Porta Aperta, Pontedera ascolta i cittadini: "Riattivare la rete di relazioni umane"

Panesi e Franconi (foto gonews.it)

“Lo sportello nasce come un centro di ascolto in continua evoluzione coi tempi, che sia in grado di dare risposte complete, rivolto alla comunità e che quest’ultima, unita, possa riattivare una rete di relazioni umane”. Questo è l’obiettivo fondante del progetto dello sportello di ascolto e del portierato sociale che avrà luogo nel quartiere della stazione di Pontedera, precisamente all’interno della galleria della Coop, in via Brigate Partigiane.

La definizione della natura di “Porta Aperta” è stata presentata questa mattina nel Comune di Pontedera. Presenti il sindaco Matteo Franconi e Maria Chiara Panesi, presidente Arci Valdera che, insieme all’amministrazione, ha presentato l'iniziativa. Sarà attivo da lunedì, 5 giorni a settimana. Nasce da un bando di finanziamento della Regione Toscana in ambito sociale.

“La zona della stazione è stata spesso al centro dei nostri interventi - ha spiegato Panesi - “si tratta di una zona complessa, fragile, composta da dibattiti sulle residenze, composizione demografica, dove si colloca un tema di un impoverimento delle reti di comunità”.

La progettazione dello sportello nasce da un lavoro dell’associazione, continua il presidente Arci: “Alla base c’è una lettura dei bisogni che possa dare risposta al cittadino, sul modello del portierato alla francese, dalla cultura di cortile”.

Non solo sportello ma anche laboratori e servizi: il progetto infatti prevederebbe dall’aiuto nella compilazione di documenti, pratiche amministrative, punto di ricevimento e invio pacchi, alla creazione di un laboratorio aperto e spazi di idee. Ha sottolineato su questo punto Panesi che “Con questi laboratori l’obiettivo è quello di riuscire piano piano a costruire un albo di competenze del quartiere e una piccola rete di artigiani. Ciascuno mette a disposizione ciò che sa fare al fine di valorizzare le competenze espresse” .

Il sindaco Franconi ha parlato di opportunità e dei temi che tocca questo progetto: “I nostri cittadini potranno trovare un luogo di aiuto per la mediazione su alcune criticità, come ad esempio risposte alle sollecitazioni di alcuni amministratori condominiali che a volte da soli non riescono ad essere di supporto alle famiglie, ma anche orientamento sul territorio e sui servizi attivi. Ci auguriamo che questo servizio possa essere un impulso per un quartiere che ne ha bisogno, e per tutto il resto della città”.

“Per noi è una scommessa - conclude Panesi - su un quartiere che ha espresso alcune fragilità e ce ne facciamo carico. Un quartiere dove convivono cittadini giovani di origine straniera e cittadini che vivono lì da molti anni, di età avanzata. La mediazione dei conflitti si trova proprio qui, negli scontri fra realtà diverse e negli spazi che, essendo grandi condomini, sono caratterizzati da complessità maggiore”.

Margherita Cecchin

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