MpS, dibattito in Consiglio regionale

“Dai cigni neri che hanno messo in crisi più volte la ripresa del Mps fino ad arrivare ai giorni nostri”. Ha usato questa digressione Anna Paris (Pd), per tracciare il senso del suo intervento, con cui si è aperto il dibattito in Aula. Un intervento iniziato con l’immagine di una banca vista come “preda circondata da avvoltoi”, con lo Stato in oggettiva difficoltà per il periodo della pandemia. La consigliera ne ha quindi ripercorso le tappe. partendo dall’acquisto di Antonveneta, la crisi del 2011, le nuove regole di Basilea 3, la direttiva del 2016 sulla risoluzione delle crisi bancarie, fino ad arrivare al dicembre 2016, quando JP Morgan e Mediobanca si ritirano da Mps, che rimane sola. Da qui la richiesta di tempo per andare sul mercato e il rifiuto opposto dalla Bce. Paris ha ricordato che Mps oggi è una banca che risponde per il 68 per cento alle Pmi, che è al servizio di un territorio capace di attrarre investimenti, spaziando dall’agricoltura green alle nuove tecnologie, dalla logistica alla meccanica. “Io chiedo di superare gli impegni temporali con l’Europa – ha concluso Paris – per poter attuare un percorso di risanamento della banca, che necessita di capitale dallo Stato, per salvaguardarne l’integrità, il marchio, e il valore che Mps ha per Siena e per la Toscana tutta”.

Dal grazie per la discussione in Aula sulla “prima azienda” della nostra regione ha preso le mosse l’intervento di Stefano Scaramelli (Iv), che ha parlato del compito della politica: “Spetta a noi accompagnare i processi futuri, presentare ipotesi e idee, chiedendo al Governo di non abbandonare il dossier Mps, una banca che per Siena e la Toscana è storia, cultura, identità, passato, lavoro, futuro, relazione straordinaria con il territorio”. Ed esprimendo fiducia nel presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi sul fatto che potrà rinegoziare con l’Europa norme concepite prima della pandemia, il consigliere si è concentrato sulla finalità, sull’ambizione cui tendere: “Dobbiamo far imanere Mps soggetto economico forte, coprotagonista di un processo di consolidamento e di crescita”. “Alla politica spetta il compito di definire questo obiettivo strategico e di accompagnare il Governo nel processo”, ha continuato Scaramelli, guardando a due aspetti principali: il ruolo delle Fondazioni bancarie e i livelli occupazionali, da difendere e far crescere in futuro. “A lei, presidente Giani, spetta l’impegno di presentare una Toscana ambiziosa, che intende mantenere testa e cuore di Mps a Siena, quale elemento unico e di forza, non solo a livello regionale ma anche nazionale”, ha concluso.

Per Marco Landi (Lega) “la politica deve dimostrare un cambio di marcia”, per dare una spinta e una visione strategica a Mps, senza disconoscere il territorio di riferimento, andando oltre le debolezze e le appartenenze politiche. “La politica – ha detto - è necessaria per difendere il futuro di Siena e dei suoi cittadini, il futuro della Toscana e dei suoi cittadini”.  Da qui la sottolineatura circa la necessità di una azione politica responsabile, che non può permettersi di sbagliare, e che abbia come primo obiettivo la difesa di una banca regionale, che tutela le risorse del territorio e salvaguarda i livelli occupazionali. “A lei presidente Giani il compito di intraprendere questo percorso – ha concluso Landi. – Noi saremo al suo fianco: Siena e la Toscana non possono più essere ingannati”.

Francesco Torselli (FdI), partendo da Mps come “banca non normale”, dal punto di vista storico e di diffusione capillare sul territorio, nonché per il legame a doppio filo con una parte politica in Toscana, si è concentrato in particolare sulle azioni del Governo e sulla salvaguardia dell’istituto di credito. Questi i punti principali affrontati: il rinvio di almeno due anni del tempo necessario alla riprivatizzazione di Mps; la salvaguardia degli sportelli sul territorio; il mantenimento del brand e della direzione generale a Siena. E ha invitato ad alzare il tiro sulla sfida: “Mps non è un caso unico, siamo chiamati ad aspettare il prossimo”. Quindi ha accennato alla competenza di Draghi nel rivedere la normativa sulle banche cooperative e popolari, invitando la Regione a ripensare al ruolo di Fidi, “non certo marginale per l’asset strategico in Toscana”.

Elisa Tozzi (Lega), dopo aver dichiarato di aver apprezzato gli interventi dei colleghi Paris e Scaramelli, ha ricordato che la Banca ha già presentato un piano strategico con un Mps che prevede utile dal 2023, invitando a focalizzare l’attenzione sul management. “Accanto alla determinante funzione del Tesoro sulla ricapitalizzazione – ha spiegato - auspichiamo che Mps mantenga un ruolo centrale. E Occorre anche imporre un management all’altezza; la sfida può essere vinta solo con le professionalità adeguate”. A tal proposito la consigliera ha ricordato che Mps aveva una sua banca verde, che è stata fusa, mossa che oggi non sarebbe stata compresa. “Le scelte strategiche e le persone giuste sono fondamentali – ha concluso – per un Mps all’altezza del futuro e dell’ambizione della Toscana”.

