Il piccolo Alex è tornato in Italia, coinvolto il Nucleo Operativo Protezione Civile Firenze

È arrivato stamani alle 11.23 a Roma, Alessandro Maria, il bimbo di diciannove mesi residente a Londra, nato con una malattia rarissima, la linfoistiocitosi emofagocitica, per cui si è mobilitata tutta l'Italia alla ricerca di un donatore compatibile.

Dopo che l'unico donatore, rintracciato attraverso la banca dati mondiale, non si è reso disponibile fino a gennaio, tempo incompatibile con la malattia del piccolo che necessita del trapianto prima possibile, è stato deciso, come hanno spiegato i suoi genitori, Paolo e Cristiana, sui social, il trasferimento all'ospedale Bambino Gesù di Roma dove si tenterà la cura con tecniche innovative.

Il Great Ormond Street Hospital, dove il piccolo era in cura, d'accordo con il professore Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-Ematologia pediatrica del Bambino Gesù, ha proposto di trasferire Alessandro Maria a Roma dato che l'Ospedale della Santa Sede è uno dei primi al mondo per il trapianto di midollo da genitore con una metodica innovativa di manipolazione delle cellule staminali. All'aeroporto di Ciampino, stamani alle 11,30 c'erano i volontari del Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti, specialisti nel mondo per essere leader nel delicato compito di trasferire il midollo dal donatore al ricevente, ed è proprio a loro che anche i genitori di Alex si sono rivolti per aiutarli nell'organizzare la delicata staffetta sanitaria per il piccolo da Londra all'ospedale dei bambini di Roma.

Il trasferimento si è reso possibile grazie a un volo privato della Airmedical, i cui costi sono stati sostenuti dalla famiglia del piccolo, e dall'aeroporto all'ospedale, grazie all’intervento solidale di un’ambulanza attrezzata ed equipaggio specializzato della Croce Rossa Italiana, sezione di Roma.

La gara di solidarietà si è attivata grazie ad Avis e Admo, che le scorse settimane hanno dato vita a tante iniziative finalizzate alla ricerca di un donatore compatibile. “Nell'anno dei nostri 25 anni di attività e 10.000 vite salvate – dichiara Massimo Pieraccini, direttore del Nucleo Operativo - è stata una grande emozione essere di supporto anche a questo caso che ha suscitato la sensibilità di tante persone. Sono felice e orgoglioso che tutto si sia svolto in maniera impeccabile e che il piccolo sia nelle mani dei sanitari. Adesso è il momento di lasciare lavorare i medici e aspettare che ci diano notizie”.

Fonte: Ufficio Stampa



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