L'abbigliamento riparte, il post lockdown a Empoli di Temy e Spazio 76

Ginevra Costagli (Temy) Luigi Di Maro (Spazio 76)

Ieri, lunedì 18 maggio, è scoccata la Fase 2 e con essa molti negozi hanno riaperto e tanti lavoratori sono tornati a servire i propri clienti. Con il Dpcm annunciato sabato 16 maggio dal Premier Conte, oltre all’allentamento di molte restrizioni per il contenimento del Coronavirus, anche i negozi di commercio al dettaglio sono tornati attivi.

Il Giro di Empoli più passa il tempo, durante l’attenta convivenza con l’epidemia, e più comincia ad essere percorso da passanti, biciclette e persone che d'ora in poi potranno tornare allo shopping e a farsi consigliare l’abbinamento migliore nel proprio negozio preferito.

Ma come si sono organizzati i commercianti per il primo giorno di riapertura dopo il lockdown?

“Ovviamente applicando segnalazioni in terra per mantenere il distanziamento sociale, fornendo gel ai clienti, reinventando l’arredamento all’interno del negozio per consentire il metro e 80 e l’accesso di massimo due persone – come ha spiegato Ginevra Costagli, dal negozio di calzature Temy. Il negozio da ai clienti che desiderano provarsi le scarpe delle calze usa e getta, comprese le calzature estive: “Provvediamo a fornire calze monouso, ci vorrà solo un po’ di fantasia per immaginare i nostri piedi nudi indossare il paio di sandali provati”.

“Siamo tutti organizzati secondo le regole, carichi e volentierosi di portare avanti il nostro lavoro con passione – ha proseguito Luigi Di Maro, dal negozio di abbigliamento Spazio 76. Ho preferito far entrare un cliente per volta al massimo due, perché il locale è abbastanza grande". Da Spazio 76 i clienti hanno la possibilità di prenotare un ingresso indipendente solo con Di Maro: “Facendo un orario un po’ diverso da quello abituale, ho voluto dare l’opzione di prenotare un appuntamento personalizzato nella fascia pausa pranzo, in questo modo qualcuno può sentirsi più libero e meno timoroso, anche se in ogni caso non ci sono rischi di assembramento”.

Come le calze monouso per le scarpe anche i vestiti vengono trattati secondo alcune procedure, come ha continuato Luigi: “Da quello che abbiamo appreso dalle normative, l’importante è che le persone rispettino le norme generali, ovvero indossare la mascherina e se non l’avessero, gliela posso dare io all’ingresso". Vengono sempre forniti materiali igienizzanti per le mani e i guanti, in questo modo “le persone possono toccare liberamente la merce. Anche io per servire ho i miei guanti che cambio ad ogni cliente e ad ogni diversa situazione. Una sanificazione ben precisa non è necessaria, noi abbiamo preferito sui capi provati di metterli in quarantena per 24/36 ore, in un ambiente all’aperto dove ‘respirano’, utilizzando possibilmente degli spray e igienizzando con prodotti per tessuti”.

Lo stop provocato dal lockdown ha fatto sentire distanti i commercianti dai propri negozi, ma anche i clienti hanno desiderato tornare a far scorrere i vestiti tra le grucce, provarsi mille cose in camerino e non saper cosa scegliere o essere indecisi di fronte a due paia di sneakers, restando seduti sul divanetto a guardare i piedi fino al verdetto definitivo. La cosa è certa, per tutti è stata una grande gioia: “Noi abbiamo aperto un’ora prima dall’emozione – ha raccontato Ginevra sorridendo dietro la mascherina – speriamo anche solo di vedere delle persone, mostrare degli articoli… c’è tanta speranza”.

Questa giornata, credo un po’ per tutti, è come il primo giorno di scuola o un’apertura nuova perché con le regole, alle quali ci dobbiamo scrupolosamente attenere, è una partenza rinnovata, con un altro stato d’animo. Quello che ci rimane addosso – ha concluso Luigi da Spazio 76 - è la passione di sempre e la voglia di fare il nostro lavoro”.

 

Margherita Cecchin



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