Nuove idee contro l'alzheimer, arriva il progetto 'Il Caffè della Beppina'

Quando ad una persona viene diagnosticato un problema di demenza, ad essere colpita non è soltanto lei, ma anche chi le sta accanto, che deve spesso fare i conti con una situazione impegnativa da accogliere e difficile da gestire dal punto di vista emotivo.

Per questo nell’ambito del progetto “Il Caffè della Beppina”, la cooperativa Elleuno ha deciso di proporre un percorso dedicato proprio a coloro che si prendono cura del proprio caro, organizzando alcuni laboratori teorici-esperienziali destinati ai famigliari delle persone che con-vivono con la demenza.

L’approccio scelto è quello del modello Sente-Mente® che ha lo scopo di svelare, nel dolore della malattia, le opportunità di viverla quanto meglio possibile.

Il percorso dei Laboratori Sente-Mente®, aperti gratuitamente ai familiari coinvolti direttamente o indirettamente in questo percorso di Vita, prevede dodici incontri, a cadenza settimanale, a partire dal 15 marzo (e poi ancora 22 marzo, 5 e 12 aprile, 3-10-17-24 e 31 maggio, 7-14 e 21 giugno). Dalle ore 10 alle ore 12, nel Centro Diurno di via Fratelli Roselli 16, gli appuntamenti saranno condotti da Lydia Dali, Felicitatrice del Sente-Mente® Project. Il laboratori sono rivolti anche ai cittadini di Scandicci, Calenzano, Campi Bisenzio, Signa e Lastra a Signa. Durante questi incontri, le famiglie avranno l’opportunità di essere allenate alla resilienza, alla possibilità e condotte oltre lo stato di impotenza così difficile nella malattia.

Il progetto “Il Caffè della Beppina” (che avrà la durata di un anno) è organizzato da Cooperativa Sociale Elleuno, dalla Società della Salute area Nord Ovest di Firenze, dalla Cooperativa Il Girasole con il contributo dell’Associazione Aima ed è co-finanziato dalla Regione Toscana. Il progetto ha un grande obiettivo: rafforzare ed estendere le reti di collaborazione tra soggetto privato e pubblico, per favorire l’accesso dei cittadini a risposte graduate e coerenti con il bisogno di salute; comprende anche due “Atelier Alzheimer” e due “Caffè Alzheimer” che offrono sostegno ai familiari e caregiver in un’ottica di prevenzione sociale.

Scrive Harry Urban che con-vive con la demenza di Alzheimer da 13 anni.

“Non è stato in una notte, improvvisamente, ma lentamente, giorno dopo giorno, che ho realizzato che l’Alzheimer era una degenerazione del mio cervello, ma non della mia personalità, di me stesso. Ho iniziato a sentire che il sentiero che potevo scegliere di percorrere mi avrebbe condotto verso una vita migliore e sento pertanto importante dire a tutti voi, che leggerete questo libro, cosa significhi con-vivere con la demenza e aiutarvi a comprendere che incontrerete tempi difficili.

Ha ragione Letizia: esiste ancora una vita dopo la diagnosi e senza dipingere un quadro roseo, vorrei diffondere Speranza e dare, a ogni persona che in Italia con-vive con la demenza, una ragione per vivere mostrando, come accade nella mia vita, che possono ancora imparare cose nuove e continuare a fare quello che hanno sempre amato.

Potreste dover modificare il modo di fare alcune di quelle cose, ma fintanto che riuscite a farle in sicurezza, non lasciate che la malattia prenda il controllo sulla vostra vita e distrugga il tempo che vi resta.

So che la mia vita è in bilico e so che sto perdendo memorie preziose, ma sono grato di aver sperimentato il Mondo della Demenza e i suoi splendori. Nel mio nuovo mondo si trovano amore puro e comprensione. Sono consapevole che sto perdendo la mia battaglia con l’Alzheimer, ma lo accolgo. Ho trovato amore nel mio cuore, che non mi ero mai reso conto di avere, e ho avuto l’opportunità di aiutare così tante persone a tirarsi fuori dai propri orrori.

