal Regolamento anagrafico. Eventualmente non lo facesse, i richiedenti asilo potrebbero rivolgersi al giudice per chiedere di ordinare all’anagrafe del Comune in cui sono accolti di provvedere all’iscrizione e il sindaco potrebbe essere chiamato a rispondere dei danni procurati dalla ritardata iscrizione.”

Associazioni esprimono preoccupazione

Ai Sindaci del Comuni di Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina,

Montescudaio, Guardistallo, Riparbella, Rosignano Marittimo

ai Prefetti di Livorno e Pisa

Le sottoscritte associazioni, nell’esaminare il recente Decreto Sicurezza , esprimono una vivissima preoccupazione per gli effetti che ne deriveranno.

In particolare chiedono alle Istituzioni di prevenire le ricadute certe sui soggetti deboli inseriti in programmi di protezione, sugli operatori e sulla vita delle comunità locali, e sollecitano la creazioni di tavoli locali ,dichiarando da subito la propria disponibilità alla partecipazione

I provvedimenti varati dal Governo (cancellazione permesso di soggiorno per motivi umanitari- limitazione ingresso in SPRAR consentito solo a rifugiati già riconosciuti e solo per 6 mesi- aumento del numero dei reati per i quali il permesso può essere revocato-riduzione risorse- diminuzione occupazione per operatori-rimpatrio senza accordi con i paesi di origine), comporta che i migranti saranno rifiutati e illegali ovunque. Non sono neanche utili a rimuovere difficoltà nella gestione dei fenomeni migratori ma paiono al contrario affermare l’esistenza di una cosiddetta ’“emergenza invasione”, anche quando ciò non è giustificato dalla realtà

Infatti le associazioni che gestiscono materialmente i programmi forniscono alcuni dati della situazione nella nostra zona: SPRAR: 26 posti a Castagneto 21 presenze – Arci Solidarietà: 90 presenze su 150 posti nell’area BvC anche collinare-OXFAM: 32 presenze (compresi minori).In sintesi Cas e Sprar accolgono meno di 150 persone..

Problematica è anche l’emissione dei bandi delle Prefetture per il 2019: si prevede, per ora, solo informalmente una proroga di qualche mese, ma ci sono perplessità sia sulla gestione provvisoria che sulla partecipazione ai nuovi bandi, perché troppo scarse le risorse assegnate. Il timore è che le organizzazioni adeguatamente strutturate ed attualmente impegnate sui fronti della accoglienza ed assistenza, in mancanza di risorse adeguate, possano non partecipare alla gara: se così sarà i migranti si troveranno abbandonati nelle mani di organizzazioni che utilizzeranno alte concentrazioni di presenze aumentando il disagio per le persone residenti in quelle zone.

Il volontariato può fare piccoli interventi ma in assenza di risorse e di copertura legale sarà un’impresa non semplice e quasi certamente insufficiente.

L’integrazione e la convivenza civile sono a rischio sul fronte legale, umanitario, civile, sanitario

Occorre:

* chiedere dati sull’immigrazione alle istituzioni competenti, per avere una situazione precisa della nostra realtà.

* organizzare un servizio legale per supportare chi intende aiutare e non abbandonare i migranti

* organizzare azioni di sostegno e di reperimento risorse (conferenze, banchetti, cene per finanziamento, verifica ospitalità possibili tipo refugees welcome...)

* porre con forza la necessità di contrastare la violenza sulle donne migranti e native

* mobilitarsi per organizzare l’insegnamento dell’italiano anche tramite il volontariato per evitare le conseguenze di natura civica, di integrazione, sopravvivenza, legalità,

* affrontare il problema dell’assistenza sanitaria negata, anche per le possibili ricadute sull’igiene pubblica

* individuare soluzioni concrete perché i provvedimenti di sgombero aumenteranno le tensioni avendo l’effetto di spingere nelle strade e nei centri urbani moltissime persone disperate e in questo caso non si tratterà solo di stranieri

* Evidenziano poi che il decreto colpirà direttamente e indirettamente anche gli italiani con i provvedimenti di sgombero scaricando nelle strade e nei centri urbani ed extraurbani persone disperate e senza speranza.

