Carcere di Pisa, Sarti: "Uno spazio per i detenuti riservato all'Ospedale Cisanello"

Paolo Sarti

“Tra le tante criticità del carcere Don Bosco di Pisa, è urgente intervenire sull’assistenza medica e sanitaria ai detenuti. Sarebbe importante creare uno spazio predisposto per l’accoglienza della popolazione carceraria al Cisanello, o recuperando quello che era stato incluso nella progettazione dell’ospedale pisano, o riservandone uno ex novo in quello che sarà il terzo lotto”. E’ la proposta del consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti che ha visitato il Don Bosco, questa mattina, assiema a Luca Barbuti (Prc), Tiziana Nadalutti (Una Città in Comune) e una volontaria dell’associazione Controluce.

“Il personale sanitario fa i miracoli ma -continua Sarti- si muove tra mille difficoltà, dovute anche alla sovrapposizione burocratica tra ministeri, da una parte, e Asl, dall’altra. Per quanto riguarda il Don Bosco nel suo complesso, a due anni dalla nostra ultima visita, non abbiamo notato grandi differenze, anche se alcuni lavori di ristrutturazione sono in corso: celle fatiscenti e sovraffollate, bagni indecorosamente a vista. Colpisce poi la quasi totale assenza di attività per i detenuti, attività che siano ricreative, culturali, formative, che sia a socializzare tra di loro che a trascorrere con più dignità il tempo della pena, investendo magari sul proprio futuro. Le pochissime iniziative sono affidate a qualche associazione di volontariato. Si deve alla buona volontà di singole persone se, ad esempio, alcuni detenuti riescono a portare avanti i percorsi universitari”.

“Siamo molto preoccupati anche per il trasferimento temporaneo della trentina di donne, di cui la stessa direzione non sembra avere delle certezze sulla loro destinazione, in attesa del completamento dei lavori in questa sezione, che dureranno, nella migliore delle ipotesi, almeno sei mesi. Complessivamente, purtroppo, il Don Bosco si dimostra una struttura inadeguata. Tanto per la popolazione carceraria quanto per il personale che vi lavora. In assenza di condizioni minime di vivibilità, il regolare rapporto umano e professionale è messo a grave repentaglio. Per questo è facile immaginare -conclude Sarti- che le tensioni che nei mesi scorsi hanno portato a rivolte e a suicidi, possano ripetersi”.

Fonte: Sì Toscana a Sinistra - Ufficio Stampa



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