JSW Piombino, Opposizione Cgil: "Rivedere l'Accordo di Programma"

E intanto il tempo se ne va… I giorni passano e l’orizzonte a Piombino per i lavoratori e le lavoratrici della JSW Steel Italy si fa sempre più fosco. Dopo le ultime riunioni del 9, 23 luglio e 6 agosto, conclusi con un nulla di fatto tra azienda e Governo, diamo una valutazione assolutamente negativa della situazione, così come valutiamo negativamente l’attesa immobile, da parte delle Organizzazioni Sindacali presenti in azienda, della nuova riunione di settembre che inevitabilmente dovrà riaffrontare il rinnovo della cig in scadenza in autunno. Lo stabilimento è in perdita continua, gli investimenti non ci sono, si tentano esperimenti con lavorazioni obsolete e pericolose come gli acciai al piombo ai quali siamo totalmente contrari indipendentemente dai valori stabiliti per legge.

A nostro parere il governo latita, senza uno straccio di politica industriale e il piano Jindal è fallito. Bisogna prenderne atto e da questo partire con nuovi scenari che inevitabilmente dovranno vedere forti interventi pubblici se vogliamo che Piombino abbia un futuro diverso da quello attuale. Crediamo sia necessario sapere quanti lavoratori non rientreranno in azienda proponendo, oltre all’impiego nella diversificazione economica (bonifiche, demolizioni, infrastrutture viarie/ferroviarie e portuali, commercio, agricoltura di qualità, cantieristica, nautica, archeologia industriale e museale) anche uscite volontarie ed incentivate. Inoltre, l’intervento pubblico in siderurgia deve avere alle proprie spalle un progetto chiaro (verticalizzazione della produzioni, acciai di alta qualità, servizi alle imprese, interscambio con Università e centri di ricerca), per evitare di subire le pretese dei vari Rebrab e Jindal, nonché il riprodursi di inutili carrozzoni.

All’interno di questa strategia è indispensabile la revisione dell’Accordo di Programma, per imporre a Jindal un minimo di regole ed obblighi che non dovrebbero spaventare chi si è proposto 14 mesi fa di investire 1 miliardo di Euro. Tutto questo ha bisogno della mobilitazione dei Sindacati, delle Istituzioni locali e Regionali, dei lavoratori e dei cittadini della Val di Cornia e delle Colline Metallifere per fare di Piombino e del suo comprensorio un caso nazionale.

 

OPPOSIZIONE CGIL PIOMBINO



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