Il Commissariato di polizia ha eseguito un provvedimento di ripristino della detenzione in carcere nei confronti di B.S. cittadino italiano 41enne residente a Pontedera, emesso dal Magistrato di Sorveglianza di Pisa.
L'uomo doveva scontare un anno di reclusione a seguito di una condanna definitiva per furto aggravato e aveva chiesto e ottenuto di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare presso la sua abitazione dal 31 maggio scorso.
I periodici controlli svolti dal personale del Commissariato di polizia per verificare la sua presenza all'interno dell’abitazione, hanno però fatto emergere la sua tendenza a disattendere più volte le prescrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza, tanto da indurre il Magistrato, all'ennesima violazione da parte dell'uomo, a ripristinare la misura detentiva in carcere.
Il detenuto, infatti, sin da subito, aveva violato periodicamente e senza giustificato motivo l’obbligo di restare nella sua abitazione, recandosi presso un vicino bar a consumare bevande varie con atteggiamento sprezzante delle istituzioni, come riferito da alcuni conoscenti, tanto da non essere rintracciato in casa in almeno tre occasioni nel corso della prima quindicina di 'allegra' detenzione.
Lo scorso 12 giugno è stato sorpreso e arrestato da una pattuglia dei Carabinieri di Pontedera mentre si trovava al bar a sorseggiare una bevanda alcoolica, dopo essersi procurato anche delle sostanze stupefacenti.
Condotto in stato di arresto il giorno successivo davanti al tribunale di Pisa per la convalida dell’arresto e la direttissima, è stata poi nuovamente riportato a casa per ordine del Tribunale in attesa di essere giudicato.
Probabilmente questa apparente impunità deve aver rafforzato nel soggetto la convinzione di poter mantenere uno stile di vita irrispettoso delle leggi, inducendolo a perseverare con le uscite arbitrarie che sovente avvenivano dopo che la pattuglia di turno era passata a controllarlo.
Per tale motivo questo Commissariato ha riassunto gli episodi in un’unica informativa e ha chiesto e ottenuto dal Magistrato di Sorveglianza l’interruzione della detenzione domiciliare e il suo accompagnamento in carcere, sottolineando che evidentemente non ricorrevano più le condizioni per fruire del beneficio.
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