Sviluppo economico e profili sociali, Legacoop Toscana lancia un 'patto per il lavoro e l'impresa'

Un “patto per il lavoro e l’impresa” nell’area fiorentina che contribuisca, attraverso l’impegno e le idee di tutti i soggetti interessati, a qualificare lo sviluppo e a migliorare le condizioni dei lavoratori. È la proposta lanciata oggi dal presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini ai rappresentanti istituzionali e delle categorie economiche presenti alla Camera di Commercio di Firenze per l’incontro “Profili sociali dello sviluppo economico dell’area fiorentina” organizzato da Legacoop Toscana. Nella città metropolitana di Firenze sono presenti 190 cooperative che operano in vari settori e contano più di 566 mila soci. Il valore della produzione è di oltre 2 miliardi di euro e il totale degli occupati è di quasi 15 mila persone.

“In un Paese che fatica e in una Toscana che vediamo avere due velocità, Firenze, per mantenere il proprio tenore di vita, si deve interrogare su tre questioni principali - ha detto il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini - la struttura della popolazione, che invecchia sempre più, i salari che non crescono e la fuga di tanti giovani che si rivolgono altrove per trovare opportunità di lavoro soddisfacenti. Apriamo un percorso per un patto per il lavoro e l’impresa nell’area fiorentina, finalizzato alla qualificazione dello sviluppo, come ad esempio introdurre nelle filiere e negli appalti un reddito minimo”. Un percorso per un patto che, nell’idea di Legacoop Toscana, potrebbe partire proprio da Firenze e dalla Toscana centrale, con l’auspicio di potersi estendere in prospettiva a tutta la regione. Insieme a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, la Toscana è infatti secondo l’ultimo Rapporto annuale Irpet tra le regioni più dinamiche, pur in un quadro di bassa crescita, con la Toscana del centro che fa da traino allo sviluppo. Quanto incide in questo trend il sistema locale fiorentino e quali sono i profili sociali che lo contraddistinguono? Urbano, plurispecializzato, con produttività e costo del lavoro elevati, elevata apertura commerciale e vocazione all’export, alta occupazione e bassa disoccupazione. Sono alcuni dei tratti caratteristici del sistema locale fiorentino delineati oggi nel corso dell’iniziativa dal direttore dell’Irpet Stefano Casini Benvenuti. “È un sistema aperto e ad alto potenziale – ha spiegato Casini Benvenuti - in cui tutti gli indicatori, dal valore aggiunto procapite a quello per unità di lavoro, dai consumi interni all’export all’estero, dalle unità di lavoro al numero di turisti, risultano maggiori rispetto al dato regionale”. Alla tavola rotonda moderata da Ernesto Ferrara, giornalista di Repubblica Firenze, hanno preso parte Dario Nardella, sindaco di Firenze, Daniela Mori, presidente Unicoop Firenze, Luigi Salvadori, presidente Confindustria Firenze, Alberto Marini, direttore Confesercenti Firenze, Paola Galgani, segretaria generale Camera del lavoro metropolitana CGIL Firenze e Massimo Muratori, presidente Arca cooperativa sociale.

Le dichiarazioni

"Questa idea del patto del lavoro è assolutamente sostenibile dalle Istituzioni pubbliche, che possono lavorare insieme ai soggetti privati e cominciare dal privato sociale – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella -. Lo scorso anno abbiamo siglato, con vari soggetti del mondo della cooperazione tra cui anche Legacoop Toscana, un accordo importante di supporto alle cooperative di tipo B. Siamo stati i primi in Italia. L'accordo consisteva nell'usare la leva degli appalti per aiutare i soggetti socialmente svantaggiati. Il Comune di Firenze è disponibile a lavorare al patto per il lavoro che orienta verso la sfida del lavoro e della qualità dello stesso".

"Unicoop Firenze è una cooperativa di consumatori che opera nella Gdo, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei nostri soci e con una vocazione territoriale - ha detto Daniela Mori, presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze - Stare sul territorio per noi significa essere al servizio di 1 mln di soci, ma anche attivare 13mila posti di lavoro in Toscana fra diretti e indiretti, oltre a rifornirsi da oltre 1000 produttori locali, di 300 piccoli e piccolissimi, che sono il doppio della media dei nostri concorrenti. La cooperativa lavora perché il territorio possa acquisire ulteriore valore e attraverso le sue politiche commerciali centrate su convenienza e qualità dei prodotti è impegnata per salvaguardare il potere di acquisto dei toscani, che possono approfittare di prezzi della grande distribuzione più bassi rispetto alla media nazionale”.

