Manifestazione di Forza Nuova, un centinaio i partecipanti. Sono 5mila alla contromanifestazione

La questura di Prato nella serata di ieri conferma che la manifestazione di Forza Nuova non si terrà sotto forma di corteo ma di presidio o manifestazione fissa. Piazza del Mercato Nuovo che avrebbe dovuto essere la meta del corteo accoglierà il presidio. Mentre a piazza delle Carceri si terrà il presidio antifascista sottoscritto da partiti, associazioni, sigle sindacali.

A seguito della decisione della questura di prescrivere a Forza Nuova un presidio in piazza del Mercato Nuovo invece del corteo previsto il Comune di Prato comunica che i divieti di sosta e rimozione forzata lungo il percorso sono di fatto nulli. Dati i tempi stretti, poiché l'ordinanza della questura è stata comunicata al Comune nella poco prima delle 23 di venerdì 22 marzo, gli addetti stanno coprendo o rimuovendo i cartelli in queste ore.

Resta invece in vigore il divieto di sosta nella porzione del mercato nuovo prospicente viale Galilei. Le auto in sosta negli altri due quadrati, la cui presenza non era compatibile con il presidio, sono state spostate senza addebito per i proprietari nel piazzale del Ponzaglio (senza sanzione né addebiti). Analogo provvedimento nel tratto di Viale Galilei a partire dal Ponte Datini fino alla rotonda del sottopasso con orario 8.00 - 19.00.

Lungo le vie dove sarebbe dovuto passare il corteo molti esercizi commerciali sono rimasti chiusi, qualcuno ha preferito invece installare strutture in legno a protezione delle vetrine.

Anpi: ricorso per apologia di fascismo

"La dichiarazione del prefetto di Prato che parla di libertà di espressione è inammissibile. Qui c'è un evidente oltraggio alla Costituzione. Le leggi Scelba e Mancino vanno applicate"

La Presidente nazionale dell'ANPI Carla Nespolo, ha rilasciato un'intervista a la Repubblica in cui ha dichiarato: "Siamo pronti a denunciare Forza Nuova per apologia di fascismo e coloro che consentiranno la manifestazione di oggi Prato a dispetto delle 20 mila firme contro che sono state raccolte, del dissenso del sindaco della città e di tutti i primi cittadini della zona, del presidente della Regione Toscana, della Diocesi stessa, dei sindacati e di molte associazioni".

Il presidio antifascista

In piazza delle Carceri si sono riunite circa 5000 persone per la 'contromanifestazione' convocata per rispondere al presidio fascista di Forza Nuova 'contro l'immigrazione', che si sta svolgendo a circa un chilometro dal centro storico di Prato, in piazza del Mercato Nuovo. Al momento non si segnala nessun problema di ordine pubblico e la manifestazione si sta svolgendo in modo pacifico e ordinato. Tante le bandiere presenti, dai sindacati, ai partiti politici, ma anche bandiere dell'Europa e dell'Italia. Al presidio partecipano, tra gli altri, il presidente della Regione Enrico Rossi, diversi sindaci della provincia di Prato, il sindaco di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti oltre al deputato del Pd Antonello Giacomelli e al sindaco della città Matteo Biffoni.

Al momento un centinaio i manifestanti di FN

Sono un centinaio, al momento, i manifestanti di Forza Nuova assiepati nel giardino di fronte alla stazione ferroviaria centrale di Prato. Alcuni esponenti delle forze dell'ordine hanno spiegato che si sta valutando se far sfilare il gruppo a piedi verso piazza del Mercato nuovo, dove è previsto il presidio autorizzato, o condurli a destinazione con un pullman.

In piazza del Mercato nuovo, dove i manifestanti di Forza Nova sono giunti, si stanno iniziando a tenere alcuni comizi da parte dei leader del movimento di destra, tra cui anche il fondatore Roberto Fiore. I manifestanti hanno raggiunto la piazza a piedi lungo il percorso stabilito per il corteo ma senza sfilare ufficialmente. In piazza delle Carceri, dove è invece in corso la contromanifestazione, gli organizzatori hanno chiesto alla platea di "non allontanarsi dalla piazza prima che la manifestazione si sia conclusa", dato che, è stato detto, "ci sarebbero rischi per la sicurezza"

Offese a Gad Lerner: "Ebreo"

Si conclude il comizio di Fiore, termina la manifestazione

"Volevamo manifestare contro le politiche sull'immigrazione e dove farlo se non a Prato, città simbolo di una immigrazione fuori controllo?" Lo ha detto il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore durante il suo comizio

"L'Italia agli italiani, l'Europa agli europei. Viva Prato, viva l'Italia" ha aggiunto Fiore dopo aver illustrato i punti principali della proposta politica di Forza Nuova.

