
La Scienza, quella con la s maiuscola, serpeggia a Firenze sin dai tempi remoti. Insieme alle Arti dell’Uomo essa dialoga da secoli nei bassorilievi che decorano il campanile di Giotto, così come sfere armillari e meridiane scandiscono il tempo e le ombre sulle architetture dell’Alberti; l’aria, l’acqua e il fuoco pervadono i disegni di Leonardo da Vinci. A Firenze, Galileo Galilei avviava il futuro dell’umanità fondando il pilastro della Scienza: interrogarsi.
La scienza da sempre ci impone, infatti, di cambiare il nostro punto di vista sulle cose che ci circondano. Sarà, forse, su quest’antico innesto che Arturo Galansino e Fondazione Palazzo Strozzi, inaugurano con un’installazione nel cortile quattrocentesco, “ARIA” il magistrale progetto espositivo dell’artista argentino Tomás Saraceno (1973).
Nel cortile di Palazzo Strozzi fluttuano tre grandi sfere: Thermodynamic Constellation, costituite da lamine trasparenti e a specchio. Si tratta di palloni aerosolari già al centro del lavoro dell’artista internazionale. L’idea nasce dalla sperimentazione di Saraceno con reali mongolfiere capaci di volare grazie alla sola energia solare. Esse sono, infatti, prototipi di palloni aerosolari in grado di compiere voli su lunghe distanze ad altezze tra i 20 e i 40 chilometri, fluttuando intorno al mondo libere da frontiere e da combustibili fossili.
L’installazione farà da apripista all’attesissima mostra che aprirà il prossimo 22 febbraio che, come rileva il titolo, permette all’artista scienziato, di proporre una serie di opere pensate come una ragnatela di ecosistemi da connettere tra loro e tutto il suo lavoro diviene punto di partenza per una profonda riflessione sui temi della sostenibilità e del rapporto tra arte e scienza.
Incontreremo non solo “sfere” ma mondi fluttuanti, specchianti che insieme volgono lo sguardo a un nuovo concetto di ecosistema. L’aria è il centro di questa esposizione ma è anche il simbolo. E’ tutto ciò che respiriamo. Scrive Tomás Saraceno: ” Le emissioni di carbonio riempiono l’aria, il particolato galleggia nei nostri polmoni, mentre le radiazioni elettromagnetiche avvolgono la terra. Tuttavia è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia di comportamento”.
L’arte di Tomás Saraceno è forte, è attualissimo inciso sui problemi ambientali che attanagliano le società capitaliste, attraverso l’impiego d’immagini ed elementi naturali, non umani come polvere, insetti o piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafora del cosmo, riuscendo a collegando varie discipline (arte, architettura, scienze naturali, astrofisica, filosofia, antropologia, ingegneria). La sua arte evoca una grande forza immaginativa che ci spinge ancora a guardare da una nuova prospettiva il tumulto ecologico che sta investendo il pianeta su cui viviamo.
Palazzo Strozzi in collaborazione con Fondazione CR Firenze, hanno sviluppato anche un ampio progetto di attività rivolte in particolare alle scuole e ai giovani. Sono in programma, infatti, una serie di attività e laboratori sul rapporto tra arte e sostenibilità realizzati in collaborazione tra scolastici e incontri a Palazzo Strozzi con esperti di temi ambientali su tematiche come il cambiamento climatico, l’alimentazione e l’utilizzo dell’acqua.
Alfonso D’Orsi
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