Da San Giovanni Lupatoto a Chicago, come il Pastificio Rana e Gian Luca Rana hanno conquistato il mondo

È una crescita esponenziale quella registrata dal Pastificio Rana nell’ultimo decennio e che ha portato la storica azienda veneta a vestire un ruolo di primissimo piano sulla scena internazionale. Consolidato il marchio in Italia e nel mondo grazie anche ad una sapiente opera di promozione tramite il volto di Giovanni Rana e la gestione del figlio Gian Luca Rana, l’azienda raccoglie adesso i frutti degli importanti investimenti effettuati negli Stati Uniti a partire dal 2011.

Gli stabilimenti del Pastificio Rana nel mondo

Cinque stabilimenti in Italia, uno in Belgio, due negli Stati Uniti: quello aperto nel 2012 a Chicago, nell’Illinois, non era più sufficiente a soddisfare la domanda del mercato d’Oltreoceano ed è stato affiancato lo scorso anno da un nuovo impianto di produzione. “L’abbiamo costruito in sette mesi; in Italia sono necessari sette anni soltanto per avere le autorizzazioni necessarie”, sono queste le parole di Gianluca Rana, capace di cogliere le opportunità derivanti dalla crisi economica che attanagliava ad inizio dello scorso decennio gli USA.

Gian Luca Rana - l’A.D. del Pastificio Rana - non ha difficoltà ad ammettere: “Gli investimenti sono stati effettuati in una finestra temporale limitata ma è stata una scelta perfetta. Il vantaggio è oggi quantificabile in un 40%”. D’altronde, sono i numeri a spiegare quanto conti la platea a stelle e strisce per l’azienda di San Giovanni Lupatoto: 35% del fatturato totale e il numero dei dipendenti che in meno di dieci anni è passato da meno di 2000 agli attuali 3.500.

Parola d’ordine: internazionalizzazione (e creatività)

Paese che vai…gusti che trovi. Si potrebbe modificare così il vecchio adagio quando si parla di Gianluca Rana e del pastificio. Sì, perché l’obiettivo è quello di rendere il più possibile “riconoscibili” i sapori e gli ingredienti dei tortellini e dei ravioli nei tanti paesi in cui l’azienda è riuscita a penetrare. Dal Giappone al Brasile, passando per Turchia e Australia: le preferenze in cucina spesso hanno pochissimo in comune. Così l’idea dell’A.D. è stata quella di inserire cuochi di diverse etnie in cucina, in modo da poter indirizzare i sapori dei prodotti a quelli che sono i gusti locali.

Ma non è tutto. Anche altri aspetti più puramente commerciali (compreso il packaging) variano da paese a paese: dal kit per l’aperitivo riservato alla Francia agli gnocchi di patate in Germania, senza dimenticare le porzioni più abbondanti riservate ai nordamericani con tanto di salse da abbinare già pronte e possibilità di cucinare tutto al microonde.

Innovazione ed esclusività

Il tutto, ovviamente, mescolato con una precisione certosina nella preparazione della pasta, la cui qualità è universalmente riconosciuta. Il segreto? La tecnologia. I macchinari a disposizione del Pastificio Rana, rigorosamente segreti, sono per l’80% esclusivi e permettono, così come ama sottolineare Gianluca Rana, di ottenere un prodotto che sia identico a quello che verrebbe generato in cucina. E l’esempio dei ravioli generati al computer, poi stampati in 3D e infine preparati è perfetto: è ancora una volta il connubio tra tradizione ed innovazione a risultare vincente.

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