Primo maggio delle donne, le esperienze di madri e lavoratrici al centro dell’iniziativa di Tavarnelle

Le parole valgono quanto le azioni, e talvolta sono più importanti. Se le rivelazioni, tra i volumi e le atmosfere intime di una biblioteca, liberano una storia che è rimasta al buio o muta per troppo tempo, aprono un libro in cui le parole pesano come l’oro, fanno sentire vivo e dentro al proprio percorso di crescita chi decide di condividerle. Storie personali, vicende intense che raccontano momenti difficili o traguardi raggiunti, forieri di sofferenza o felicità. Alla festa, dedicata alle lavoratrici e ai lavoratori del Chianti e della Valdelsa, organizzata dal presidente del Consiglio comunale di Tavarnelle Val di Pesa Alberto Marini, le parole sono state al centro di ogni riflessione, condivise e amplificate dalle emozioni e dagli interventi degli amministratori comunali, delle organizzazioni sindacali, dei cittadini.

Tante le persone che hanno partecipato da protagonisti alla serata, allestita nella sala lettura di piazza della Repubblica, con la quale i Comuni di Tavarnelle Val di Pesa e Barberino Val d'Elsa, in collaborazione con i Comuni di San Casciano Val di Pesa e Greve in Chianti hanno celebrato il primo maggio al fianco delle donne, nel doppio ruolo di madri e lavoratrici. È stato questo il tema che ha invitato il pubblico, in particolar modo quello femminile, a far sentire la propria voce. “Il primo maggio delle donne” ha ruotato intorno al binomio che coniuga maternità e lavoro, al rapporto tra carriera, percorsi professionali e gestione familiare, soprattutto al momento della nascita di un figlio. “Sono state tante le persone che hanno risposto al nostro appello - commenta il Presidente del Consiglio Comunale Alberto Marini -  e di alcune di loro abbiamo letto le testimonianze, inviateci nei giorni scorsi, attraverso il coinvolgimento e l'interpretazione degli attori del Teatro Regina Margherita di Marcialla e del Teatro Riflesso di Colle Val d'Elsa e di alcuni cittadini che ringrazio sentitamente”.

Storie di donne che sono state licenziate in stato di gravidanza e che, al contrario, hanno vissuto l'esperienza dell'assunzione a tempo indeterminato a pochi mesi dall'arrivo del figlio. “Due facce della stessa medaglia -  continua - che abbiamo voluto mettere in primo piano con l’obiettivo di far emergere tematiche delicate e complesse che ritraggono contestualmente sommersi ed esperienze virtuose del nostro territorio”.  A dare l’esempio di apertura e condivisione i due vissuti che hanno poi dato il via alla serata. Sono le vicende di madri come quella dell’assessore Serena Fedi (Comune di Barberino val d’Elsa) che ha assistito all’interruzione del proprio rapporto di lavoro nel giorno stesso in cui aveva comunicato all'azienda che sarebbe partita per le Filippine, “nel viaggio che muove e commuove”, per realizzare il suo sogno l'adozione del figlio. E quella dell’assessore Giulia Casamonti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Tavarnelle, che ha vissuto l'esperienza contraria, lei che a pochi mesi dell'attesa del primogenito è stata sostenuta e favorita con un passaggio decisivo “per l'uscita dalla strada del precariato e la creazione di un futuro più certo per la nuova famiglia che stava nascendo”; l’assessore in dolce attesa ha visto trasformare il proprio contratto a progetto in un impiego a tempo indeterminato. Per i sindaci David Baroncelli e Giacomo Trentanovi la necessità è quella di un cambiamento culturale che interessi tutti, istituzioni e comunità, e che parta dalle stesse donne. “Non ci si deve sentire fortunate ad avere ottenuto l'assunzione di un lavoro a tempo indeterminato – dicono   - è importante che la società faccia rete, diventi complice e solidale intorno ad un momento tra i più belli di una  donna che sta per diventare madre e che ha il diritto di condividere con il marito e per il figlio che nascerà, le stesse donne devono esserne consapevoli ed è fondamentale che ci sia alla base un percorso di educazione nel riconoscimento dei diritti e doveri, delle pari opportunità, sin dall’età dall’infanzia”.

All’iniziativa sono intervenuti, tra le organizzazioni sindacali, Laura Scalia, responsabile Cgil Chianti, Maria Pia Leoncini, Fnp Cisl Prato Firenze, Renzo Nardi, Uil Firenze, Massimo Bartoccini, segretario provinciale sindacato autonomo di Polizia, Antonio Puoti, Fiom Camera del Lavoro di Firenze.

