Il libro di Nicola Coccia su Carlo Levi presentato al Turati di Gavinana

Carlo Levi

Uno dei capolavori del ‘900, «Cristo si è fermato a Eboli», è stato scritto in Toscana. Carlo Levi, medico e pittore, ebreo e antifascista, membro del Comitato toscano di liberazione, lo scrisse mentre per le strade si eseguivano retate di ebrei, si uccidevano renitenti alla leva e dal cielo gli Alleati bombardavano gli scali ferroviari per impedire i rifornimenti ai tedeschi. Ogni giorno poteva essere l’ultimo. Ora un giornalista, Nicola Coccia, ha ricostruito quella vicenda in un volume intitolato «L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti», edizioni Ets. L’autore, per sei anni, ha setacciato gli archivi di mezza Italia. Ha rintracciato  le persone che avevano incontrato Carlo Levi. Ha intervistato la figlia segreta dell’antifascista torinese. Fra le foto inedite  anche quella dell’uomo che ha suggerito a Carlo Levi il titolo del suo capolavoro, «Cristo si è fermato a Eboli», e un quadro, molto significativo, rimasto chiuso in una stanza per settant’anni. Una vicenda, questa, che comincia fra Vangile e Montecatini, in provincia di Pistoia.

Il libro, che ha vinto il Premio nazionale Carlo Levi, sarà presentato sabato 14 luglio alle 16 al Centro socio-sanitario Filippo Turati a Gavinana. Sarà presente Nicola Coccia.

Fonte: Ufficio stampa



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