Dopo il comizio di Fiore i manifestanti del partito di estrema destra sono ripartiti alla volta della stazione ferroviaria centrale di Prato: in questo momento gli uomini delle forze dell'ordine li stanno scortando per far loro compiere il tragitto opposto a quella fatto all'andata.

Controlli ai giornalisti: fotografie ai tesserini e 'permesso' di accesso

Controlli speciali anche per i giornalisti in servizio alla manifestazione di Forza Nuova nei pressi di piazza del Mercato nuovo oggi a Prato. Al momento del controllo dei tesserini professionali, gli stessi venivano fotografati dalle forze dell'ordine. Gli agenti scattavano foto ai documenti e poi chiedevano il permesso alla centrale operativa prima di farli entrare nelle strade e nella piazza della manifestazione di estrema destra.

"Informata che ai giornalisti impegnati nei servizi sulla manifestazione di Forza Nuova a Prato sono stati fotografati i tesserini, l'Associazione stampa Toscana, sindacato unico e unitario dei giornalisti, si rivolge al signor prefetto e al signor questore di Prato per conoscere i motivi di tale, inusuale procedura". E' quanto si legge in una nota dell'Ast. "Il fatto che sia riprodotta, e quindi conservata, la tessera professionale desta quantomeno delle perplessità e può aprire la strada a supporre che possa trattarsi di una schedatura", conclude il sindacato.

Questura: "Nessun problema di ordine pubblico"

"Non ci sono stati episodi degni di rilievo per l'ordine e la sicurezza pubblica". E' quanto si legge in una nota della questura di Prato al termine delle due manifestazioni (organizzate da Forza Nuova e dall'Anpi). "Eventuali violazioni delle prescrizioni impartite dall'Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza saranno oggetto di valutazioni nei prossimi giorni, con eventuale comunicazione all'Autorità Giudiziaria"


I COMMENTI

Enrico Rossi: "Bisogna reagire"

"Queste persone dovrebbero ringraziare l'antifascismo, la Resistenza, la Costituzione, che consente loro di poter commemorare con una modalità che a mio parere ha a che fare con l'apologia di fascismo, un episodio con conseguenze per il Paese, cioè la costruzione dei Fasci di combattimento, da cui sono derivati per il Paese vent'anni e più di rovine, lutti, perdita di libertà e distruzione del tessuto democratico". Così il presidente Enrico Rossi, che oggi era in piazza a Prato per partecipare alla manifestazione antifascista in risposta a quella organizzata da Forza Nuova.

Parlando con i giornalisti, Rossi ha detto: "Credo che siano una miserrima minoranza, che però fa un po' come da dissodatore del terreno per altre forze ben più ampie, che si richiamano a questa modalità, a queste pulsioni fasciste, a questa idea che non possa esserci convivenza. Mi pare che bisogna reagire, e Prato lo ha fatto d'istinto, a partire dal sindaco, ma tante altre forze, persino la Chiesa cattolica, che ho apprezzato moltissimo. E ritrovare le ragioni fondamentali del nostro vivere civile, che sono scritte nella Costituzione. Questo mi pare il punto, quindi la manifestazione di oggi, che mi pare stia riuscendo, mi sembra senz'altro positiva".

"Questi mi sembrano gruppetti - ha aggiunto Enrico Rossi - che alla fine hanno poca influenza, le loro ronde spaventano più che rassicurare, si rifanno nella simbologia, nei loro miti, al fascismo, che è stato definitivamente sconfitto. E tuttavia la storia, anche se non si ripete, può fare le rime e possono esserci molte assonanze, può crearsi una forma di regime di massa, reazionario, fondato sul colpevolizzare chi è diverso, sulla mancanza di dialogo, sulla mancanza di politiche di integrazione, sul mancato riconoscimento di diritti, e questo è molto pericoloso. Naturalmente a quella idealogia si ispira, da quella ideologia prende spunto, persino nel linguaggio, nelle battute: 'Noi ormai dell'Europa ce ne freghiamo', e così via, si può continuare. Avevamo una Lega antifascista con Bossi. Con Salvini ancora non è chiaro se questa Lega nazionale su questo fronte abbia una posizione molto netta , precisa, non mi risulta: idealmente, anche se non nei fatti, ci mancherebbe".