Oggi sono capace di guardarmi allo specchio e affermare che mi piace la persona che vedo sorridere”.

Tratto dal libro “#lavitanonfinisceconladiagnosi” di Letizia Espanoli in collaborazione con Elena Mantesso. È possibile iscriversi ai laboratori fino al 4 aprile 2019 mandando una email a dali.lydia@gmail.com, chiamando il 392/0330919 oppure contattando il centro diurno L. Amaducci al 055/4480526 - 348/1366027 www.letiziaespanoli.com – Fb Sente-Mente per caregivers e persone che con-vivono con la demenza

Cos’è il Sente-Mente® Project

La demenza è solo tempo di dolore e fatica? Di paesaggi, di perdita e angoscia? Oppure c’è anche una Bellezza da riscoprire, onorare e difendere per incontrare le persone che convivono con la demenza?

Sente-Mente® è un Modello di cura innovativo nato dall’intuizione di una Formatrice friulana, Letizia Espanoli (www.letiziaespanoli.com), che vanta oltre 30 anni di lavoro nel mondo socio-sanitario nazionale come consulente e formatrice. Suo il merito di aver saputo guardare alla persona malata e non solo alla malattia e aver coniugato aspetti di caring con aspetti relazionali.

Sente-Mente® propone una metodologia per creare opportunità quando tutto attorno urla solo parole di impossibilità. È togliere la malattia dalla frenesia del fare che consuma la vita. È avere cura dell’esistere. È generatore di Resilienza.

La nostra cultura infatti pone l’accento sulla “drammaturgia” delle conseguenze della diagnosi annullando le possibilità, si concentra sulla sola perdita e tutte le azioni proposte hanno il solo scopo di rallentare la degenerazione. La cultura in cui si è immersi condiziona il modo in cui si è abituati a vedere la malattia e questo impedisce di andare oltre alla sofferenza e porta a focalizzare l’attenzione su quello che non va. Prevalgono le preoccupazioni, i pensieri proiettati al futuro e l’angoscia su come la malattia possa progredire, offuscando così anche lo spazio di relazioni con l’altro. Questa è la radice del senso di impotenza che spesso i familiari di anziani con demenza vivono. Essi non si sentono più in grado di poter fare qualcosa e la relazione di cura diventa frustrante.

È giunta l’ora di cambiare questo paradigma, perché nella malattia c’è ancora possibilità. Nonostante la malattia, esiste una strada possibile, ma è necessario superare il concetto del “Cogito ergo sum” di Cartesio: “Penso, dunque esisto”. Questo nel tempo ha consolidato il paradigma dualistico tra mente e corpo che ha portato a guardare, ad esempio, le persone che con-vivono con la demenza come “De-menti” o “fuori dalla loro mente”, ma l’esistenza non è strettamente collegata alla sola capacità di pensare. Da qui nasce il termine “Sente-mente” perché non esiste una senilità emozionale e le persone che convivono con la demenza provano emozioni fino al loro ultimo respiro e sono in grado di “sentire” le emozioni di chi si prende cura di loro (Feeling without memory, 2014). È quindi necessario imparare a capire ed assistere in modo nuovo ed efficace. La vita non finisce con la diagnosi e nessuno può portare via il diritto di amare ed onorare l’altro fino all’ultimo respiro.

Sente-Mente® si pone un interrogativo fondamentale: “Come si può trasformare l’impotenza e togliere quella sofferenza aggiuntiva a chi quotidianamente si prende cura di una persona che convive con la demenza? La risposta è immediata: “Allenando il pensiero e le azioni in modo tale da influenzare gli eventi”. Questo sostiene Letizia Espanoli sulla base delle numerose ricerche scientifiche della più recente neuropsicologia.

Supportato da un comitato scientifico, Sente-Mente® ha l’obiettivo di aiutare le famiglie di persone che convivono con la malattia e le Organizzazioni socio sanitarie ad uscire dallo stato di impotenza, grazie a un metodo capace di creare benessere sia per la persona anziana ammalata, sia per coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nel processo di assistenza e cura.

Fonte: Sente-Mente



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