Carcere di San Gimignano, Uilpa e Sinappe: "Lo Stato ha perso il controllo?"

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Il carcere di San Gimignano

Sull'episodio di violenza nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di San Gimignano, la nota congiunta di Uilpa e Sinappe: "Lungi da noi strumentalizzare queste ennesime brutte vicende che sicuramente avremmo preferito non raccontare. Purtroppo, però, questi gravissimi episodi si sono verificati e non possiamo limitarci a denunciarli semplicemente, ritenendo invece assolutamente opportuno esternare alcune considerazioni. Partendo dal presupposto che episodi di aggressione al personale di polizia penitenziaria all’interno delle carceri italiane sono all’ordine del giorno, questi ci appaiono particolarmente gravi e riprovevoli, per l’entità dei danni ma anche perché si sono verificati in momenti in cui in tantissimi, forse troppi, hanno voluto dire la loro su una vicenda, quella cui si faceva sopra cenno, gettando fango sulla polizia penitenziaria, in particolare quella di San Gimignano, e schierandosi apertamente dalla parte dei poveri detenuti che subirebbero torture e angherie dai loro carcerieri. Non ci addentriamo nella vicenda, sulla quale vi è una indagine aperta, ma ciò che veramente ci ripugna e ci indegna è l’aver letto fiumi di parole contro poliziotti già condannati prima ancora che si faccia piena luce sulla questione, e trovare al contempo la massima indifferenza rispetto ad episodi di aggressione nei loro confronti consumati mentre i medesimi stanno espletando la propria attività in un contesto lavorativo che è sicuramente tra i più difficili e stressanti . Ci piacerebbe sentire Garanti dei detenuti e associazioni di volontariato che bazzicano gli Istituti Penitenziari ma vedono solo ciò che vogliono vedere e parlano solo di ciò di cui vogliono parlare, commentare tali episodi con lealtà e oggettività, ma siamo sicuri che tale piacere ci sarà sempre negato. Ci piacerebbe che anche in questo caso le testate giornalistiche dessero a tali episodi la stessa risonanza riservata alle situazioni in cui prontamente si approfitta dell’input per sparare a zero contro i poliziotti penitenziari. Ci piacerebbe sentire la posizione della Corte Europea dei diritti dell’uomo su queste vicende, ma anche su questo punto rimarremmo fortemente delusi. Ci piacerebbe che i detenuti che si rendono protagonisti di vili aggressioni al personale, nel giro di pochi minuti dall’episodio fossero trasferiti verso altri Istituti , non certo quelli di loro gradimento, e senza dover attendere tutti gli adempimenti burocratici che cozzano indegnamente con la gravità delle situazioni e la necessità di agire a caldo e d’urgenza. Ci piacerebbe inoltre, più di ogni altra cosa, che finalmente il nostro Ministero e l’Amministrazione Penitenziaria prendesse una seria e severa posizione per arginare tali quotidiani violenze e, in riferimento al contesto in cui si sono verificati questi ultimi casi dare innanzitutto stabilità attraverso un dirigente titolare e di comprovata esperienza (il Comandante di Reparto è stato incaricato da pochissimo tempo) e a risolvere gli innumerevoli problemi che gravano su questa realtà carceraria. Inutile dire che ci piacerebbe che , a fronte di situazioni ormai precipitate , si avesse il coraggio di adottare misure adeguate, attraverso provvedimenti più incisivi utilizzando i legittimi strumenti previsti dal nostro ordinamento penitenziario. Altrettanto inutile dire che sembra essere arrivato il momento di nominare , oltre al direttore della Casa di reclusione di San Gimignano, anche il Provveditore Regionale del quale il distretto toscana Umbria è sprovvisto , situazione questa che ha creato un preoccupante immobilismo che non fa altro che aggravare una situazione già di per se drammatica, come lo è quella del Provveditorato in questione. Nell’auspicare che quanto accaduto nella giornata di oggi e di ieri svegli le coscienze di tutti coloro che hanno l’obbligo di intervenire al fine di fermare questa escalation di violenza, auguriamo ai quattro colleghi di superare nel miglior modo, questo brutto momento e di tornare al loro onorevole lavoro prima possibile".

Fonte: UIL-PA Polizia Penitenziaria Toscana



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