Acciaieria Jindal. Spera e Francescangeli, UGL: "A Piombino tutto tace"

"I lavoratori meritano serietà e coerenza da parte dell’attuale management"


“Nonostante l’azienda non abbia presentato nessun nuovo piano industriale chiedendo peraltro un rinvio di altri 15 giorni, ad oggi, trascorsi abbondantemente tre mesi, non si registra nessuna novità in merito. Riteniamo che il tempo sia scaduto, ravvediamo incapacità operativa sia da parte del Governo che della Jindal mentre, come a Taranto, anche a Piombino si susseguono ed evidenziamo eventi e seri problemi legati alla sicurezza dei lavoratori”. E’ dura la presa di posizione del Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera e di Daniele Francescangeli, Vice Segretario Nazionale con delega alla siderurgia, presenti all’incontro svoltosi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, a cui hanno preso parte in videoconferenza la direzione aziendale Jindal e le organizzazioni sindacali Nazionali e Territoriali.

“Ad oggi solo numeri su contenziosi tra vecchia e nuova proprietà ma di piani industriali neppure l’ombra. Non vogliamo e non saremo noi dell’UGL a creare allarmismi, eppure sembrerebbe che il gruppo Jsw non intenda onorare gli accordi presi e che per Piombino non vi sia nessun forno elettrico e nessuna produzione di acciaio. Nei vari incontri e interlocuzioni con la proprietà, il Governo aveva dato la disponibilità a impegnarsi con partecipazioni economiche e logistiche per il rilancio delle acciaierie di Piombino - aggiungono Spera e Francescangeli - tuttavia, per l’UGL sembrerebbe un film già visto. Purtroppo solo un cieco non rileverebbe quanto siano inquietanti le varie nomine per le acquisizioni e gli interessi nelle varie acciaierie italiane.”

“Le Istituzioni non hanno fatto e continuano a non fare nulla - tuonano forte e chiaro i sindacalisti - abbiamo solo assistito a vari contenziosi di Jindal che mentre si affrontava la problematica su Piombino aveva il pensiero all’acquisizione dell’Ilva di Taranto. Complici dell’affare, i Governi di centro sinistra e gli indiani, i quali non mantenendo impegni e accordi di programma, mettono a repentaglio il futuro occupazionale di circa 2000 dipendenti tra acciaieria e indotto. Per tali dipendenti ancora oggi regge il sistema economico di sussidiarietà ma non sappiamo ancora fino a quando. Mentre gli indiani finiranno per prosciugare la nostra Nazione, proseguendo con i loro affari, all’Italia non resterà che inginocchiarsi restando orfana del sistema e produzione acciaio. Nella totale indifferenza delle Istituzioni, interessate soltanto a rilasciare dichiarazioni e proclami.”

“Dal 2018, l’acciaieria di Piombino è di Jindal e comunque il sito è ancora attivo. In tale contesto riteniamo che un atteggiamento dubbioso sul futuro sia irresponsabile e non corretto nei confronti del territorio e delle maestranze, perché si continua a produrre e a non far conoscere dati importanti come i piani produttivi futuri. Ovviamente ciò genera anche una forte incertezza rispetto a possibili stop impiantistici che metterebbero a rischio la stessa incolumità dei dipendenti nel fornire assistenza e manutenzione. L’UGL chiede un incontro urgente con il Governo e Jindal, e ribadisce che il proseguo di tali atteggiamenti aziendali, nonché di queste modalità di gestione e relazionali, non fa altro che alimentare preoccupazioni, dubbi ed incertezze tra i lavoratori generando un clima lavorativo caratterizzato da diffidenza e mancanza di serenità nelle attività quotidiane. Riteniamo - concludono Spera e Francescangeli - che i lavoratori di Piombino meritino comportamenti più seri e coerenti da parte dell’attuale management”.

Fonte: Ufficio Stampa



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