Traffico di rifiuti tessili provenienti da Prato, blitz dei Forestali

Foto di archivio

I carabinieri forestali di Modena hanno scoperto un traffico di scarti tessili contenuti in sacchi neri per l'immondizia abbandonati in capannoni industriali all'insaputa dei proprietari. Il traffico illecito di rifiuti speciali e costosi da smaltire provenivano dal comparto di Prato.

Due persone sono finite agli arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Bologna: i due italiani sono considerati a capo dell'organizzazione criminale che aveva avviato una sorta di attività imprenditoriale. Diciotto gli indagati, i 24 siti perquisiti e sequestrati. Le indagini hanno avuto inizio da un controllo del luglio 2018 a Pavullo, in provincia di Modena, dove i Forestali trovarono in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili. Le indagini hanno permesso di accertare che i rifiuti erano smaltiti anche in altre numerose località del centro-nord Italia, principalmente del Veneto.

I due arrestati, un 53enne e un 40enne, pianificavano e gestivano il traffico di rifiuti attraverso società di cui avevano l'utilizzo e il controllo, a capo delle quali c'erano dei 'prestanome'.

L'organizzazione era composta anche da autotrasportatori e altre persone impiegate come manovalanza nei capannoni, di solito dipendenti delle aziende. Le società erano utilizzate non solo per emettere documenti sulla movimentazione dei rifiuti, ma anche per le autorizzazioni sulla gestione.

Sono stati sequestrati 9.000 metri cubi di rifiuti speciali, ma si ritiene che il quantitativo smaltito sia di molto superiore. Oltre a militari del nucleo investigativo del gruppo carabinieri Forestale di Modena e della stazione Forestale di Pavullo nel Frignano, sono stati impegnati colleghi di Bologna, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì Cesena, Prato, Livorno, Padova, Venezia, Vicenza, Treviso, Rovigo, Verona, Mantova e Perugia, e del comando provinciale carabinieri di Mantova.



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