Lo scrittore Italo Calvino diceva che di una città non si apprezzano le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda; Firenze, che di meraviglie ne ha migliaia, dovrebbe ora rispondere alla domanda se con l’ordinanza contro bivacchi e ubriachi, e relative sanzioni, s’intenda seriamente offrire una risposta amministrativa al degrado e se, infine, questa sia la via giusta.
Per noi no. L’ordinanza (contingibile e urgente) appartiene alla categoria “effetti speciali”: mediatica al punto giusto, muscolare, politicamente correttissima, è adatta a rispondere alla richiesta non tanto di sicurezza, circoscritta com’è a solo nove luoghi tra piazze e giardini, quanto alla pericolosa “percezione” di sicurezza. E potremmo anche dire che ci risiamo: l’anno scorso le inutili sistolate sui sagrati delle chiese, quest’anno la parodia dell’antibivacco. Ordinanze tisana: calmanti e inutili.
Non sono, infatti, queste le risposte che la cittadinanza attende per far fronte alle ondate di turismo insostenibile che stanno sgretolando fin nel profondo l’identità di Firenze, o alle sacche di marginalità che, dalle periferie al centro storico, aspettano risposte diverse dall’amministrazione responsabile dell’accoglienza.
Se proprio si vuol continuare a procedere con gli effetti speciali, l’unico suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di dotare, a questo punto, i vigili di utili etilometri.
Fonte: Associazione Progetto Firenze
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