Il Forteto, scarcerato Rodolfo Fiesoli perché la sentenza non è definitiva

È stato scarcerato Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità 'Il Forteto', da anni all'interno di inchieste giudiziarie su maltrattamenti e violenza sessuale. Lo ha deciso la Cassazione il 5 luglio socrso su ricorso della difesa. Il residuo di pena era di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni. Era stato trasferito nel carcere di Sollicciano. Fiesoli non andrà al Forteto, dove non vi è più dal primo arresto del 2011, e negli ultimi giorni non è stato visto nel Mugello. La scarcerazione è giunta, spiega la difesa, perché la sentenza non è definitiva.

I giudici della Corte di Cassazione scrivono nelle motivazioni che Fiesoli non poteva essere arrestato perché la pena "non è stata definitivamente irrogata in sentenza". Per la Cassazione, infatti la corte di appello di Firenze è incorsa comunque in una "violazione della legge".

"Il fatto che il risultato finale non potrà consistere in una pena inferiore a quella posta in esecuzione - si legge - non significa che la pena si stata già definita".

Le prime voci che si sono alzate in contrasto con questa decisione sono di Stefano Mugnai (Forza Italia) e Giovanni Donzelli (FdI), entrambi parlamentari impegnati come consiglieri regionali prima dell'elezione nella commissione d'inchiesta sui fatti del Forteto. «Studieremo i motivi della decisione della scarcerazione e continueremo a batterci per la giustizia. Adesso diventa irrimandabile la commissione d’inchiesta parlamentare. Nel frattempo un abbraccio alle vittime che stasera soffriranno un altro po’ pensando che solo per loro vale “Fine pena mai”». È quanto afferma il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli commentando la scarcerazione di Rodolfo Fiesoli.

Quartini (M5S): "Scarcerazione Fiesoli è follia giuridica!"

“E’ incredibile che dopo una condanna a oltre 14 anni di carcere, confermata in Cassazione, il carnefice del Forteto sia stato scarcerato. Questa non è giustizia, è follia giuridica”. Duro l’attacco del Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Quartini in merito alla notizia della scarcerazione di Fiesoli. “Il Forteto è stato l’inferno per 40 anni per tantissime persone. Oggi Rodolfo Fiesoli, il guru di quella aberrante comunità, è libero, per cavilli sfruttati dai suoi avvocati. Tutto questo è sconfortante per ciascuno di noi, ma è devastante per le vittime del Forteto. A loro va innanzitutto il nostro pensiero, la nostra solidarietà e vicinanza umana.”

“Nonostante la Cassazione abbia confermato, al di là di ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza del Fiesoli condannandolo al carcere – continua Quartini –  a causa di un’interpretazione di cavilli e sottocavilli da parte dei suoi avvocati, con la sua liberazione viene sancito che quel minimo di carcere che il Fiesoli deve fare, potrebbe essere addirittura poco, e quindi viene liberato perché potrebbe doverne farne di più! Siamo alla follia giuridica!”

“Facciamo una sola promessa – conclude Quartini - Non ci fermeremo in questa battaglia per la Giustizia, consapevoli che per le vittime non ci sarà mai una fine per il male che hanno subìto”.

Alberti (Lega): "Resto molto dubbioso sulla scarcerazione"

“Sinceramente-afferma Jacopo Alberti, Consigliere regionale della Lega, già membro della Commissione speciale d’inchiesta sul Forteto-resto molto dubbioso sulla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli, individuo che ha avuto un ruolo rilevante nella tragica vicenda legata alla comunità mugellana.” “Cavilli burocratici-prosegue il Consigliere-che permettono, dunque, al “profeta” di uscire di galera, nonostante i pesanti capi d’imputazione.” “Ma-precisa Alberti-più che il mio parere sulla questione, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensano, in merito, le tante vittime innocenti che hanno avuto la sventura d’incappare in una persona rivelatasi il vero regista di un film dell’orrore.” “Insomma-conclude amaramente Jacopo Alberti-il Forteto, la cui storia è stata avvolta, spesso, da un’ingiustificata cortina fumogena, torna alla ribalta per questa decisione che ci lascia, come uomini, pur rispettando la magistratura, alquanto perplessi per usare un eufemismo…”

Fiesoli, Monni e Capirossi (Pd): “Vicinanze e solidarietà alle vittime e ai loro familiari”

«Non conosciamo le motivazioni che hanno condotto i giudici della Corte di Cassazione ad accogliere il ricorso della difesa relativo all'ordine di carcerazione. Non possiamo però negare come la scarcerazione del Fiesoli desti sgomento, soprattutto dopo aver letto le sentenze che hanno condotto alla sua condanna ed ascoltato le vittime della comunità Il Forteto. Sappiamo che è in corso un processo bis e continuiamo ad auspicare il pieno accertamento della verità. Ciò che è accaduto al Forteto è una bestialità che impone la massima severità nei confronti degli autori di quelle nefandezze. Oggi intendiamo rivolgere un pensiero alle vittime ed ai loro familiari, ai quali ci sentiamo di rinnovare la nostra vicinanza e solidarietà».

Così Monia Monni, vicecapogruppo Pd in Consiglio regionale e Fiammetta Capirossi, consigliere regionale del Pd, commentano la decisione della Corte di Cassazione che ha portato alla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli.

Donzelli (FdI): "Governo e Parlamento intervengano"

“La messa in libertà di Rodolfo Fiesoli dimostra quanta forza abbia ancora oggi questo criminale. Alla cooperativa agricola in queste ore in molti staranno esultando. Per questo il Governo e il Parlamento devono intervenire urgentemente per disinnescare questa potenza e salvaguardare le persone dal pericolo di contatti con Fiesoli e i suoi collaboratori. Occorre immediatamente commissariare la cooperativa, sciogliere l’associazione e istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per fare luce davvero sulle protezioni garantite al Forteto e per smascherare una volta per tutte i responsabili”. E’ quanto afferma il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Nardella: "La comunità merita giustizia"

"Dopo la sentenza della Corte di Cassazione in ordine alla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli - dichiara Dario Nardella, sindaco della Città Metropolitana di Firenze, parte civile nel processo sulle vittime del Forteto - siamo ancora più determinati nel seguire lo sviluppo del procedimento, a partire dal rinvio in Corte d'Appello, dove faremo tutto quello che è in nostro potere perché venga confermata in via definitiva la pena stabilita per il fondatore del Forteto. La nostra comunità vuole e merita giustizia fino in fondo"

Il grido dei sindaci mugellani

"La scarcerazione, per aspetti procedurali, di Rofolfo Fiesoli riapre una ferita mai sanata, riacutizzando sofferenza e dolore. Sofferenza e dolore patiti dalle vittime e dai loro familiari ma anche dal territorio stesso.
Come istituzioni che si sono costituite parte civile nel processo, continueremo a seguire l'iter giudiziario affinché la pena inflitta con sentenza di condanna sia confermata in via definitiva ed eseguita completamente. Riteniamo che questa drammatica vicenda possa chiudersi solo quando giustizia sarà definitivamente fatta.
Su questo dramma che ha afflitto il nostro territorio occorre che si faccia piena luce.
Anche a livello locale occorre fare tutto il possibile per voltare pagina. In particolare nella cooperativa del Forteto, come abbiamo già chiesto in modo esplicito, operando una forte discontinuità rispetto al passato, per tutelare gli occupati e restituire, tra questi, serenità alle vittime, oltre che per rilanciare l'attività produttiva. Non possono resistere opacità."



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