Incontro ad Avane sul Coronavirus: 'informazione' per prevenire contagio e allarmismo

foto gonews.it

Attenzione all'evolversi dell'epidemia del Coronavirus e organizzazione per contrastarla, ma nessun allarmismo.  È proprio per tracciare un confine netto tra consapevolezza del rischio e fobia che si è tenuto questa sera, alla Vela Margherita Hack di Avane a Empoli, un incontro rivolto alla cittadinanza e organizzato dall'Sds Empolese Valdarno Valdelsa a cui hanno partecipato quasi tutti i sindaci di area.

L'obiettivo era quello di fare definitivamente chiarezza su tutti gli aspetti legati all'epidemia nella certezza che solo una conoscenza chiara e trasparente della situazione sia il vero antidoto contro la diffusione del virus, un antidoto sicuramente migliore dell'allarmismo sociale che sta generando anche in Italia atteggiamenti di intolleranza nei confronti di cittadini di nazionalità cinese.

Il dott. Renzo Berti, direttore del dipartimento di prevenzione della SdS Empolese Valdarno Valdelsa, affiancato dal sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli in qualità di presidente della SdS, ha così tracciato un quadro preciso di tutto ciò che è necessario sapere sul Coronavirus, dove è nato e come si diffonde, quali sono i numeri reali dell'epidemia, quali sono le misure messe in campo a livello regionale e nazionale per contrastarlo, ma soprattutto quali sono i comportamenti necessari da attuare.

Qualche numero sul Coronavirus

Diamo qualche numero e facciamo qualche precisazione. Attualmente sono 42.200 i casi accertati, di cui 44.700 in Cina, di cui la maggior parte circoscritti nella regione di Wuhan dimostrando come "le misure messe in campo dal governo cinese abbiamo comunque circoscritto ad una specifica area il contagio". In Europa sono solo 43 i casi, in Italia 3. La mortalità è intorno al 2,5%. Il contagio avviene tramite un contatto "stretto e duraturo" con una persona infetta attraverso le goccioline di saliva. I 'sintomi' "non sono l'essere cinesi", come ironizza il dottor Berti, ma quelli di una comune influenza: febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Il periodo di incubazione è di circa 14 giorni. In sostanza, spiega ancora Berti, per definire un soggetto 'a rischio' servono un qualche collegamento con l'area maggiormente interessata dall'epidemia e specifici sintomi.

"Nell'incontro di oggi abbiamo cercato di rispondere a tanti quesiti e dare un quadro di come ci stiamo organizzando per contrastare un'eventuale problema. La prevenzione ha successo solo se si fa prima. I dati dimostrano che in Italia al momento il virus non sta circolando e l'Italia è comunque tra i paesi che hanno dichiarato l'emergenza nazionale attuando una serie di disposizioni che hanno per scopo quello di organizzare un sistema di prevenzione efficace, oltre a gestire la comunicazione alla cittadinanza dei dati reali e dei comportamenti da attuare. Il messaggio che vogliamo lanciare è di evitare allarmismi, ma allo stesso tempo di organizzarci per contrastare un eventuale problema", così il dott. Berti.

Le misure di prevenzione

Il vero nodo è quello di far comprendere la necessità di adeguarsi alle direttive sanitarie, nonché quello di non nascondere situazioni a rischio: "L'importante - spiega Berti - è quello di non nascondere casi sospetti. Questa è la mia grande preoccupazione: alcuni cittadini potrebbero essere spaventati dalla stigmatizzazione sociale o sottovalutare la cosa, oppure cittadini cinesi potrebbero non contattare le autorità sanitarie per situazioni di irregolarità o anche per sfiducia verso il sistema sanitario nazionale. Bisogna far prendere coscienza dell'importanza di segnalare casi sospetti affidando a coloro che provengono da aree a rischio o hanno sintomi sospetti il compito e la responsabilità di evidenziare eventuali problemi".

Contattare, appunto: una delle misure preventive di cui tener conto e poco conosciute è quella di non recarsi al pronto soccorso dove si potrebbe venire a contatto con altre persone, ma di chiamare il 118 che attuerà le misure necessarie qualora il contagio sia reale. Durante l'incontro sono state così spiegate tutte le misure messe in campo da Ministero e dalla Regione, dalla 'dichiarazione di emergenza' alla sospensione del traffico aereo, passando per linee guida comportamentali per evitare il contagio. Sono state anche descritte altre misure come il consiglio (non l'obbligo) alle famiglie di ritorno dalla Cina di non mandare i figli a scuola per il periodo di incubazione, e la possibilità del dirigente scolastico di segnalare qualora fosse a conoscenza di persone rientrate da zone a rischio per attivare una  sorveglianza attiva quotidiana da parte dei medici, o ancora la definizione di linee guida per i lavoratori al pubblico.

Nel corso dell'incontro si è risposto anche ad alcuni dubbi dei presenti. Per fare degli esempi alla richiesta se sia possibile viaggiare all'estero, il dott. Berti ha sconsigliato di viaggiare nelle aree a rischio informandosi da fonti ufficiali sull'effettivo pericolo; mentre il fatto che il Coronavirus possa essere resistente su alcune superfici viene definito da Berti "un problema irrilevante" sfatando questo assunto che si riferiva ad un tipo di virus diverso da quello che si sta diffondendo; si è parlato anche delle 'mascherine' ormai andate a ruba anche in Italia, ma che per Berti "servono soprattutto per non diffondere il virus da parte di chi è stato contagiato", oppure della reale possibilità di passare il virus attraverso una "stretta di mano", ma solo se questa è stata contaminata tramite ad esempio uno starnuto.

Informarsi attraverso i canali istituzionali

Ma al di là del problema medico, esiste un problema comunicativo di cui è altrettanto importante tener conto: fake news, bufale, esagerazioni allarmistiche, personaggi che si improvvisano autorevoli medici, contro tutto questo bisogna generare gli anticorpi necessari. Da qui la necessità invocata più volte durante l'incontro di informarsi sempre da fonti verificate, autorevoli e istituzionali. L'obiettivo è quello di conoscere realmente il problema, solo così sarà possibile affrontarlo seriamente.



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