

Ciclicamente torniamo a denunciare la grave condizione che vivono gli Istituti penitenziari ed in questo la situazione in Toscana non fa eccezione rispetto al contesto generale nazionale. Nella nostra regione insistono 16 Istituti di pena, afferenti ai diversi livelli di sicurezza, ma quasi tutti in gravi difficoltà per vari motivi: dalle carenze strutturali degli edifici, alla situazione di sovraffollamento di detenuti, alla grave carenza di Personale. Vogliamo però far conoscere in particolare quale sia la situazione numerica che probabilmente i Cittadini in Toscana neanche immaginano, una situazione vicina a loro, con penitenziari allocati nelle diverse città e di cui la Società spesso dimentica l’importanza strategica nel sistema sicurezza. Tutti acclamano a blitz e/o maxi retate che tolgono la criminalità dalle strade delle città, dal territorio, ma poi nessuno pensa che queste persone non spariscono ed anzi vanno gestite, vanno seguite nei loro percorsi giudiziari, di assistenza sanitaria, di relazioni sociali con le famiglie che sul territorio e con tutti i Cittadini continuano a costituire il tessuto sociale nel quale viviamo. A causa dei mancati interventi di riforma della giustizia e di contrasto al degrado sociale nel nostro Paese la situazione di sovraffollamento è nuovamente ai livelli precedenti in cui i Governi furono costretti a misure straordinarie quali indulti e/o amnistie. In Italia gli Istituti Penitenziari sono circa 190 per una capienza regolamentare di 50.688 posti letto. I detenuti presenti sono invece 63.432 di cui 2.663 donne ( tutti i dati sono fonte ufficiale del Ministero della Giustizia al 31/12/2019 ). La presenza di detenuti stranieri si attesta intorno al 30% del totale dei reclusi. In Toscana, nei 16 penitenziari presenti, la situazione è la seguente: a fronte di 3.136 posti regolamentari sono presenti 3.661 detenuti ( 105 sono donne ) e quindi 525 detenuti in più di quanto gli Istituti dovrebbero occuparsi. Di questi 1.739 sono stranieri, quindi una percentuale ben superiore alla media nazionale che rende più difficile il compito del Personale di Polizia Penitenziaria, che deve gestire una vasta generalità di esigenze diverse: da quelle culturali, religiose, socio politiche etc etc che tante diverse provenienze geografiche che obbligano ad un lavoro molto più complicato. Su questi numeri si deve anche pensare riguardo alla situazione giudiziaria degli stessi detenuti; ci riferiamo al fatto che ben 448 sono in attesa di giudizio, quindi ad oggi neanche condannati in 1° grado, altri 437 sono in attesa di processo d’appello e quindi 2.668 sono i condannati definitivi (ben al di sotto dei posti che avremmo disponibili se i processi fossero celeri e certi). Altro problema riguarda la presenza di bambini sotto i 3 anni che – affidati alle madri detenute – vivono in carcere. Sono 48 in Italia e di questi sono 5 in Toscana, a Firenze. Ci risulta incomprensibile che un Paese come il nostro, tra le prime potenze mondiali che ci qualificano ai vari G8 etc etc, non trovi una soluzione per collocare quei bambini in strutture diverse, fuori dal carcere. Esistono strutture per tante situazioni di disagio in Italia ma a parole tutti promettono da anni che si occuperanno anche di questo problema dei bambini in carcere ma poi nessuno fa niente.
Rispetto a tutto quanto detto fin qui c’è poi la grave carenza di Personale di Polizia Penitenziaria, che denunciamo da anni e che auspichiamo possa trovare qualche risposta fin dalle prossime imminenti assunzioni. Un Decreto Ministeriale del 2017, redatto sulla base di algoritmi incomprensibili, aveva stabilito che il Toscana dovessero operare 2.413 unità, mentre ne risultano effettivamente amministrate 2.270 (serve chiarire che tra le unità amministrate ci sono anche quelle che non operano nei servizi degli Istituti penitenziari toscani, ma anche quelli che devono assicurare le traduzioni di detenuti tra carceri, nei processi presso le aule di giustizia, nei luoghi esterni di cura per visite e ricoveri ospedalieri, oltre a coloro che sono temporaneamente distaccati a fare servizio in altre regioni e/o servizi diversi). Dopo mesi di confronto tra Sindacati e Amministrazione Centrale ( D.A.P.) grazie allo studio di un Gruppo di lavoro appositamente costituito su indirizzo del Ministro della Giustizia, è stato accertato che quel Decreto Ministeriale era sbagliato ( avevamo ragione a denunciarlo da anni ) e quindi il Personale di polizia penitenziaria che necessiterebbe in Toscana è superiore alle 2600 unità. Per questo auspichiamo che anche il nuovo Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria giunto a Firenze alla fine del 2019 – il dott. Gianfranco De Gesu – potrà far valere le ragioni di quello che tutto il movimento sindacale e che gran parte delle Direzioni penitenziarie toscane rivendicano al Dipartimento: l’adeguamento degli organici del Personale. Solo per completare l’informazione vogliamo fornire alcuni dati nel dettaglio di singoli Istituti penitenziari della Toscana, tutti da fonte ufficiale del Ministero al 31/12/2019:

Questi sono solo a fini esemplificativi ed anche le altre Strutture che non citiamo vivono difficoltà analoghe. Si aggiunga che molte Strutture sono oggetto di lavori di ristrutturazione e che alcune hanno dovuto organizzare sezioni per detenuti con disagi psichici dopo la chiusura degli OPG. Invieremo questa nostra lettera a Istituzioni Centrali e Locali, alla Politica ed agli Organi d’Informazione. Ed è anche a quest’ultimi che chiediamo di aiutarci a far conoscere la situazione del sistema penitenziario in Toscana, affinché finalmente arrivino risposte ed interventi concreti per consentire a Lavoratori e Lavoratrici della Polizia penitenziaria di poter conciliare i bisogni di un servizio così difficile e rischioso con i loro diritti del lavoro.
Fonte: Cisl Toscana - Ufficio Stampa
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