Dallo scorso dicembre il presidio ospedaliero San Jacopo ha avviato l’applicazione del protocollo Eras (Enhanced Recovery After Surgery) per interventi di chirurgia resettiva colorettale sia per patologie benigne che maligne.
Lo scopo del protocollo Eras è aiutare il paziente ad affrontare l’intervento in una condizione psico-fisica ottimale, senza stress, ben nutrito e con un profilo funzionale adeguato così da contribuire alla buona riuscita dell’operazione chirurgica.
L’adesione a questo tipo di percorso consente inoltre di ridurre l’incidenza delle complicanze postoperatorie, migliorare il recupero del paziente, riducendo così anche la durata della degenza ed i costi sanitari.
ll protocollo consiste in un percorso multidisciplinare pianificato e coordinato da un’equipe di professionisti composta da Sandro Giannessi, direttore dell’ area aziendale chirurgia generale del dipartimento chirurgico (diretto da Stefano Michelagnoli) Sara Riccadonna e Andrea Vannucchi chirurghi del San Jacopo, Cristina Salvadori, infermiera coordinatrice Setting b chirurgico e servizio gestione liste d’attesa, dalle dottoresse Elena Bianchi, Gianna Fabbri, Jessica Lavorini, dietiste, e dalla dr.ssa Nadia Bonechi, anestesista.
”La filosofia della mininvasività sta ormai pervadendo tutte le nostre strutture ospedaliere e la stiamo perseguendo con tutti i nostri operatori al fine di limitare sempre di più ai nostri pazienti tutti i disagi derivanti da un intervento operatorio con un'alta qualità del percorso assistenziale-afferma Stefano Michelagnoli, direttore dipartimento chirurgico."
“Il punto di partenza del percorso- aggiunge il dr. Sandro Giannessi- è rappresentato dal counseling preoperatorio, ovvero un momento di incontro tra l’equipe multidisciplinare e il paziente in cui vengono presentate le varie fasi del protocollo e l'iter dell'intervento chirurgico, condividendo con lui obiettivi e motivandolo ad aderire al percorso. In particolare vengono fornite una serie di indicazioni e procedure volte a migliorare il suo stato psico-fisico, ridurre lo stress generato dall’intervento chirurgico e favorire una più rapida ripresa post operatoria. A tal fine è utile il coinvolgimento dei familiari che dovranno assistere il paziente durante la degenza e in seguito al suo rientro a casa.”
L’incontro è svolto in un ambulatorio dedicato e di solito avviene dopo l'inserimento del paziente in lista operatoria, con sufficiente anticipo rispetto alla data prevista per il ricovero.
Questo tipo di protocollo viene già applicato in altri presidi tra cui l’ospedale Santo Stefano di Prato, Santa Maria Annunziata e San Giovanni di Dio di Firenze.
Il criterio di scelta del paziente è legato principalmente al suo consenso e alle condizioni del rischio anestesiologico a cui è sottoposto (livello Asa "American Society of Anesthesiologists"). La Società americana di anestesiologia ha redatto una classificazione che valuta il rischio anestesiologico in base alle condizioni del paziente: Asa 1 paziente sano, Asa 2 paziente con malattia lieve senza limitazioni funzionali, Asa 3 con malattia grave con modica limitazione, Asa 4 malattia grave con limitazione importante. Per i pazienti Asa 4 l'applicazione delle varie fasi del protocollo viene discussa preliminarmente dal chirurgo ed anestesista.
Alla fine del counseling i professionisti sanitari consegnano al paziente le indicazioni dietetiche, raccomandano un incremento dell'attività fisica quotidiana (camminare almeno 30 minuti al giorno fino alla data dell’intervento), nonché l’astensione da alcool e fumo nelle 4 settimane precedenti l’intervento e rilasciano la prescrizione di immunonutrienti da assumere 1 settimana prima per potenziare le difese immunitarie. Ai pazienti grandi fumatori (>15-20 sigarette al giorno) o con anamnesi positiva per patologia respiratoria severa (BPCO, asma, sindrome delle apnee notturne) viene consegnato un incentivatore respiratorio da utilizzare per tutto il periodo preoperatorio (5 minuti consecutivi, da ripetere almeno 5-6 volte al giorno) e postoperatorio.
Il personale infermieristico addetto alla preospedalizzazione contatta il paziente per programmare gli accertamenti preoperatori (esami ematici, ECG, visita anestesiologica) ed al termine del percorso di preospedalizzazione verrà valutato dal chirurgo per la compilazione della cartella clinica prescrivendogli la profilassi antitrombotica da somministrare la sera precedente l'intervento.
La sera prima e la mattina del ricovero il paziente dovrà bere una bevanda carica di glucosio (a base di maltodestrine) per affrontare lo stress acuto causato dall’intervento in uno stato fisico adeguato.
Seguendo il protocollo Eras il paziente potrà riprendere ad alimentarsi e iniziare a camminare il giorno stesso dell’intervento. Sulle pareti del reparto di chirurgia sono appese alcune emoticon rosse, gialle e verdi, come i codici colori del triage che il paziente dovrà seguire per iniziare a muoversi (un giro completo del reparto rappresenta il massimo livello di mobilità da raggiungere). Inoltre una volta valutata la completa ripresa funzionale del paziente potrà essere dimesso entro 5 giorni dopo l’intervento con successivo follow up a domicilio da parte dei professionisti sanitari. Il personale del reparto infatti contatterà telefonicamente il paziente per avere informazioni sul suo stato di salute e dopo circa una settimana dall’operazione effettuerà una visita di controllo e rimozione dei punti. Ad un mese di distanza verrà nuovamente contattato per discutere il risultato dell'esame istologico.
L'applicazione del protocollo Eras punta ad andare incontro alle esigenze del paziente. Attraverso un percorso informativo di ciò che accade prima, durante e dopo l'intervento ed un programma di alimentazione e ottimizzazione della sua condizione psico-fisica il paziente potrà affrontare l'evento con più serenità con una conseguente riduzione di complicanze post operatorie.
Fonte: AUSL Toscana Centro
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