"Le preoccupazioni è bene che esistano e io penso che sia stato anche un errore, rispetto alle reazioni che ha avuto la città, mi sono espresso anche su questo, consentire prima l'idea del corteo, che poi per loro è una marcia, sono inquadrati militarmente. La Prefettura li ha autorizzati - ha sottolineato Rossi -, questi argomenti penso non sfuggano al Viminale. Io mi ero rivolto direttamente a Salvini, avrebbe avuto la possibilità di prendere una posizione netta. Se è il ministro della sicurezza, come vuole presentarsi, perché adesso ci sono negozi chiusi, ci sono banche che hanno deciso di mettere transenne, si è creato inutilmente un clima di tensione? Quindi ci sono stati una sequela di errori, che sarà bene in Toscana non commettere più".

"Voglio mettere il dito anche sulle ronde - ha detto ancora il presidente - Noi non abbiamo bisogno di ronde di parte che spaventano i cittadini, noi abbiamo bisogno di sicurezza che venga dagli uomini dello Stato, dalla polizia, dai carabinieri, dalla guardia di finanza. C'è una dichiarazione che fa accapponare la pelle da parte di questo Fiore, che come sapete è già stato condannato per reati pesanti. Lui dice: lo Stato non esiste più, a questo punto occorre una rivoluzione nazionale e populista. No: lo Stato deve esistere, deve farsi rispettare e deve essere uno stato democratico, fondato sull'antifascismo e sulla Costituzione".

Nardella, queste manifestazioni fanno male a Paese

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha dichiarato: "Il comune di Firenze oggi parteciperà e il messaggio che noi inviamo Prato, che è una città sorella di Firenze, è un messaggio di libertà e di democrazia. Credo che manifestazioni di questo tipo facciano male al Paese perché sollecitano scontro e odio sociale". Secondo il sindaco "Oggi più che mai l'Italia ha bisogno che il popolo democratico si svegli e si faccia sentire e Prato può essere una delle città faro della democrazia italiana".

Rossi dal palco: "In questa piazza la vera Toscana antifascista"

"Io credo che oggi in questa piazza si è manifestata una Toscana vera antifascista, qualcosa che sembrava nascosto sotto la cenere. La ferita che è stata portata alla città di Prato ha risvegliato questa Toscana e la reazione è stata bella, importante". E' quanto ha detto il presidente Enrico Rossi, parlando oggi pomeriggio alla piazza della manifestazione antifascista. "Io penso che è stato fatto prima di tutto un errore da parte delle autorità dello Stato. Bisognava tener conto dell'opinione del sindaco, che aveva detto che non si doveva fare la manifestazione per celebrare la costituzione dei Fasci di combattimento cento anni fa a Milano, che la città avrebbe reagito. E io mi ero rivolto a Salvini perché intervenissse, l'uomo della sicurezza aveva una buona ragione per fare sicurezza democratica reale, per impedire che i commercianti dovessero chiudere i loro negozi, mettere le paratìe davanti alle vetrine, e far sì che questo fosse un normale sabato in una normale città democratica e antifascista come Prato. Noi accusiamo il ministro Salvini di non essere intervenuto e di aver creato tensioni in questa città".

"Poi siamo qui per ricordare cosa è stato veramente il fascismo - ha proseguito il presidente -, perché chi edulcora la memoria, chi la stravolge, chi la cambia commette un reato per le generazioni future. Questo è il compito che noi abbiamo: trasmettere alle generazioni future la verità su cosa è stato il fascismo, la Resistenza e la costruzione della democrazia attraverso la Costituzione nel nostro Paese. Il fascismo fin dai suoi inizi è stato violenza e squadrismo, nacque nelle città con l'appoggio di qualche industriale, erano piccoli borghesi, arditi, poveracci alcuni, delusi dalla guerra, spaventati, di ritorno dal fronte; il fascismo utilizzò questi, proclamandosi antiborghese e antisocialista. Poi ebbe il successo nelle campagne, protetto dagli agrari, che non volevano riconoscere le lotte contadine. Gli operai furono picchiati all'uscita delle fabbriche se erano socialisti. Non ci sono solo i dir itti civili, ci sono anche quelli sociali. Furono incendiate le sedi dei partiti democratici e prima di tutto del partito socialista, le leghe furono chiuse, i dirigenti bastonati, i giornali furono attaccati, la libertà di stampa conculcata. Alcuni preti, come don Minzoni, furono uccisi davanti alle chiese perché si proclamarono antifascisti. Questa è la verità. E poi il fascismo si mise il doppio petto. Ricordiamo cosa disse il duce: quest'aula sorda e grigia avrei potuto trasformarla in un bivacco per i miei manipoli. Così disse Mussolini. Attenti all'antiparitto, alle cariche anti-istituzionali. Si comincia così e non si sa dove si finisce. Dobbiamo ricordarlo. E poi i grandi assassinii: Giovanni Amendola, un liberale, il padre di Giorgio Amendola, un grande comunista; i fratelli Rosselli. E poi fecero marcire in carcere Antonio Gramsci, il grande leader, studiato oggi in tutto il mondo".