Gli interventi di di Diego Petrucci (FdI), Elena Rosignoli (Pd), Elisa Montemagni (Lega), Irene Galletti (M5S), Marco Casucci (Lega), Massimiliano Pescini (Pd), Alessandro Capecchi (FdI), Marco Stella (Forza Italia) e Vincenzo Ceccarelli (Pd)

“La politica non può girarsi dall’altra parte, ma deve tutelare le risorse del territorio” ha affermato Diego Petrucci (FdI), che ha ricordato come la fondazione sia stata guidata da sedici componenti, quattordici dei quali di nomina politica. “Stamattina tutti i soggetti politici declinano il concetto di sovranismo nella gestione del credito, che condividiamo – ha affermato Petrucci. – Nel disastro causato dalla sinistra, la Toscana deve comunque provare ad avere una banca regionale, che abbia la testa, la governance ed assuma decisioni qui”. In questa prospettiva, ha aggiunto, abbiamo giudicato favorevolmente le affermazioni del presidente Giani su un ripensamento del ruolo di Fidi Toscana, che può diventare una sorta di cassa depositi e prestiti regionale.

“Monte dei Paschi è un bene comune, che ha mantenuto il suo ruolo di banca tradizionale e punto di riferimento per piccole e medie imprese e risparmiatori – ha sottolineato Elena Rosignoli (Pd). - Una risoluzione unitaria darebbe al presidente Giani più forza per interloquire con lo Stato e prolungare la presenza dello Stato nel capitale della banca, per il tempo necessario a farla uscire dalle difficoltà”.

“Una gestione non professionale, con pesanti coinvolgimenti della politica, locale e nazionale, è costata oltre 23 miliardi di euro e molti strascichi giudiziari”, ha rilevato Elisa Montemagni (Lega), che ha ricordato le difficoltà per l’istituto di credito nate con l’acquisizione di Banca 121 prima e poi di Banca Antonveneta, costata 9 miliardi di euro. Dopo vari piani di salvataggio, ha aggiunto, che nel 2017 la banca è stata nazionalizzata, con una ricapitalizzazione di 5 miliardi di euro, e che oggi la Fondazione ha un patrimonio di 400 milioni di euro e chiederà il risarcimento di 3,8 milioni di euro per gli aumenti di capitale sottoscritti sulla base di informative non corrette. “Dobbiamo salvaguardare i livelli occupazionali e fare in modo che resti a Siena la direzione generale – ha detto Montemagni. – Occorre anche una moratoria di trenta mesi per la cessione delle quote detenute dal Mef e la proroga del golden power di dodici mesi nei confronti di soggetti europei. La Regione deve infine dotarsi di un advisor professionale, che possa intervenire nella controversia tra Fondazione e Istituto di credito”. A suo parere dovrebbe essere valutato un impegno finanziario diretto della Regione in Mps quale ‘presidio istituzionale’ a tutela della comunità senese e toscana, parallelo alla riforma di Fidi Toscana.

“Grazie a noi, per la prima volta nella storia, nel 2015 è stata istituita in Toscana la prima commissione di inchiesta sulla crisi bancaria più grande d’Europa. Sono spariti circa 50 miliardi di euro di ricchezza. In circa dieci anni è stato azzerato un patrimonio accumulato in quasi 550 anni di storia”. Lo ha ricordato Irene Galletti (M5S), che ha sottolineato la ‘necessità per la politica e le istituzioni di adoperarsi per la salvezza di Mps e la tutela dei lavoratori. Ma allo stesso, “un secondo dopo” aver compiuto l’atto formale di indicare il rappresentante regionale nella Fondazione, “dobbiamo tirarcene fuori, perché è stato proprio l’intreccio tra politica e credito che ci ha condotto alla situazione attuale”.

“Quello che nella scorsa legislatura disse Claudio Borghi in questa aula, mi aiuta oggi a chiarire la posizione della Lega e fa giustizia delle polemiche di questi giorni - ha dichiarato Marco Casucci (Lega). - Troviamo una posizione unitaria, ma con impegni corposi, all’altezza del dibattito che stiamo facendo”. A suo parere sono importanti la moratoria di trenta mesi per la cessione delle quote dello Stato e la proroga di dodici mesi per la golden power per l’Europa, come pure la scelta dell’advisor per la richiesta di risarcimento della fondazione. “Si rischia di perdere l’ultimo presidio creditizio della Toscana. Dobbiamo ripensare il ruolo di Fidi Toscana - ha concluso. - La Regione deve trovare gli strumenti, anche innovativi, per essere vicina al nostro territorio. Si batta un colpo”.

