Depressione, Associazione Chirone lancia il gruppo psicoterapeutico per anziani


L'Associazione Chirone (Associazione di Promozione Sociale) con sede a Ponte a Egola ha presentato un progetto sperimentale sulla prevenzione alla depressione negli anziani. Progetto approvato con D.D.R. 18515/18 con il contributo della Regione Toscana Settore Walfare e sport.

Abbiamo scelto di realizzarlo in un luogo protetto e nel contempo inclusivo e stimolante quale la residenza per anziani Del Campana Guazzesi. La depressione è il ritirarsi dalla vita, uscire dallo schema evolutivo che contraddistingue la nostra specie di Homo Sapiens dalla nascita alla morte. Spesso nell'immaginario collettivo, la casa di riposo continua, anche dall'anziano stesso, ad essere vista come 'ricovero' invece di una nuova casa e di una nuova esperienza, dove sentirsi persona, portatrice di valori e di ricordi che affronta una nuova tappa della propria esistenza.

Una consapevolezza questa, fondamentale per il Campana Guazzesi. Ecco la scelta di Chirone di concretizzare, con questo progetto, un percorso insieme agli operatori della struttura per verificare tutte le potenzialità di questa iniziativa.

Il problema della depressione negli anziani spesso è sottovalutato e non sufficientemente diagnosticato, pur trattandosi di una questione molto importante per chi ne soffre, per le famiglie e per la società in generale.

Attraverso una interazione dinamica di gruppo attivare e restituire l’anziano alla comunità, anche se non sarà integralmente la sua comunità d’origine, favorendo contatti relazionali anche minimi. Più la persona si sente parte di una comunità, più egli si sentirà sé stesso, entro i limiti consentiti dalla biologia.

Attraverso il lavoro di gruppo psicoterapeutico la risposta attiva ad atteggiamenti depressivi e centrati su sé stessi viene potenziata, grazie a strategie metacognitive capaci di riattivare il ricordo, la mentalizzazione, favorendo l’attenzione consapevole, intenzionale alla propria esperienza nel momento in cui viene vissuta. In questo modo l'anziano può uscire dal suo isolamento cognitivo e affettivo in maniera graduale, e ricostruire pian piano una trama di emozioni positive, centrate sul qui-ed-ora e sulla ristrutturazione in positivo della visione di sé, del mondo e del futuro.

A tal proposito citiamo una metafora della Montalcini (1998) con la quale la plasticità neuronale è spiegata attraverso la rete sociale: se intendiamo i singoli individui come neuroni e rappresentiamo le loro relazioni come spine dendritiche, cogliamo come è possibile che anche un vecchio neurone possa essere giovanissimo nella rete fitta di rapporti, che può certo perdere facilmente ma che può anche riattivare con nuovi scambi personali. Sono le relazioni che fanno l’individuo, come sono le spine dendritiche che rendono il neurone “vivo”.

 

Fonte: Associazione Chirone

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