“Il manifatturiero è il nostro antidoto alla crisi, va valorizzato adeguatamente unendo le forze, perché pur seguendo un generale trend di rallentamento, conserva ancora il proprio ruolo di traino dell’economia dell’area metropolitana fiorentina – sottolinea Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze -. È necessario scommettere di più sulle nostre ricchezze produttive, come l’industria alimentare, rimuovendo tutti i vincoli competitivi che ne ostacolano lo sviluppo e ne diminuiscono l’attrattiva anche verso investitori internazionali, a cominciare dal sistema infrastrutturale”.

"Il legame con il contesto urbano e il territorio è, per la piccola impresa, un elemento competitivo molto importante - ha affermato Alberto Marini, Direttore Confesercenti Firenze - risulta quindi necessario attuare politiche di nuova generazione, capaci di trasformare i nostri centri in città intelligenti, agendo sulla qualità dell'abitare, dei servizi, della mobilità, e con la messa in rete delle risorse economiche e culturali". “Il tema principale per noi sta nel valore del lavoro nello sviluppo, a partire dalle questioni degli appalti pubblici e privati, dei diritti e del salario delle lavoratrici e dei lavoratori – ha detto Paola Galgani, segretaria generale CGIL Firenze -. Per uno sviluppo socialmente sostenibile è inoltre necessario investire sulla formazione, a maggior ragione con i cambiamenti che l’innovazione

produce. Quanto al salario, per noi ci sono i Contratti nazionali e vorremmo che questa fosse una priorità anche per le associazioni delle imprese”.

“Quello sociosanitario ed educativo è uno dei settori dove maggiore è stato l’impoverimento dei salari reali negli ultimi dieci anni – ha detto Massimo Muratori, presidente di Arca cooperativa sociale – Tariffe bloccate, gare d’appalto al massimo ribasso, spezzettamento dei servizi e delle prestazioni, assenza di finanziamenti per investimenti. Il CCNL delle coop sociali è fermo al 2012. È chiaro che occorre una netta svolta redistributiva che ricrei le condizioni minime per gli operatori del settore”.

I dati Irpet

Dai dati presentati dal direttore dell’Irpet Stefano Casini Benvenuti emerge che quello fiorentino è un sistema in cui il valore aggiunto va ricercato soprattutto nei settori del commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (21.7%), industria manifatturiera (18.3%), attività professionali (13.7%), amministrazione pubblica, istruzione, sanità (13.7%), attività immobiliari (13.3%) (dati al 2016). Con un diverso ruolo dei comuni che ne fanno parte: Calenzano e la stessa Firenze hanno il tasso di occupazione più elevato, oltre il 50%. La manifattura incide di più in alcuni comuni rispetto a altri (Calenzano, Scandicci e Campi Bisenzio), la pubblica amministrazione incide soprattutto su Firenze, alberghi e pubblici esercizi a Firenze Calenzano e Fiesole. Nel Sistema locale fiorentino gli stranieri incidono per il 13,4% sul totale dei residenti, una famiglia è composta in media da 2,2 componenti, le famiglie composte da giovani single sono il 4,1%, le famiglie composte da un anziano solo il 13.4%. Se si guarda al capitale umano e mercato del lavoro, il tasso di occupazione 15-64 anni nel sistema locale fiorentino risulta pari al 67.2% (vs 64.5% Toscana), con un tasso di occupazione femminile nella stessa fascia di età pari al 61.7% (vs 56.8%). Il tasso di disoccupazione è pari a 6,5% (vs 8,1% Toscana), il tasso di disoccupazione giovanile al 24,1% (vs 27,2%). L’incidenza delle professioni ad alta/media specializzazione è del 37.2% (vs 31.5% Toscana), quella delle professioni artigiane, operaie o agricole del 17% (a fronte del 22.5%). Gli adulti con un titolo di studio superiore sono il 63.2% (vs 56.4%), i giovani laureati sono il 31.8% (vs 24%). Le abitazioni di proprietà incidono per il 72.7% (vs 74.5% dato regionale). Nell’area fiorentina le giornate di presenza dei turisti in un anno sono state 11.620.000 a fronte di 44.733.000 dell’intera Toscana (dato 2017). Per quanto riguarda il lavoro, la struttura sociale nell’area fiorentina è composta in prevalenza da lavoratori dipendenti (70.5%) seguita dagli indipendenti (25.4%). Tra questi ultimi, i liberi professionisti sono il 6.9%, i lavoratori in proprio il 12%. I soci lavoratori di cooperativa sono lo 0,9%. Infine, i movimenti pendolari da e per l’area fiorentina riguardano soprattutto Prato (33.690 persone), Montevarchi (12.560) ed Empoli (11.549). All’interno del sistema locale fiorentino i Comuni che fanno registrare i maggiori movimenti pendolari sono Firenze (157.727 persone), Sesto Fiorentino (46.257), Scandicci (44.544).

Fonte: Ufficio stampa Legacoop Toscana



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