Erano presenti anche Massimiliano Pescini, sindaco di San Casciano Val di Pesa e gli assessori di San Casciano Chiara Molducci e Roberto Ciappi. Tra le testimonianze del pubblico la pediatra Maria Tolu, Elena Bernardini e Stefania Contadin del gruppo Donne Democratiche, Samanta Apostolico, Paola Salvadori, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Don Milani, Anna Canocchi, presidente del Circolo La Rampa di Tavarnelle e Anna Brutini. I lettori che hanno riportato le testimonianze, leggendole al pubblico, sono Sara Innocenti, Alessandro Scavone, Francesco Mattonai e Giampiero Galgani.

Anche gli interventi delle organizzazioni sindacali hanno fatto emergere temi di particolare rilievo.

“Sono necessarie politiche - ha detto Laura Scalia - mirate affinché si realizzino azioni concrete per la conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro. Lo sviluppo di un territorio parte dal lavoro e quello delle donne ha un elemento valoriale più alto per cui attraverso migliorie contrattuali che potrebbero consistere in un aumento di congedo per la paternità in caso di nascita, un aumento del periodo di congedo con un contributo aggiuntivo soprattutto per quella facoltativa, congedi retribuiti per assistenza e cura di familiari, part time agevolati. Il riconoscimento della professionalità delle donne è un elemento importante per uno sviluppo sano e di qualità. Attraverso il tavolo permanente sulla parità di genere istituito con l’Unione comunale del Chianti fiorentino e il coinvolgimento delle attività produttive del territorio si può attivare un confronto su queste tematiche”.

“Possiamo agire concretamente – ha aggiunto Renzo Nardi -  le iniziative politiche specifiche nono necessarie ma è altrettanto importante produrre, favorire un radicale cambiamento culturale, per fare alcuni esempi potremmo lavorare insieme per  incrementare i posti negli asili nido o migliorare le condizioni di accesso, rendendolo più agevole ed economico, potremmo continuare a mettere in campo aiuti e interventi destinati alle cure degli anziani, agevolazioni fiscali per le babysitter e le aziende che premiano le mamme”.

“Le donne sono state e sono colonne portanti di questa società – ha precisato Maria Pia Leoncini - nel volontariato e nel lavoro di cura, il più delle volte svolto da loro con gli anziani di casa o verso i nipotini in aiuto ai figli. Il lavoro di cura è uno dei temi da sviluppare e deve essere valorizzato nel sistema contributivo. Il nostro compito deve essere quello di leggere le differenze di genere all’interno di una visione globale, agire con interventi mirati e sperimentare modelli organizzativi flessibili attraverso la possibilità di lavoro da casa “smart working”.

“Non potremmo pensare di assolvere al nostro compito di poliziotti - ha fatto notare Massimo Bartoccini - senza pensare alla presenza indispensabile delle donne nel nostro ordine. Le donne poliziotto sono fondamentali, con la loro capacità di mediazione, il loro approccio delicato e sensibile e, nella maggior parte dei casi risolutivo nelle questioni più complesse, quando ad esempio ci troviamo a trattare con minori e madri, sono più efficaci degli uomini. Per questo motivo è necessario tutelarle con azioni concrete tese a favorire i diritti delle donne separate, in particolar modo queste ultime che hanno importanti difficoltà con la gestione dei figli e la compatibilità con il lavoro e i servizi che devono svolgere come poliziotte”.

“Come Fiom/Cgil di Firenze ci siamo dati precise linee guida  - ha continuato Antonio Puoti - per contrattare condizioni di miglior favore per le donne e madri lavoratrici, mettiamo all’attenzione anche il problema della paternità, non è giusto che il padre perda la possibilità di vivere un momento importante della propria vita come quello della nascita del figlio, determinando una ricaduta delle responsabilità sulla madre, faccio un esempio l’Italia è fanalino di coda tra i paesi europei, solo 4 giorni di congedo parentale, a fronte di uno stato come la Finlandia o la Svezia, in generale i paesi del nord, che concedono fino a due mesi. Dobbiamo parlare e agire anche risolvere questo problema che mostra il volto più arretrato e involuto dell’Italia”.

Fonte: Ufficio Stampa



Tutte le notizie di Tavarnelle Val di Pesa

<< Indietro

torna a inizio pagina