Renzi e Calenda 'fanno pace' a Fucecchio per sostenere Giani

Questo pomeriggio a Fucecchio si è svolto un evento a sostegno della candidatura alla presidenza della Regione Toscana di Eugenio Giani. Dalle 17 la centrale piazza Montanelli ha ospitato centinaia di persone per un evento organizzato in meno di 24 ore.

Nonostante i tempi flash molti erano presenti sotto la statua dedicata a Giuseppe Montanelli, da quando il sole era sempre alto nel cielo fino a che non è calato tra le case circostanti, tramontando.

Questo anche perché all'evento, oltre al candidato Giani, erano presenti il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il leader di Azione, Carlo Calenda. Un'accoppiata che ha forse stupito per le divergenze politiche che ci sono state e che entrambi, hanno chiarito una volta presa la parola.

Tra il pubblico presenti anche il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, i candidati di Italia Viva Empolese Valdelsa per queste regionali, Simone Campinoti, Chiara Benedetta Campatelli, Irene Mazzarrini, Vittorio Bruciamacchie, e altri esponenti politici che appoggiano Giani nella corsa alla Regione. Corsa che si arresterà con l'espressione dei toscani alle urne tra domenica 20 e lunedì 21.

Tra le tante sedie distanziate, i visi degli spettatori sotto la mascherina, le danze del comizio sono iniziate poco dopo le 17 e, sul ritardo di Giani, Renzi ha ironizzato: “Calenda parlerà 10,20,30 minuti, al massimo poi inizierà a cantare”. Prima il leader di Italia Viva, poi quello di Azione infine Eugenio Giani hanno preso la parola e parlato al pubblico presente, in un countdown che segna meno 6 giorni dal voto, osservati dall'alto dallo sguardo della statua di Montanelli, girato in direzione del palco.

Tornando alla coppia Renzi-Calenda, oggi insieme a Fucecchio, “Non è che ora siamo d'accordo su tutto – ha specificato Renzi – ma ci rendiamo conto quanto sia importante questo passaggio delle Regionali, per eleggere i governatori”.

Entrando nel vivo del tema elezioni regionali, Renzi ha continuato sottolineando la differenza tra Giani e Susanna Ceccardi, in corsa per il centrodestra, considerata la sfidante principale del candidato Samminiatese.

Prima il leader di Italia Viva ha fatto un sondaggio con le persone presenti, per alzata di mano, su come voteranno al Referendum poi ha parlato dell'altra scheda che sarà presente, quella per eleggere i nuovi organi politici della Toscana. “Giani ha fatto il giro almeno tre volte di tutti i comuni, ha una proposta per tutti i sindaci, ma nella politica di oggi non sembra essere importante quanto sembra esserlo di più il sondaggio”.

Incalzando su Ceccardi, Renzi ha proseguito: “Eugenio Giani non sa fare le dirette Facebook come Susanna Ceccardi ma questo fine settimana non dovremo votare un influencer ma uno che conosce i dossier”.

Oggi, primo giorno di scuola dopo una lunga assenza di studenti, professori e personale, a causa dell'emergenza sanitaria. L'argomento certo non poteva essere tralasciato che però, in tutti e tre i casi ha assunto un risvolto che mira al futuro. “Quando vedi un bimbo che oggi è in prima elementare per il 70% dei casi farà un lavoro che oggi non esiste. Questa è la grande sfida – ha continuato Renzi – di tenere insieme il passato e il futuro, il passato dei valori di questa terra e il futuro della Toscana”.

Guardando alle elezioni Renzi ha concluso: “Se Giani vince o perde dipende da ciascuno di noi, né da Renzi né da Calenda, la vittoria non è nelle nostre mani ma nell'impegno di tutti.

Se vince la Ceccardi la Toscana diventa appendice della Padania se vince Giani d’Europa”.

“Azione non ha una lista, non ha candidati in queste Regionali” ha chiarito Carlo Calenda, fondatore e leader del partito Azione nato alla fine del 2019.

“La politica è arte di Governo”, ha scandito Calenda davanti agli ascoltatori, proseguendo con l'idea diffusa che “lo Stato non è nostro” e per questo, secondo il pensiero del leader di Azione ed Eurodeputato, le persone sarebbero inclini a non affidare per esempio la propria attività economica a quelle persone che poi governeranno, ma ad affidargli lo Stato sì, proprio perché non sarebbe sentito “nostro”.

“Poi ti svegli che c'è una pandemia e dallo Stato dipende tutto – ha continuato toccando i temi del fare politica, temi a carattere nazionale fino alla cultura dei giovani e, tra questi ultimi, coloro che una volta laureati non riescono a coltivare nel loro Paese le proprie conoscenze.

“Io sono qui, nel successo di Eugenio Giani, non ne ho alcun vantaggio politico – ha chiuso Calenda - solo uno, il Paese che va in mano a incompetenti non lo posso più vedere. Penso che alla fine la battaglia la vinceremo, perché l’Italia è stata sempre più forte di chi la vuole debole”.

Ultimo ma al centro dell'evento, il microfono è passato nelle mani di Eugenio Giani, che dopo i ringraziamenti ai propri sostenitori “punti di riferimento - ha detto - dell'Italia del buon governo che ha ottenuto risultati”, ha aperto con “quello che rischiamo domenica è la colonizzazione culturale della nostra Toscana”.

Giani ha parlato di molti temi dalla sanità, a partire dai momenti difficili dell’emergenza sanitaria fino a ciò che sarà, ai punti previsti nel programma, particolarmente attenti ad una popolazione che è sempre più anziana. E ancora l'arrivo del Mes, gli investimenti, progetti per l'innovazione per i giovani proiettati nella modernità della tecnologia, “nella Regione di Leonardo Da Vinci e dello sperimentalismo di Galileo sono convinto che si possa fare”. O ancora, Giani si è soffermato sul lavoro “basta anche con la cultura del lavoro dietro a scrivanie, ma fare corsi di formazione professionale”, riferendosi all'importanza delle aree industriali toscane, specializzate nella lavorazione di diversi materiali zona per zona. “Dobbiamo partire dai distretti industriali, tutti i settori che non hanno la Regione vicina hanno potenzialità limitate. La Toscana ha bisogno di fare squadra – ha marcato il candidato – per dare un orizzonte di sviluppo e di crescita ai nostri giovani”.

Infine Giani ha sottolineato il fatto che la partita non è a due questo fine settimana, per la presenza di 7 candidati, ma riferendosi a Ceccardi ha ripercorso gli ultimi anni politici della candidata per il centrodestra: “Da sindaco di Cascina nel 2016, due anni dopo si era stancata. Era diventata consulente del Ministero degli Interni, ma anche di quello si è stancata. E' diventata europarlamentare e ora è candidata alla regione. In quattro anni quattro cose è riuscita a fare, e manda Cascina alle elezioni anticipate. Ci ha spiegato che io se vinco, non avrò quell’elemento che è vitale nella democrazia, il leader dell’opposizione che stimola, dice cosa non ho fatto di ciò che dicevo nella campagna elettorale, perché ha detto che se perde torna al Parlamento Europeo. Per questo sento tanta forza di dedicarmi ad una Toscana che può essere trascinamento di ripresa – ha concluso Giani - sono convinto che i programmi sono fatti con le persone giuste, come la nostra storia ci insegna di poter fare”.

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Margherita Cecchin



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