Richiediamo pertanto la convocazione a breve termine di tavoli dedicati, in cui poter predisporre strumenti condivisi per affrontare le difficoltà del prossimo futuro.

Apprendiamo in queste ultime ore che anche il Sindaco di Firenze si predispone a gestire, attraverso un tavolo con le associazioni, l’emergenza che molti sindaci già hanno intravisto e stanno denunciando.

ANPI Cecina e Rosignano –ARCI BVC – CENTRO SOLIDARIETA’ “Monica Cruschelli “ -CGIL – LEGAMBIENTE- LIBERA - LIBERTA’ e GIUSTIZIA BVC- MESTIZAJE – OXFAM

La decisione di Brogi a Ponsacco

Anche la Sindaca di Ponsacco si unisce ai colleghi dell’empolese valdelsa e a quelli dell’Unione della Valdera contro il decreto sicurezza varato dal Governo. “Il nuovo decreto sicurezza -afferma la prima cittadina- abolendo il permesso per motivi umanitari non fa altro che aumentare la percezione di insicurezza da parte dei cittadini. L’unico risultato che produce, infatti, è quello di far crescere il numero di clandestini sul territorio nazionale e aumentare la marginalità sociale. Tutti coloro che perderanno la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari resteranno comunque sul territorio ma senza più alcun sostegno materiale. Il rischio è di esporre queste stesse persone alla criminalità organizzata e allo sfruttamento, remando quindi contro lo stesso concetto di sicurezza sostenuto dal decreto. Per questi motivi -afferma ancora Brogi- aderisco e sottoscrivo l’appello dei miei colleghi dell’empolese valdelsa e sosterrò l’azione della Regione Toscana di attivarsi per fare ricorso contro questo DL sicurezza alla Corte Costituzionale”. Di seguito il documento diramato dai sindaci dell’Empolese Valdelsa e sottoscritto dalla Sindaca di Ponsacco: "Come amministratori non possiamo che applicare le disposizioni in vigore fintanto che non intervenga una pronuncia di incostituzionalità, la cui questione può essere sollevata di fronte alla Corte costituzionale da un Giudice o da una Regione, oppure una modifica in Parlamento così come richiesto anche dall’Associazione dei comuni italiani. Tuttavia riteniamo che la cancellazione del permesso per motivi umanitari costituisca una grave menomazione del sistema di asilo, che solo in minima parte sarà surrogato dal nuovo status di protezione speciale per rischi di persecuzione o tortura; genera inoltre una grossa incertezza su procedimenti amministrativi e giudiziari in corso, soprattutto in coloro che alla data di entrata in vigore del DL avevano presentato domanda di protezione internazionale o il ricorso a seguito di un primo rigetto. Per quanto riguarda la permanenza nei centri, se i richiedenti asilo – e solo loro - potranno ancora essere accolti nei CAS, chi ha ottenuto un permesso per motivi umanitari viene espulso dal sistema di accoglienza; in conseguenza di questa grave disparità di trattamento, si lascia fin da subito i migranti senza sostegno materiale ma con titolo a rimanere nei nostri territori. Risultato di tutto questo non sarà certo più sicurezza, ma l’aumento della percezione di allarme sociale, sul quale finora si è speculato a fini elettorali. Le persone che non hanno più dimora e possibilità di accesso ai servizi, saranno con più facilità intercettate dalla criminalità aumentando insicurezza dei cittadini, oltre ad aumentare il clima di odio nei confronti di queste persone. Infine la nuova legge ha stabilito che il permesso di soggiorno per richiesta asilo “non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica”. Applicando la legge, non potranno più essere effettuate iscrizioni anagrafiche sulla base del solo permesso di soggiorno per richiesta di asilo. Sbaglia chi pensa che cancellare il diritto alla residenza nel territorio dove ha sede il centro di accoglienza sia un modo per creare fantasmi nelle nostre comunità: vigileremo affinché i richiedenti asilo, in quanto regolarmente soggiornanti sul territorio, abbiano la stessa parità di trattamento e di accesso ai servizi pubblici degli altri cittadini stranieri e di chi ha ottenuto la protezione internazionale. Come Empolese Valdelsa siamo pronti a dare il nostro contributo per trovare soluzioni diverse. A questo proposito sosteniamo l'azione della Regione di attivarsi per fare ricorso contro il DL sicurezza alla corte costituzionale". “Mi auguro -conclude Brogi- che il Governo ascolti l’appello dei tanti amministratori locali e dei sindaci; di coloro cioè che vivono ogni giorno il territorio”

