ACSI Firenze: A come APS, A come Abbandono

La seconda ondata di covid-19 rischia di diventare la fine per migliaia di associazioni di promozione sociale e di cancellare dunque, la memoria storica ultracentenaria di circoli culturali ricreativi e l'impegno sociale di oltre 1 milione di volontari e addetti ai lavori.

Un patrimonio complessivo, quello del terzo settore, che in Italia vanta il 5,3% del PIL nazionale ma che ancora oggi vive nel caos di una disorganizzazione di natura fiscale, amministrativa e giuridica già emersa in passato, che da ieri pomeriggio traccia un solco economico all'interno dello stesso settore e delle rispettive categorie distinguendole in Associazioni di serie A e Associazioni di serie B.

Un divario che dallo sport alla cultura si estende al mondo sociale e a pagarne le spese sono, sia le famiglie che migliaia di circoli e associazioni di promozione sociale che da sempre costituiscono il tessuto cittadino, sostituendosi spesso alle istituzioni a servizio degli italiani che da ieri si vedono privati dei loro spazi del tempo libero.

Un paradosso che se da un lato tutela i professionisti del "terzo settore" dall'altro si dimentica dei luoghi di formazione degli stessi, dalle palestre di periferia ai circoli ricreativi, alle case del popolo ai centri di base, tutti abbandonati da mesi. Luoghi dove da sempre si coltiva la democrazia e si formano uomini, artisti, campioni e che oggi nell'oblio di decreti, sostegni e aiuti di ogni tipo.

"Un dramma che investe i luoghi della cultura proprio nei giorni in cui le piazze italiane si confrontano con la violenza e l'odio di migliaia di cittadini, pertanto oltre a raccogliere il nostro grido di allarme lanciato sin dai primi giorni di marzo ad enti e istituzioni, dal Governo chiariscano la nostra posizione" ha dichiarato Mauro Vitali, Presidente ACSI Firenze che aggiunge: "Questo momento di difficoltà evidenzia tutte le lacune dell'apparato organizzativo del terzo settore.  Credo sia giunto il momento di darci un nome perché non possiamo continuare ad essere invisibili, ma soprattutto vogliamo sapere chi siamo. Il fisco e la giustizia a volte ci mettono sul piano delle attività commerciali, quali bar ristoranti, ed altre no a seconda delle proprie esigenze. Allora Se restiamo chiusi al pari di bar e ristoranti dovremmo beneficiare dello stesso trattamento in tema di sovvenzioni, aiuti e "ristori". Diversamente, se non lo siamo e si parla di assistenza ai propri utenti, come nel caso degli alberghi e delle strutture ricettive, dal Governo ci facciano sapere perché i circoli ricreativi non possono somministrare ai propri associati? Tutte le nostre realtà che vivono di eventi di autofinanziamento e di somministrazione ai soci, come potranno continuare a pagare affitti e/o continuare il proprio servizio a sostegno dei cittadini, bimbi e famiglie?”

ACSI FIRENZE Da sempre vicina al mondo associazionistico giovanile attraverso la partecipazione, le iniziative, la rappresentanza e la solidarietà l’ACSI FIRENZE negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo fondamentale nello scenario sportivo, artistico e culturale della città. Autonoma e pluralista iscritta e riconosciuta dal CONI, oltre ad essere membro effettivo dell’organismo internazionale di sport per tutti CSIT (Confederation Sportive Internationale Du Travail), l’Associazione offre quotidianamente ai propri soci assistenza legale, amministrativa di comunicazione e previdenza grazie ai numerosi servizi che l’hanno resa in questo ultimo decennio punto di riferimento per centinaia di circoli, associazioni, soci e cittadini. Attiva su tutto il territorio provinciale, attualmente vanta circa 15.600 associati, due dipendenti e oltre trenta collaboratori, per un totale di 38 Associazioni di cui

 

·        15 APS (Associazioni di Promozione Sociale),

·        10 ASD (Associazioni Sportive Dilettantesche)

·        13 BASI (Associazioni Generiche)

Fonte: Acsi Firenze



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