La guerra dei nomi. Al via il progetto sulla toponomastica fucecchiese

I nomi dei luoghi e specialmente quelli delle strade sono stati spesso vittime di guerre, per fortuna soltanto ideologiche: a ogni mutamento di regime, o, in assenza di conflitti, anche semplicemente per sottolineare la propria egemonia, chi ha prevalso è solito segnare le strade con i nomi della propria appartenenza ideale.

A Fucecchio, in età napoleonica, la piazza grande (oggi Piazza Vittorio Veneto) era diventata piazza Elisa in omaggio alla famiglia imperiale e anche molte altre strade locali avevano seguito il corteggio dei Napoleonidi. Non ci soffermiamo sui cambiamenti avvenuti successivamente, siglati con i nomi di Casa Savoia, del Fascismo e infine, dopo la fine della seconda guerra mondiale, da quelli di più o meno noti protagonisti dell’antifascismo e della resistenza. Indipendentemente dal significato ideologico e politico di questi rivolgimenti la conclusione è stata purtroppo la cancellazione dei nomi originari delle strade e della piazze, i quali, se fino a non molto tempo fa resistevano nella memoria popolare, rischiano ora di essere completamente dimenticati.

Per questo vorremmo lanciare un progetto abbastanza semplice e certamente non molto costoso: ripristinare la toponomastica stradale più antica – quella originaria, ben presente nei documenti d’archivio e anche nel ricordo dei più anziani – senza cambiare ancora una volta quella attuale, ma semplicemente segnalando in una targhetta, accanto ai nomi attuali, quelli più antichi, magari con un supplemento di informazioni che illustrino l’origine, il significato e le caratteristiche dei luoghi a cui i nomi si riferivano.

Per dare più concretezza a questo progetto, proponiamo intanto una sorta di dizionario a puntate, ponendo in evidenza accanto all’attuale il nome più antico con le principali informazioni che in seguito potrebbero essere lette attraverso un QR CODE consultabile in una nuova traghetta in ceramica posta in prossimità di quella che indica il nome moderno. Ecco la prima puntata, con la quale entriamo virtualmente nel centro storico.

Un particolare ringraziamento ai nostri soci Alberto Malvolti e Stefano Gori, ideatori del progetto.

Via Castruccio. Già Via Sant’Andrea.
Nella prima metà del secolo scorso l’antico nome fu inspiegabilmente sostituito con quello di uno dei più fieri avversari del castello di Fucecchio, che nel 1323 aveva resistito al suo assalto, cacciandolo dopo una furiosa battaglia. In realtà fino ai primi del Novecento, e già dagli inizi del Duecento, il nome Sant’Andrea aveva designato la strada e l’intera contrada, sopravvivendo per oltre sette secoli. Il nome deriva dalla chiesa di Sant’Andrea, documentata sin dalla fine del XII secolo, che sorgeva dove oggi si apre piazza Spartaco Lavagnini e alla quale, nel 1330, fu associato un monastero di monache Clarisse, soppresso alla fine del Settecento e sostituito poi dall’attuale Ospedale San Pietro Igneo. Si entrava nella strada attraverso la Porta Nuova, o del Terrazzo, sovrastata da una torre, nota per secoli come Porta e torre di Sant’Andrea (ma in seguito al cambiamento del nome della strada, anch’essa fu indicata come torre di Castruccio), purtroppo distrutta nel corso della seconda guerra mondiale. Fiancheggiata da nobili palazzi la Via Sant’Andrea ha costituito per secoli l’asse principale del castello, che continuava nella Piazza Maggiore (Piazza Vittorio Veneto) e successivamente in Via Donateschi.

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Fonte: Italia Nostra Medio Valdarno



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