Una notte da ricordare agli US Open

Il 30 agosto 1979, nello Slam che "non dorme mai", John McEnroe e Ilie Nastase giocarono una partita che si trasformò in una gazzarra mai vista... e la colpa non fu del mancino americano!


New York, New York
I want to wake up in a city that never sleeps
And find I'm a number one, top of the list
King of the hill, a number one
"Theme from New York, New York", di John Kander e Fred Ebb
Le intemperanze di Nick Kyrgios sono ben note agli appassionati di tennis. Dopo aver spaccato due racchette al torneo di Cincinnati e aver abbondantemente questionato con gli arbitri, l'australiano si è beccato una multa di ben 113.000 dollari, soltanto per affermare all'inizio degli attuali US Open che la sanzione non avrebbe certo cambiato il suo modo di comportarsi in campo, aggiungendo che l'ATP è una banda di corrotti – con un messaggio sui social, Kyrgios ha poi precisato che la scelta della parola non era stata felice e che intendeva lamentarsi che l'Associazione dei tennisti professionisti adotta spesso due pesi e due misure.
Con un recente articolo rievocativo, il New York Times è andato a ripescare una partita di 40 anni fa, che vide opposti John McEnroe e Ilie Nastase, due fra i più noti “bad boys” della storia del tennis. Quanto successe il 30 agosto 1979 sul centrale di Flushing Meadows fa retrocedere Kyrgios al rango di semplice impertinente. É ben noto che McEnroe era soprannominato “Superbrat” (ossia, “monellaccio”) per la sua incontenibile irriverenza, mentre il romeno Nastase meritava nientemeno che l'appellativo di “Nasty” (“cattivo”), assai appropriato per un tipo che era solito litigare con il pubblico, abbandonarsi al turpiloquio, infastidire gli avversari con comportamenti anti-sportivi o persino calarsi i pantaloncini per esprimere disprezzo nei confronti dell'arbitro. Sia l'uno che l'altro, a onor del vero, erano altresì due artisti del court, due giocatori che valevano sempre il prezzo del biglietto, e non solo per le frequenti manifestazioni di inciviltà.
Uno dei modi di Nastase di discutere con gli arbitri

Uno dei modi di Nastase di discutere con gli arbitri

Calendarizzato nella da poco istituita sessione serale, il match era dunque molto atteso e cadeva appena al secondo turno, dato che il 33enne Nastase – vincitore del torneo nel 1972 - era ormai in declino. McEnroe, a soli 20 anni, era invece in piena ascesa e quello Slam, nel quale era la terza testa di serie, sarebbe stato il primo vinto nella sua carriera: essere di New York e giocare di fronte al proprio pubblico, cui aveva da poco regalato una vittoria in Coppa Davis, non valse però al giovane campione il favore dei tifosi, che al contrario parteggiarono per l'irrequieto ospite. Più il romeno prorompeva in escandescenze e discuteva con il giudice di sedia Frank Hammond, più gli spalti parevano sostenerlo. McEnroe sembrò risentire della gazzarra e, dopo un agevole primo set, cedette il secondo commettendo ben 5 doppi falli e affondando in rete colpi per lui elementari. Nel terzo, tuttavia, riprese il filo del gioco e si riportò in vantaggio, col solo risultato di esaltare gli eccessi del rivale, il quale dette a fondo a tutti i trucchi per scongiurare una sconfitta ormai imminente.

L'orologio segnava pochi minuti alla mezzanotte e la folla era più che mai eccitata, sia per l'andamento dell'incontro che per il caldo soffocante; diversi spettatori erano a torso nudo e altri addirittura si malmenavano, tanto erano immedesimati nella vicenda. Nastase andò a ricevere e nel passare vicino alla rete fece volare il berretto dell'arbitro del net. Si portò sul proprio lato del campo, ma non mostrò di essere pronto per rispondere: bighellonava sulla linea di fondo, chiacchierava con gli spettatori e teneva la racchetta dietro la testa. Incapace di indurlo a riprendere il gioco, Hammond – un rispettabile arbitro in servizio da 32 anni – non poté che sanzionarlo con un punto e poi un game di penalità. Ma dopo che l'ebbe comunicato al microfono, cominciò una rivolta: lattine e bicchieri volarono in campo e qualche spettatore tentò addirittura di invaderlo, costringendo la polizia a schierarsi. Adesso, era Nastase a lamentarsi che la confusione non gli permetteva di concentrarsi!
Nastase discute con il direttore di torneo, mentre McEnroe osserva

Nastase discute con il direttore di torneo, mentre McEnroe osserva

La folla era chiaramente fuori controllo e neanche l'arrivo del giudice arbitro Mike Blanchard placò gli animi, anzi il suo annuncio che l'incontro veniva sospeso per continuare l'indomani gettò altra benzina sul fuoco. In un baccano infernale, Hammond intimò invano a Nastase di riprendere il gioco entro 30 secondi, allo scoccare dei quali pronunciò le fatidiche parole: «Game, set and match McEnroe!». Il frastuono crebbe d'intensità: la gente aveva pagato profumatamente per essere lì e non accettava che tutto finisse con una squalifica. Giunse anche il direttore del torneo, Bill Talbert, il quale sconfessò la decisione di Hammond, mise Blanchard al suo posto e annullò pure la sanzione a carico di Nastase. In tutto quell'inferno, McEnroe non perse la saldezza di nervi e la compostezza che quasi nessuno gli riconosceva, e in un baleno chiuse il quarto set per 6-2. Negli spogliatoi era pronto a una scazzottata, ma in quel mentre si affacciò alla porta l'imprevedibile romeno, con un paio di belle ragazze sottobraccio: «Ehi, MacAroni, che facciamo stasera? Uscita a quattro?».

Paolo Bruschi

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