Botte per le figlie segregate e promesse come spose in cambio di denaro: arrestato

Aveva già venduto le sue due figlie per sposarle con cugini da lui prescelti: un bosniaco di etnia rom è stato arrestato dalla polizia di Pisa dopo aver picchiato, maltrattato e segregato le giovani, una di queste da poco maggiorenne. Il reato è quello di induzione al matrimonio, introdotto dal codice rosso, entrato in vigore questa estate. È la prima ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita in Italia. Calci, pugni, taglio di capelli, segregazione nella roulotte, giornate passate con pane e acqua come pasto. Le punizioni servivano a non far frequentare alle figlie i fidanzati che aveva già scelto con una trattativa in denaro.

Proprio dopo le botte con un vaso di terracotta per una delle due e con il taglio di capelli punitivo, le ragazze sono riuscite a scappare dal campo nomadi, una mattina dei primi giorni di agosto, scappando fuori dalla Toscana.

Il padre, per riaverle, presenta denuncia alla polizia per un falso rapimento, effettuato da due sconosciuti romeni. Per avvalorare la tesi, ha nascosto nel campo la figlia piccola di 8 anni adducendo che anche lei fosse stata portata via. La polizia l'ha poi ritrovata durante una perquisizione al campo.

I poliziotti infatti hanno subito sospettato del padre, a causa delle illogiche dichiarazioni fatte. Con le intercettazioni telefoniche le giovani sono state rintracciate in Nord Italia le figlie in fuga assieme ai veri fidanzati. Solo allora sono state rese note le violenze del padre.

Nei giorni a seguire, nelle conversazioni intercettate, il padre intima alle stesse di fare rientro a casa utilizzando toni severi e intimidatori, paventando anche conseguenze gravi per il destino dei loro fratellini più piccoli, in caso di un loro mancato rientro. Una delle due ragazze, emotivamente destabilizzata dalle continue chiamate, cede al ricatto paterno, e lascia il fidanzato per fare ritorno presso la dimora paterna. Rientrata a casa dei genitori, per prevenire ulteriori fughe, il padre la segrega nuovamente in una roulotte, e la fa tenere vigilata a vista all’interno del campo, mentre fervono, con molta premura, i preparativi per il matrimonio.

Vengono intercettate conversazioni tra i padri dei due promessi sposi e alcuni parenti-mediatori, aventi ad oggetto trattative sulla somma di denaro che dovrà essere corrisposta dal padre dello sposo al padre della sposa. Arriva il giorno delle nozze e le due famiglie si riuniscono al campo, presso le roulotte della famiglia della sposa. Ad immortalarli ci sono delle immagini video postate da un membro della famiglia sul suo profilo Facebook. Gli investigatori della Squadra Mobile di Pisa, che monitoravano già da tempo anche i profili social della famiglia, osservano le immagini del rito da poco concluso.

Al centro del tavolo, tra le vivande, c’è anche un vassoio d’argento con sopra una bottiglia di whisky con un grosso bracciale d’oro avviluppato intorno al collo, simbolo d’opulenza. Gli anziani parlano tra di loro: inizia la trattativa. Il mediatore, l’anziano, conta davanti ai padri dei promessi sposi una grossa mazzetta di banconote, consegnatagli dal padre dello sposo e la ripone al centro del tavolo accanto alla bottiglia di whisky. Segue una fase di negoziazione. Il padre della sposa, dopo aver riflettuto, prende la somma di denaro e la affida ad un altro membro della sua famiglia. Arriva, a questo punto, il momento in cui viene sugellato il compimento del rito.

L’atto è compiuto, ma le indagini proseguono. Con gli elementi raccolti dalla Squadra Mobile, la Procura della Repubblica di Pisa chiede l’emissione della custodia cautelare in carcere per il regista di questa triste vicenda: il padre della sposa. Il GIP presso il Tribunale di Pisa, ritenuti gravi gli indizi di reato raccolti dagli investigatori, dispone per l’uomo la custodia cautelare in carcere. L’uomo viene trovato dai poliziotti all’interno della sua roulotte nel campo nomadi. Durante la perquisizione, viene anche ritrovata e sequestrata una parte del denaro, ritenuto dagli investigatori il prezzo riscosso per la cessione della figlia.



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