Festa della Toscana, dalla storia ai nuovi diritti: le dichiarazioni

(foto gonews.it)

Borghi e città si illuminano di rosso e bianco mentre dagli Uffizi, Pietro Leopoldo "parla" su Tik Tok


Oggi, lunedì 30 novembre 2020, è la Festa della Toscana. La Regione viene festeggiata ricordando l'abolizione della pena di morte, avvenuta per la prima volta al mondo proprio in Toscana, nel 1786 con il Granduca Pietro Leopoldo.

Molti tra municipi e monumenti della Regione si illumineranno di rosso e bianco, i colori della bandiera Toscana, mentre il Consiglio Regionale ha svolto una seduta solenne, per celebrare la data. Tradizione, storia e innovazione si uniscono, per omaggiare la Regione a distanza durante l'emergenza Covid, ricordando le battaglie per i diritti di oggi.


Le dichiarazioni

Giani: "Non è una rievocazione storica ma un messaggio di civiltà e diritti"

“La Toscana è diventata punto di riferimento nel mondo, grazie ad una Festa, quella del 30 novembre, che non è tanto una rievocazione storica, quanto una scelta che diventa essenzialmente un messaggio di vita, di civiltà e di diritti, sempre attuale”. Con queste parole il presidente della Giunta regionale, Eugenio Giani, dopo un excursus storico sulla Festa della Toscana, si è concentrato sul 1786 - quando Pietro Leopoldo abolì la pena di morte e la tortura – per soffermarsi sulla Toscana come “riferimento” per gli altri Stati. A partire dalle riforme del Granduca: non solo in tema di Codice penale, ma anche in tema di infrastrutture, di bonifiche, di ospedali moderni e scuole pubbliche, di razionalizzazione delle comunità.

“È grazie a Pietro Leopoldo se oggi contiamo su 273 comuni, segni di identità della nostra Toscana”, ha sottolineato Giani, ringraziando il presidente dell’Assemblea, Antonio Mazzeo, che ha celebrato la Festa della Toscana, anche con la visita al Santuario di Montenero, “unica testimonianza di tutti i simboli dei nostri comuni”. Venti anni dopo l’istituzione della Festa della Toscana, secondo il Governatore, “la sensibilità dei cittadini, dai più piccoli ai più grandi, è molto cresciuta. Anche se nel periodo che stiamo vivendo è impossibile organizzare iniziative sul territorio, come abbiamo fatto negli scorsi anni, l’importante è che la Toscana continui, con slancio, il suo percorso di sensibilizzazione, seguendo il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che due anni fa, alle Nazioni Unite, partendo dall’abolizione della pena di morte in Toscana, richiamò tutti al valore
della vita”.

“Su sette miliardi di persone nel pianeta – ha sottolineato Giani – circa la metà sono ancora costrette a fare i conti con la pena di morte: alla Toscana il compito di continuare ad essere punto di riferimento ed eco in tutto il mondo, su scelte di carattere valoriale”.

La Festa della Toscana ricorda le battaglie per i diritti tutt'ora in corso, come ha continuato la scrittrice Elena Favilli.

Ad esempio, la battaglia per una autentica ed effettiva parità di genere, come ha ricordato la scrittrice toscana Elena Favilli. “La vera eguaglianza non è stata pienamente raggiunta – ha affermato – ma nella nostra Regione la parità di genere sembra essere quasi a portata di mano, visto che l’indice di parità è costantemente cresciuto dagli anni Novanta ad oggi: siamo sulla buona strada, a tutti noi guardare alla parità anche in termini di crescita e di sviluppo economico”.