"Poi la nefandezza delle leggi razziali, firmate proprio qui a San Rossore - ha ricordato ancora Rossi - E poi la scesa in guerra, le colonie, un giorno andrà pure scritta la storia del nostro nefando colonialismo in Libia, in Eritrea: l'Italia deve fare ancora qualche conto su tutto ciò. Abbiamo compiuto sotto il fascismo nefandezze inenarrabili, che la storia deve scoprire, raccontare e iniziare a insegnare nelle nostre scuole. E poi con Hitler il progetto della barbarie su tutta l'Europa. Se i nazisti avessero vinto insieme ai fascisti l'Europa sarebbe diventata un immenso lager, un immenso campo di sterminio. Lo vogliamo ricordare a quei trecento disperati che sono laggiù... Cento, mi dicono. Regaliamo, trecento. Sono una farsa, ci fanno sorridere, sono soltanto dei nostalgici post-fascisti, ci fanno spavento magari quando fanno le ronde, le loro passeggiate. Io se li incontrassi mi prenderebbe un po' di paura. Voglio dirlo chi aro anche qui, e invito i cittadini, i sindaci, a ribellarsi. Niente ronde, è lo Stato democratico che deve garantire la sicurezza. Lo chiederemo alle Prefetture, dobbiamo scendere in piazza, la sicurezza non è di un gruppetto di esacerbati, di nostalgici che si vestono in modo spaventoso, machisti. Ho scorso su internet un po' di loro foto, non ho trovato una donna. Ma che gli hanno fatto le donne a questi post fascisti?"

"E poi vogliamo anche dire che siamo quio perché abbiamo un'inquietudine - ha detto ancora Enrico Rossi - Voglio dire a questo gruppo sparuto che è nell'altra piazza: si ficchino in testa che noi il fascismo lo abbiamo sconfitto, lo hanno sconfitto i grandi eserciti democratici dell'Inghilterra di Churchill, della Russia di Stalin e dell'America di Roosevelt, e la bandiera rossa dell'Armata Rossa fu piantata per prima sul Reichstag. Nessuno deve cancellare questa storia. Delitti e problemi sì, ci sono stati, e l'autoritarismo ha lo stesso segno spesso, ma la barbarie fu fermata, la trasformazione dell'Europa in un immenso lager fu fermata dalla grande unità di queste forze. Se lo ficchino in testa quel gruppetto di disperati che sta nell'altra piazza: il fascismo lo abbiamo vinto. Ma siamo inquieti. Io provo un'inquietudine profonda. Io vorrei che Salvini almeno si proclamasse, come il suo predecessore Bo ssi, antifascista. Non l'ho mai sentito dire a Salvini. Lo dica, dobbiamo sfidarlo. Come mai la Lega è assente da questa piazza? E' una domanda che faccio, voglio una risposta anche su questo. E poi l'intolleranza, il creare in una comunità il colpevole di tutti i problemi. Qui a Prato ci sono i cinesi, che sono un problema, ma è anche una comunità laboriosa. Convivenza e integrazione sono le nostre prospettive, non ne abbiamo altre. Battiamoci per questi ideali e per queste prospettive, che sono le uniche ragionevoli. Il nazionalismo l'abbiamo già sentito una volta, era nella pancia di quel fascismo di cui loro celebrano la nascita e le rivoluzioni. Ho sentito dire da Fiore oggi che lo Stato è morto perché gli ha proibito il corteo. Io non credo che lo Stato democratico sia morto, noi lo difenderemo contro questi attentati alla convivenza civile, contro il fatto che si calpestano diritti umani e diritti civili" .

"Voglio chiudere con un appello - ha concluso Rossi - Abbiamo alle spalle tante storie diverse anche in questa piazza, fatte a volte di polemiche e di divisioni. Se vogliamo fermare questa deriva illiberale, poco democratica, nazionalista, io penso che bisogna riprendere a dialogare tra tutti noi. Soltanto l'unità delle forze democratiche può battere questi signori, che mi sembrano come dei dissodatori del terreno: loro intervengono scagliando le bombe che fanno rumore e poi viene qualcuno che raccoglie, questo mi sembra il nesso che c'è tra quei signori e qualcuno che si è ripromesso di venire in Toscana per far cessare la storia, detta in modo spregevole, della Toscana rossa. Si accorgeranno che hanno sbagliato i loro conti, ad una condizione: che si realizzi quell'unità. Un grazie di cuore a tutti e un auspicio: non perdiamoci di vista, perché ce ne sarà bisogno per la democrazia".

 



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