Pallone, pizza e pulmino: Empoli fa comunità attorno al Calcio Sociale

Un passaggio per un goal, scatti dal campo (foto Calcio Sociale Empoli)
Un passaggio per un goal, scatti dal campo (foto Calcio Sociale Empoli)

Un passaggio per un goal, scatti dal campo (foto Calcio Sociale Empoli)

Si dice che i media parlano solo di notizie negative, tralasciando - volontariamente o meno - quanto di buono accade ogni giorno. Non è vero, ma fa comodo pensarlo perché è più semplice e meno faticoso. Basta solo osservare meglio ed ecco che la situazione cambia. Il punto è proprio quello: guardarsi intorno, approfondire.

Recentemente c'è chi, cavalcando quest'onda, si diverte nel parlare di una società frammentata, scollata. Questa negatività costretta è diventata protagonista, ma l'antidoto è proprio quello di guardarsi intorno. Pensare allo sport, al calcio per esempio. Meglio ancora se si volta lo sguardo a quanto accaduto a Empoli nella giornata di ieri, lunedì 11 febbraio, quando il significato di comunità è tornato a essere il più virtuoso possibile.

Merito di Empoli, certo, ma soprattutto del Calcio Sociale, l'idea illuminata del Centro Giovani Avane del Centro di Accoglienza di Empoli, gestito dalla Cooperativa Il Piccolo Principe.

'Un passaggio per un goal' ha richiamato in campo ottanta persone, per non parlare delle oltre trecento che si sono sedute a tavola poco dopo al Centro*Empoli. La raccolta fondi con Fondazione Il Cuore Si Scioglie per regalare un pulmino a una delle realtà più positive di tutta Empoli è andata e sta andando benissimo, grazie alla partecipazione numerosa di ieri. I soci Coop si sono messi a disposizione del progetto per aiutarlo ad arrivare lontano, in ogni senso.

In un momento in cui la diversità viene accentuata in maniera forzata, è bastato un pallone per azzerare divisioni e polemiche e restituire un senso di comunità unita e felice.

Un passaggio per un goal, scatti dal campo (foto Calcio Sociale Empoli)

Un passaggio per un goal, scatti dal campo (foto Calcio Sociale Empoli)

Nel tardo pomeriggio, sul terreno di gioco concesso dalla Polisportiva Santa Maria si sono alternate persone di ogni sesso, età, religione, peso, altezza e chi più ne ha più ne metta. Otto squadre di circa dieci persone (tra 8 e 65 anni...) hanno unito ragazzi e ragazze: il pallone passava dal tatuatore al calciatore delle giovanili, dal giovane con la sindrome di down alla timida ragazzina alla sua prima esperienza passando per il richiedente asilo. Per poi finire con un cerchio di palloncini in cielo seguiti da concetti chiave come 'accoglienza' o 'partecipazione'.

È capitato che una madre in fila per iscrivere il proprio figlio chiedesse di partecipare e cinque minuti dopo si trovasse in campo con una pettorina gialla, pur senza sapere necessariamente calciare un pallone come Rade Krunic. È capitato anche che lo stesso Empoli partecipasse, mandando capitano e vice delle Ladies a dare il calcio d'inizio. Per non parlare di chi ha potuto riscoprirsi Ciccio Caputo per un giorno, come i 'volti noti' Claudio Freschi e Lapo Cantini, rispettivamente ex presidente di Co&So e responsabile Confesercenti Empolese Valdelsa. Protagonisti anche il Ponte a Elsa Calcio, la Misericordia di Empoli, Oxfam e la Misericordia di Cerreto Guidi.

Chi ha vinto? Risposta semplice: tutti. Cosa è il Calcio Sociale è ormai assodato, il risultato finale non conta. Basta giocare e divertirsi tutti assieme, senza limiti o retoriche. E se un portiere sbaglia una presa poco importa, la bellezza di questa giornata - e verrebbe da dire anche del calcio - sta nel sorriso di una bambina che ha appena piazzato all'angolino un calcio di rigore di fronte alle sue amiche in tribuna.

La cena al Centro*Empoli (foto gonews.it)

La cena al Centro*Empoli (foto gonews.it)

La solidarietà è stata protagonista anche a cena: oltre trecento persone, pizza, cordialità e molte risate. "Sono felice che si incontrino realtà come il Calcio Sociale e la Fondazione Il Cuore Si Scioglie, c'è bisogno di esempi positivi" è quanto ha detto il sindaco Brenda Barnini, presente alla cena ma che, purtroppo, non ha potuto scendere in campo a causa degli impegni istituzionali.

Non può che essere soddisfatto Juri Stabile, mente e braccio del Calcio Sociale assieme a molti altri educatori: "Abbiamo cambiato le regole del pallone per poter stare tutti assieme, quindi non possiamo che usare questo 'strumento' per unire le persone".

Il pulmino è più vicino, anche Stabile ha sottolineato come sia un "mezzo per riuscire a farci crescere e raggiungere ancora più persone". Su Eppela e nei Centri Soci Coop è possibile donare fino al 10 marzo. Le notizie positive esistono eccome, bisogna solo smettere di far finta che non ci siano.

Gianmarco Lotti



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