Addio a don Corso Guicciardini, il ricordo di Simone Campinoti

Nelle ultime ore è scomparso don Corso Guicciardini. Empoli è in lutto per la perdita del prete. Riceviamo e pubblichiamo una lettera di cordoglio da parte di Simone Campinoti.

Con grande tristezza nel cuore oggi perdo un altro grandissimo amico sincero, per me anche una guida spirituale, un uomo santo, un'anima bella con il quale parlavo spesso e di tutto, e non sempre eravamo d’accordo su tutto, anzi su come affrontare il futuro dell’Opera, qualche volta eravamo anche in disaccordo ma solo su cose tecniche, lui ricco di una fede immensa, che io invidiavo bonariamente non avendola così profonda, confidava sempre nella Divina Provvidenza, che mi ricordava essere anche il fondamento dell’opera, ricordandomi i tanti aneddoti di Don Giulio, che se la sera non dormiva per la scadenza di qualche cambiale che non sapeva come affrontare, il giorno successivo, prima della scadenza, la provvidenza si manifestava e mai era andata in protesto una cambiale in tanti anni, e per questo e mi invitava a fare lo stesso, io più pragmatico cercavo di portare la mia esperienza di vita anche professionale, sostenendo che i tempi erano cambiati, e la provvidenza dovevamo aiutarla, ma alla luce degli eventi, devo ammettere che aveva ragione lui, perché ho avuto modo di toccare con mano che anche quello che io intendevo come aiuto alla provvidenza era anche essa stessa provvidenza.
Mi si chiede di scrivere due parole su Don Corso, ma è molto difficile per me, che l’ho vissuto intensamente e molto da vicino, anzi forse talmente da vicino che per me era si un uomo speciale ma un pezzo di famiglia una figura ricorrente negli ultimi 15 anni della mia vita, ma piano piano emergeva che anche dalle nostre chiacchierate private da soli o con quello che per me è diventato il fratello che la natura non mi ha dato, Don Vincenzo Russo, figura fondamentale per Don Corso, per lui era un figlio, e pian piano emergeva con forza quello che la gente sapeva bene, parola su parola mi son reso conto di avere a che fare con un monumento vivente, una anima bella, un Santo umile e un grande uomo di fede, ma una fede speciale vissuta nell’esempio e non solo pregata, per cui è difficile con due parole aprire il mio cuore, non basterebbero tutte le parole del mondo, per raccontare i mille aneddoti o anche i racconti lucidi, di fatti e cose avvenute tanto temo fa, toccando gli latri grandi che me r noi sono storia sui libri, per lui erano ricordi di vita, come ad esempio un giorno rimanendo soli ci mettemmo a parlare di un libro che avevo appena letto, regalato da Don Vincenzo, Lettere ad una Professoressa, che mi aveva molto colpito e lui con un sorriso mi disse: Lorenzino aveva un bel caratterino, ed io vedendo questa affettuosa confidenza, gli chiesi ingenuamente se lo aveva conosciuto, e lui mi disse che no solo avevano fatto il seminario insieme, ma che lo conosceva bene anche negli anni del suo esilio, anzi mi disse che il furgoncino con cui Don Lorenzo Fece il trasferimento era dell’opera, e sia Don Giulio che lui che Don Giulio gli dettero una mano, e mille altri aneddoti privati su La Pira, assiduo frequentatore di casa sua prima della sua scelta per il sacerdozio e l’Opera, oppure altri su Fioretta Mazzei, insomma parlando con lui mi resi conto che non stava raccontando la storia, ma lui ne era parte.
Poi ci sarebbero tanti aneddoti anche sul libro La Cruna Dell’Ago, pochi sanno che Corso non ne voleva sapere di scrivere un libro su di lui, e fu fatto in segreto, lui lo seppe due giorni prima della presentazione e poi leggendolo ne fu anche felice, perché penso che davvero anche il titolo sia stato appropriato, lui giovane rampollo di una delle famiglie più nobili del paese, lascio tutto per immolarsi totalmente alla fede, e all’opera, una strada difficile della strada già difficile del sacerdozio…
Potremmo parlare per settimane... per me è quasi liberatorio questo esercizio a caldo, ancora non mi rendo conto, che in poco tempo prima ho perso Padre Piroli e adesso Don Corso, due figure centrali nella mia vita, due figure che mi hanno stimolato tanti pensieri e aiutato a ritrovare la mmia anima in momenti molto difficili della mia vita, oggi anche se devo essere felice per loro, mi sento sempre più solo... ma confido nella provvidenza, in qui oggi credo, ma non quella dei soldi, ma quella dell’anima, e mi aspetto che uno di questi giorni anche Don Corso mi si manifesti di novo , chissà in qualche forma, conoscendolo potrebbe essere un bisognoso, per mettermi alla prova, e vedere se il suo insegnamento mi ha davvero toccato il cuore.
Ma la storia di Don Corso non finisce adesso, inizia ora, con il suo esempio, specie in momenti come questi è una luce nel buio per tutti noi.
Indimenticabili saranno i suoi occhi quando mi vedeva e felice diceva a tutti: ecco adesso c’è Simone e tutto inizierà a funzionare. Per lui ero io una forma di provvidenza, ma io duro, ci ho messo un bel po' a capirlo…  Arrivederci Don Corso



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