Catello (PC) contro Rossi

"Premettendo che noi del Partito Comunista siamo CONTRO il decreto sicurezza e contro il Governo Lega-M5S e che non facciamo nessuna distinzione tra italiani e immigrati, ma solo tra sfruttati e sfruttatori, ci teniamo a sottolineare che la situazione di oggi è colpa principalmente dei Governi Nazionali e locali a guida PD e della finta sinistra, che sono stati uguali ai governi di centrodestra anzi, che hanno generato questa deriva. Noi non ci siamo dimenticati delle leggi a favore dei grandi gruppi monopolistici europei e delle banche, delle leggi contro i lavoratori come il Jobs Act, della privatizzazione di tutto il possibile, dell'unica legge fascista fatta in Italia dal '45 e cioè il decreto Minniti, della repressione, delle varie riforme delle pensioni, della buona scuola e tanto altro ancora.

Mancava, tra i personaggi della finta sinistra scesa in campo in questi giorni, il Governatore Rossi al grande teatrino dell'ipocrisia. Colui che è stato Assessore alla Sanità per 10 anni e per 9 anni Governatore della Regione Toscana e che ha ridotto la sanità toscana a quello che è oggi. Con la chiusura di ospedali, la riduzione dei posti letto e della durata dei ricoveri, liste di attesa lunghissime, attese ai pronti soccorso infinite, ticket sanitari che hanno ridotto la prevenzione, riduzione del personale e utilizzo di lavoratori precari per anni e di cooperative con lavoratori sottopagati e ipersfruttati con turni massacranti, sempre più affidando la gestione ai privati, la costruzione di nuovi ospedali inefficienti e costosi che sono andati ad arricchire speculatori con i soldi dei cittadini Toscani. Per non parlare del niente che è stato fatto per i lavoratori, che in migliaia hanno perso i propri posti di lavoro in questi anni, se non per qualche passerella per farsi bello nei casi più mediatici e tutto per difendere l'Unione Europea e gli interessi di pochi grandi gruppi capitalistici che ne traggono vantaggio. Per non parlare della situazione del diritto alla casa senza risorse per nuove abitazioni popolari. E poi tagli alle scuole che anno dopo anno sono in condizioni disastrose sotto tutti i punti di vista. Infine il problema della mobilità con l'aumento del costo del trasporto pubblico per un servizio che peggiora sempre più e una viabilità regionale disastrosa, una vera e propria guerra ai

più poveri, ai lavoratori e alle classi popolari. Questi i miracoli del governatore Rossi, che cerca di rifarsi una verginità entrando nell'agone politico di questi giorni forse in vista delle elezioni Europee per trovarsi un posticino a 30 mila euro al mese per i prossimi 5 anni.

Noi non faremo come una parte della sinistra che si schiera a favore del PD visto che una volta tanto, per opportunismo, dicono una cosa giusta. Il Pd e questa finta sinistra devono sparire dalla scena politica italiana per ridare slancio ad una organizzazione che rappresenti davvero gli interessi dei lavoratori italiani ed immigrati, delle classi popolari, di tutti quelli che negli ultimi 30 anni hanno dovuto tirare sempre più la cinghia e con questo finalmente iniziare una nuova stagione che porti ad un cambio reale di questa società".

Fonte: A cura di Giovanni Mennillo



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