Quando Camilleri votò a San Miniato: il ricordo dell'ex sindaco Frosini

Andrea Camilleri (foto da Facebook)

La notizia della scomparsa di Andrea Camilleri mi addolora molto! Se ne va un grande intellettuale. Uomo di teatro, sceneggiatore, scrittore fra i più amati in Italia e nel mondo.

Camilleri ha frequentato in più occasioni San Miniato. Nel 1950 collaborò col “Dramma popolare” in occasione della rappresentazione de Il Poverello di Jacques Copeau con la regia di Orazio Costa. È tornato da noi altre volte come docente a Prima del teatro, la scuola dell’arte e dell’attore che il Teatro di Pisa e l’Amministrazione comunale organizzano ogni anno per giovani provenienti da ogni parte d’Europa.

Io ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente. Nel mio libro “Frazioni e Sezioni” (edizioni La conchiglia di Santiago, 2018), in un capitolo, ho descritto i due incontri che ho avuto con lui. Oggi, nel giorno della sua scomparsa, voglio ricordare Andrea Camilleri, pubblicando quel racconto.

L’ombrello di Noè
Primavera 2002.

Il Teatro di Pisa, con cui il comune di San Miniato collaborava da almeno un decennio, propose di organizzare, con l’intervento dell’autore stesso, la presentazione di un libro, a cura di Roberto Scarpa, dal titolo L’ombrello di Noè, in cui si parlava proprio di teatro, da Pirandello a Shakespeare.

A me, in qualità di Sindaco, spettava il compito di fare gli onori di casa e introdurre l’iniziativa, prevista per il 2 maggio, presso l’auditorium di San Martino. Nei giorni precedenti, mentre preparavo gli appunti per il mio intervento, mi ricordai di quanto avvenuto sette anni prima.

In una domenica di giugno del 1995, era previsto il “referendum sulle TV” che, con la vittoria dei sì, avrebbe costretto Berlusconi, come chiunque altro, a non possedere più di due reti televisive.

Qualche giorno prima, mentre mi trovavo nella sezione del PDS (Partito democratico della sinistra) di San Miniato a preparare, con cura, le nomine per i rappresentati di lista al seggio elettorale, si presentò un signore di circa settant’anni che, mostrando rispetto del luogo in cui si trovava (la sede di un partito) e di colui che si trovava davanti (il segretario locale del PDS), mi disse: “Ciao compagno, sono a San Miniato da alcuni giorni e dovrò restarci ancora un po’ per tenere delle lezioni a Prima del teatro, scuola dell’arte e dell’attore che, come certamente saprai, il Teatro di Pisa e l’Amministrazione comunale organizzano ogni anno per giovani provenienti da ogni parte d’Europa. Ci terrei molto a votare sì al referendum. Ma, ti confesso, che mi pesa andare a Roma, dove sono residente, e poi tornare di nuovo a San Miniato. C’è un solo modo per votare qui: essere nominato rappresentante di lista. E’ possibile? C’è ancora posto? Vi crea problemi?”

“Questa volta, a differenza di altre – risposi – abbiamo trovato una certa disponibilità da parte di molti giovani, ma nominare qualche rappresentante in più, oltre al minimo indispensabile, può farci solo piacere”.

Mi ringraziò e mi disse: “Ci tengo a dirti che la mia richiesta non è un semplice escamotage per votare. Il rappresentante di lista lo farò davvero. Starò sempre al seggio e sarò attento a controllare le schede al momento dello scrutinio, come questa nomina richiede”.

Notai subito che senso del dovere, serietà e rigore morale erano valori fondamentali per questa persona.

Iniziò un breve racconto di sé: “Ho studiato all’Accademia di arte drammatica di Silvio D’Amico, sono diventato esperto di teatro. Ho lavorato in Rai seguendo, come delegato alla produzione, alcuni sceneggiati di successo come quelli con il tenente Sheridan e le inchieste del commissario Maigret. Ho fatto anche un’esperienza al Dramma popolare di San Miniato nell’anno 1950 quando fu rappresentato Il Poverello di Jacques Copeau con la regia di Orazio Costa. Mi diletto anche a scrivere libri. Ecco perché tengo molto a questo referendum e spero vinca il sì per ragioni culturali ancor prima che per motivi politici”.

Lo salutai e pensai: “Che bella persona!”.

Lo incontrai di nuovo al seggio da dove, rispettando l’impegno assunto, non si era mosso per l’intera mattinata. Gli dissi che poteva assentarsi di tanto in tanto. Per il pranzo, per la cena. Poteva fare a turno con l’altro rappresentate. La presenza di tutti sarebbe stata necessaria solo durante lo scrutinio. Seguì il mio consiglio, ma i momenti di sua assenza furono ridotti al minimo indispensabile.

Vinsero i no. Il “docente di teatro”, dispiaciuto, mi disse “E’andata male, ma son contento di aver fatto il mio dovere. Grazie!”

Molti mesi dopo riconobbi quel signore in una trasmissione televisiva, intervistato da Maurizio Costanzo. Parlava di teatro, delle sue esperienze in TV e dei suoi libri. Per me era solo quel signore gentile e colto che avevo visto per la prima volta a San Miniato.

Non ero ignorante io! Andrea Camilleri, allora, era uno scrittore conosciuto soltanto da pochi.

Aveva pubblicato alcuni romanzi tra il 1978 e l’84. Aveva ripreso a scrivere nel 1992.

La forma dell'acqua, primo romanzo con il commissario Montalbano, era stato pubblicato nel 1994, appena un anno prima del nostro incontro.

Il “fenomeno” Camilleri sarebbe poi esploso solo alla fine degli anni novanta con la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, che prese il via il 6 maggio 1999.

Quel 2 maggio del 2002, nel presentare l’autore de L’ombrello di Noè, in una sala strapiena, feci riferimento al nostro primo incontro e chiesi: “Ti ricordi quei giorni trascorsi a San Miniato?”.

Camilleri rispose: “Certo che li ricordo. Ricordo le lezioni sul teatro. Ricordo il dispiacere per la vittoria dei no. E ricordo, soprattutto che, grazie alla vostra disponibilità, riuscii a votare qui!”

Proseguì con lucidità e saggezza parlando del suo libro, del valore del teatro, dell’importanza della cultura. Tanti furono gli interventi del pubblico e tante le domande.

Oggi che sono diventato un appassionato lettore di Camilleri e che non perdo un episodio Tv – nemmeno quelli replicati dieci volte – delle indagini del commissario Montalbano mi dico: “Sono un uomo fortunato per aver conosciuto, di pirsona pirsonalmente, uno dei più grandi scrittori contemporanei”

Angelo Frosini, sindaco di San Miniato dal 1999 al 2009



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