Castelfranco e Santa Croce, uniti dalla nascita e divisi da un funerale

Giulio Ciampoltrini in Frammenti di Storia, Ed. Circolo del Pestival, 1983, aveva ipotizzato la fondazione simultanea del castello di S. Croce e di quello di Castelfranco negli anni 1252/53. Più tardi, in La piazza del comune di Castelfranco di Sotto, p.20/21, Lalli Editore, 1998, sarà definito l’anno e il giorno della fondazione delle due Terre Nuove.

Scrive Ciampoltrini: "...il 14 aprile 1253, era già costituito nei suoi ordinamenti il Castrum Sanctae Crucis: Nello stesso periodo fra l’ estate del 1252 e la primavera del 1253, (Firenze intanto aveva innalzato l'insegna guelfa: giglio vermiglio in campo bianco), quattro comunità lungo l’Arno: Paterno, Caprugnana, Catiana, Villa San Pietro, si raccolsero per quartieri, nel Castrum Franchum Vallis Arni Inferioris, l'odierna Castelfranco di Sotto. Noi ci domandiamo: chi fu che volle la fondazione e costruzione delle due terre murate di Santa Croce e Castelfranco?

"L'operazione voluta dai lucchesi - scrive Alberto Maria Onori - prese le mosse dalla vittoria contro i Pisani del 1252 presso Pontedera e procedette con una rapidità sconcertante. In Santa Croce confluirono gli abitanti delle cappelle di Sant'Andrea Vallis Arni, San Tommaso di Vignale, e San Vito. Le prime due cappelle appartenevano anch'esse al piviere di Santa Maria a Monte, l'ultima era invece stata scorporata dalla pieve di Cappiano."[...] - Dentro la cinta che li proteggeva - presumibilmente poco più di un terrapieno sostenuto e coronato da palificazioni in legno e munito di un fossato - , i due nuovi castelli vennero suddivisi in ripartizioni interne (quattro per Castelfranco e tre per Santa Croce) che ripetevano la distinzione della popolazione secondo gli abitati dai quali provenivano.

In accordo con le aspettative delle popolazioni rurali, solo la potenza di Lucca, allora alleata con Firenze in funzione antipisana, riuscì a favorire il nascere dei castelli di Santa Croce e Castelfranco, dotati di un discreto territorio o contado, vincendo le resistenze di Fucecchio, Santa Maria a Monte, Cigoli, Stibbio, e San Miniato. Certo è che con la rivoluzione delle Terre nuove, fu ridisegnata profondamente la geopolitica sulle due rive dell'Arno, sulle colline delle Cerbaie, e nella pianura fra Arme (l'antica Gusciana), e Arno. Nel 1418- Il territorio di Orientano fu spartito fra le due comunità di Castelfranco e Santa Croce. Alla prima fu assegnata la porzione settentrionale del paese e alla seconda quella meridionale. Mentre nel 1446, iniziavano i radicali restauri dell’ospedale di Altopascio promossi dal Maestro Giovanni di Piero Capponi, che intendeva così restituire alle sue originarie funzioni di tutela dei viandanti quello che era stato il più prestigioso ospizio del Medioevo in territorio lucchese, qualche anno più tardi Santa Croce e Castelfranco autorizzarono l’istituzione di un’osteria per la vendita di pane, vino e carne in località Seta di Poggio, odierna Greppi.

Nel 1452, la signoria di Firenze concesse al comune di Santa Croce per sei anni una diminuzione della solita tassa a condizione che gli uomini di Santa Croce, a quel tempo meno di un migliaio di bocche, con quell'avanzo costruissero di nuovo i muri del loro castello rovinati o guasti dalle inondazioni dell'Arno. Anche Castelfranco ottenne agevolazioni per il suo callone nella seconda metà del XVI secolo, in virtù del disegno egemonico di Firenze che tendeva al controllo del Valdarno di Sotto come base per la costruzione dello stato territoriale che si stava sviluppando.

Dal XV agli inizi del XX secolo, Santa Croce e Castelfranco si trovarono spesso uniti per contrastare il potere di Santa Maria a Monte, Fucecchio e San Miniato, che non volevano cedere porzioni di territorio in pianura e nelle Cerbaie alle nuove terre che reclamavano un proprio spazio vitale sia per il controllo dei fiumi: Usciana e Arno, sia per lo sfruttamento delle ricchezze dei boschi.

Questa alleanza e collaborazione fra le due comunità entrò in crisi a causa di una questione religiosa: un funerale voluto dai santacrocesi in forma civile, e dagli orentanesi in forma ecclesiastica. Così al termine di varie diatribe e con un referendum, nel 1910 Orentano ottenne il distacco da Santa Croce. Ciò contribuì al rafforzamento, che dura tutt’oggi, dell’egemonia territoriale di San Miniato e Fucecchio.

Valerio Vallini

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