Greta Thunberg nominata Befana del 2020 dai poeti di Faltognano

(foto Ivano Biscardi)

Il rito dell’Epifania vinciana si è compiuto, un rito plurisecolare che da qualche anno a Faltognano e Vinci ha avuto un’inaspettata riscoperta, rimasto pressoché inalterato nelle forme ma rinnovato nei contenuti; un rito in realtà diffuso nell’intera area dell’empolese – valdelsa seppure dimenticato da decenni.

Si tratta della Befanata lirica, il gioco in poesia della veglia dell’Epifania, già in uso nella Firenze rinascimentale e arrivato a noi  attraverso il ricordo dei poeti contadini e delle antiche veglie paesane. La poesia giocosa e satirica è la protagonista del rito nella doppia forma della poesia cantata, grazie ai poeti improvvisatori, che impersonano la Befana (quest’anno Fabrizio Ganugi da Prato ed Enrico Rustici da Braccagni) su temi sorteggiati in base alle cosiddette “polizze”, biglietti su cui i commensali annotano le loro proposte e personaggi, e della befana “cartellonata” perché – com’era in uso a Vinci fino agli anni Sessanta del secolo scorso – le rime della veglia venivano trascritte su grandi cartelli e appese per il paese.

Gli argomenti di oggi sono però ben diversi da quelli che decretarono la fine del rito: ogni riferimento a persona o commensale è infatti bandito, per regolamento si deve trattare di eventi e di personaggi pubblici protagonisti dell’anno appena trascorso, dando così luogo a un simpatico sondaggio.

La Befana dell’anno 2020, ovvero il tema e personaggio più gettonati in questa edizione sono stati la difesa dell’ambiente e la giovane Greta Thunberg, messa a contrasto in ottava rima con altri interlocutori, dai petrolieri fino Trump.

Molto richiesti anche il tema leonardiano legato alle celebrazioni sul cinquecentenario della morte del Genio locale, concretizzatosi in un contrasto in poesia tra un italiano e un francese sulle origini della genialità; il tema politico legato a Salvini e all’emigrazione; infine anche il papa Bergoglio, suo malgrado, è diventato protagonista di una befanata, per l’incauto gesto di una fedele un po’ troppo vivace.

La “befanata” è inevitabilmente arguta, irriverente e polemica come del resto, in tutti i tempi, è stata la poesia toscana giocosa e satirica. Come da tradizione, infatti, soltanto in questa notte speciale i ruoli sociali possono essere invertiti per cui il contadino la può cantare al padrone, come il fedele al papa, persino agli animali può essere data voce per raccontare fatti e misfatti degli uomini.

La Befanata cartellonata, espressione di poeti locali – rigorosamente anonimi -  ha celebrato in questa edizione la nuova giunta comunale di Vinci; la “Leonardosca”, una composizione dedicata alle celebrazioni leonardiane vinciane, con un’inaspettata appendice empolese, un sonetto nelle forme e modi di altri tempi sul tema delle “cateratte”. I cartelloni delle Befanate resteranno appesi alle pareti del circolo di Faltognano fino alla prossima edizione.

La vera “chicca” della serata è stato però Tonino (Antonio Toni), classe 1929, vinciarese come si diceva un tempo, oggi residente a Cerreto Guidi, che ha ricantato inediti versi del poeta lamporecchiano Idalberto Targioni (1868-1930) su di un fatto avvenuto a San Zio addirittura nel 1903; testimonianza di un uso costante del linguaggio poetico sul Montalbano, che è giunta fino a noi grazie proprio alla memoria dei poeti contadini.

La Befanata 2020 è stata un grande successo per il Circolo della Casa del Popolo di Faltognano, con piena soddisfazione per la locale Amministrazione (che ha promosso la candidatura della manifestazione rituale a “patrimonio nazionale” della Rete Italiana di Cultura Popolare, non essendo stata censita in precedenza da altra località) e il Centro Tradizioni Popolari dell’Empolese Valdelsa.

Come ha sostenuto  Nicola Baronti, a nome del comitato organizzatore, “la speranza è quella di rendere usufruibile a tutti il materiale delle Befanate, raccolto in queste ultime edizioni moderne, assieme a quelle ormai storiche dello scorso secolo, magari in una sede del Centro Tradizioni che si spera potrà essere inaugurata nella prossima primavera”. Per tale motivo, il Centro Tradizioni Popolari dell’Empolese Valdelsa ha aperto una sottoscrizione per una raccolta di fondi da destinare proprio al censimento e alla salvaguardia delle tradizioni e degli antichi riti dell’intero territorio dell’empolese-valdelsa.

Fonte: Centro Tradizioni Popolari Empolese Valdelsa



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