Asili, Sarti (Si): "In Toscana il sistema regge, ma servono più fondi"

Paolo Sarti

“La Toscana ha una copertura di asili tra le più alte d'Italia, ma nel conteggio dei posti si sommano sia i pubblici che i privati, e, soprattutto, si investe per lo più su questi ultimi”. Lo afferma Paolo Sarti, consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, alla luce dell'allarma lanciato dalla Cgil che parla, a livello nazionale, di un milione di bambini lasciati fuori dal sistema degli asili.

“La Regione -continua Sarti- spende molte risorse per rimborsare, attraverso i Comuni, i genitori che iscrivono i figli all'asilo privato. La logica di fondo è che il servizio pubblico non sia in grado di aprire nuovi spazi nido quindi passa la palla al privato: prende i soldi di noi tutti e li regala al privato facendoli passare dalle mani dei genitori. A lungo andare, questo meccanismo indebolisce il sistema degli asili anche da noi e favorisce il fenomeno del precariato tra le educatrici e chi svolge le altre mansioni, tramite le cooperative”.

Sarti mette in guardia anche dal sistema degli asili condominiali e aziendali: “sono soluzioni “a metà”, prive di concrete garanzie di competenza e qualità. Purtroppo sta crollando un presupposto base del nido di qualità, quello di dare risposte qualificate ai bisogni conoscitivi e alle potenzialità espressive e di accrescimento del bambino. Il nido non deve servire solo di appoggio organizzativo per i genitori ma deve essere anche strumento di formazione dei genitori stessi, dai temi della corretta alimentazione a quelli della conoscenza dello sviluppo dei bambini e di come lo si favorisce. Il ruolo formativo, informativo e di sostegno alla genitorialità che il nido deve svolgere è irrinunciabile”.

“Serve un investimento straordinario sull'offerta pubblica, unico elemento di garanzia di un miglioramento anche della qualità dei servizi . Serve investire sul personale che opera nel settore, attraverso nuove assunzioni e percorsi di riqualificazione e aggiornamento”.

“E’ ridicolo e incompetente che l'unica risposta negli ultimi anni sia stata quella delle somme stanziate per l'installazione di impianti per la video sorveglianza permanente! E’ una scelta disastrosa, che mina il rapporto di fiducia alla base della relazione tra educatori e genitori, e per altro distoglie risorse che potrebbero essere utilizzate al meglio. E’ una governance pubblica che deve garantire un'istruzione e un accudimento consoni con atti concreti e verifiche costanti. Solo un servizio universale e pubblico è garanzia di qualità. Le telecamere -conclude Sarti- non portano certo cultura”.

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