Solo un dato: secondo l’Ocse, il Pil potrebbe crescere del 7 per cento se il tasso di occupazione femminile fosse in linea con quello dei paesi più evoluti. In tale contesto, Favilli ha ricordato l’impegno e il coraggio di tre scienziate toscane contemporanee: Barbara Mazzolai, direttrice del centro di micro-biorobotica (Cmbr) dell’istituto italiano di tecnologia di Pontedera, coordinatrice del progetto europeo fet-open plantoid, che approfondisce le conoscenze su di una nuova generazione di tecnologie ict che hanno origine dalla forma e dalle funzioni delle radici delle piante; Cecilia Laschi, professore ordinario di bioingegneria industriale presso la scuola superiore Sant’Anna di Pisa e responsabile del primo progetto al mondo di robotica-soffice, che ha come modello di riferimento un polpo; Fosca Giannotti, del Cnr di Pisa, scienziata pioniera nel data mining, orientato alla comprensione delle dinamiche della mobilità, nell’analisi dei social network, nell’elaborazione di tecniche che garantiscono la privacy. Tre “esempi di genio e di visione avanguardistica”, secondo la scrittrice Favilli, che ha concluso: “Questi i risultati che si ottengono quando si sceglie di puntare sulle donne. Viva i diritti e viva la Toscana”.

Mazzeo: "Sul tema dei diritti non possiamo mai accontentarci"

Una regione che fa “del diritto alla pace, del diritto alla vita, dei diritti fondamentali come quelli più moderni, penso ad esempio alla connessione digitale per tutti, un impegno culturale irrinunciabile”. Lo ha affermato il presidente Antonio Mazzeo chiudendo la seduta solenne del Consiglio, convocato per celebrare la Festa della Toscana. “Quello che si celebra oggi – ha ricordato Mazzeo – diventa il simbolo della comunità toscana e un carattere distintivo della nostra carta di identità di fronte al mondo. Quella legge tra il 1787 e il 1790 ebbe più di 10 edizioni e fu tradotta in francese, tedesco, inglese e latino, un fatto assolutamente incredibile per l’epoca. Oggi quella che sembrava una irraggiungibile utopia è invece a portata di mano: la maggior parte degli stati ha abolito la pena di morte, possiamo chiederci non più se avremo un mondo senza pena di morte, perché lo avremo, ma quando”.

Questo pomeriggio alle 19, hai poi ricordato Mazzeo, si celebrerà il terzo momento della giornata, quando “assieme ai nostri sindaci e presidenti delle province, illumineremo di bianco e di rosso, i colori della bandiera toscana, le nostre città e i nostri borghi. Un’immagine di unità e di speranza”, l’ha definita Mazzeo. “È un gesto comune di ‘resistenza’ che si compie nel nome dei diritti e della libertà e che, dopo il buio di questo periodo, può rappresentare la base su cui fondare un nuovo Rinascimento. Questa è la scommessa più grande che ci attende”.

Si tratta ora, ha proseguito Mazzeo, di “affrontare insieme, come comunità solidale, il futuro, sapendo che sul tema dei diritti non possiamo mai accontentarci”. Il diritto ad avere una vita dignitosa, “che oggi è messo in discussione per migliaia di lavoratori e imprenditori”. Le aree di povertà e disagio “si sono allargate e hanno colpito soprattutto chi già viveva in condizioni di precarietà e quindi soprattutto i giovani e le donne”. E la domanda ora è: “Quanto è grande il loro diritto di libertà senza quei diritti sociali?”.

E si deve pensare al mondo della scuola, ha continuato Mazzeo. “Il diritto allo studio, a sua volta, è stato messo a dura prova da questa pandemia e questo ci chiama a un impegno ancora più forte. Cercare di far tornare i ragazzi prima possibile a scuola. La didattica a distanza è ancora una forma di disuguaglianza. Vorrei che sempre più in futuro – ha concluso il presidente del Consiglio regionale - tutti insieme facessimo in modo che il 30 novembre diventi non una celebrazione, ma un investimento rivolto sempre più ai giovani: un investimento per prepararli a ricevere il testimone di una Toscana orgogliosa della propria storia di civiltà, ma anche capace di scommettere sul futuro perché forte di una coscienza collettiva. Una Toscana che, come accadde oltre 2 secoli fa, sappia continuare ad essere un luogo esempio dei diritti, della libertà, della civiltà, dell’umanità”.


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