“Dare forza al presidente è dare forza alla Toscana. È un appello che rivolgiamo a tutto il Consiglio” ha dichiarato Massimiliano Pescini (Pd), sottolineando che l’obbiettivo è la salvaguardia del patrimonio di un territorio. “C’è il forte impegno della Regione perché questa storia non si interrompa – ha concluso - ma riprenda invece il proprio cammino in una nuova sinergia con altri istituti di credito in un sistema rinnovato”.

“Dov’era allora Banca d’Italia, guidata da Mario Draghi? Spero sappia, come presidente del consiglio, in che modo rimettere mano ad un gravissimo errore, costato 23 miliardi di euro”, ha affermato Alessandro Capecchi (FdI), che ha espresso “disagio e sdegno per la morte di David Rossi, volato da una finestra di Rocca Salimbeni, che capiremo solo tra qualche anno”. “Ne usciamo con le ossa rotte a livello di credibilità europea – ha concluso. - Mussari è stato il presidente della Fondazione che controllava la Banca, poi il presidente della Banca e infine, dopo i grandi risultati, il presidente dell’Abi, in un paese in cui se il sottoscritto chiede un mutuo, gli occorrono firme fino al quarto grado di parentela. E’ una vergogna”.

“Avete un bel coraggio a presentarvi in Aula e intervenire non per chiedere scusa, ma per individuare un percorso per il Monte dei Paschi”, dice il consigliere Marco Stella (Forza Italia) rivolto ai consiglieri del Partito democratico. “La responsabilità di quanto è successo è di chi questa vicenda l’ha governata, di chi ha avuto responsabilità di guida”. Individuare un percorso, obietta Stella, “sarebbe ora l’errore più grande. Oggi serve piuttosto un ragionamento molto più grande, che qualcuno a Roma, tra questi Giorga Meloni, ha cominciato ad affrontare sul sistema-paese. I nostri asset industriali sono da anni sotto attacco, non difendiamo più niente di strategico. Qui si tratta ora di definire una politica industriale. Se Mps finirà nelle mani di investitori stranieri, i risparmi di tanti cittadini italiani finiranno nelle mani di investitori stranieri. Queste considerazioni non sono sovranismo, ma piuttosto politica industriale, tutela degli interessi di imprese e famiglie”, aggiunge il consigliere di Forza Italia. “Tra pochi giorni, saremo chiamati a nominare un membro della deputazione del Monte dei Paschi: cosa gli diremo?”. Stella è comunque disponibile ad una risoluzione unitaria “su questo che è un tema centrale della politica regionale. Non mi sento di indicare un tempo al presidente Draghi, ma ritengo fondamentale una proroga. Sappiamo che il Monte dei Paschi , che ha ancora 8miliardi di crediti deteriorati, non potrà rimanere da solo. Dovrà seguire logiche di mercato, non altre logiche, che hanno portato alla perdita di 30miliardi di liquidità che erano dei cittadini italiani”. La proroga come primo punto tra le tre priorità che indica Stella, “poi il mantenimento della direzione generale in Toscana e la tutela dei posti di lavoro”.

Il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, accoglie la proposta di convergere su una risoluzione che esprima una posizione unitaria del Consiglio regionale. “È il momento di guardare al futuro, mettere a frutto una sintesi e consegnare al presidente della Regione obiettivi comuni. Il mandato che affideremo al presidente dovrà essere scevro da polemiche”. Al consigliere Stella risponde che “si potrebbe contrapporre lo stesso ragionamento su vicende di banche del Veneto o della Lombardia, dove la sinistra non ha avuto un ruolo”. Guardare al futuro, prosegue Ceccarelli, “significa invece tutelare i maggiori asset strategici, gli ultimi rimasti, e Mps è uno di questi; e tutelare il marchio e la storia prestigiosa del Monte dei Paschi. E convenire che la politica deve stare un passo indietro rispetto al ruolo della finanza. E, in ultimo, scrivere una nuova pagina a sostegno dell’economia per imprese e famiglie”.

Mps: passa risoluzione per tutela marchio, posti di lavoro e governance in Toscana

Latto, sottoscritto da Ceccarelli (Pd), Scaramelli (Italia viva), Galletti (M5s), Montemagni (Lega) e Stella (Forza Italia), è stato votato con la sola astensione di Fratelli dItalia. Sì unanime a un odg di Fratelli dItalia per affrontare in Consiglio una discussione su Fidi Toscana

Una risoluzione unitaria per “dare al presidente Giani la forza di portare una posizione largamente condivisa dal Consiglio regionale”, come ha dichiarato il presidente Antonio Mazzeo, è stata approvata a larga maggioranza, con i voti di Pd, Italia viva, M5s, Lega e Forza Italia e l’astensione di Fratelli d’Italia. Il testo ha sostituito le quattro proposte di risoluzione inizialmente presentate, tutte ritirate (anche quella di FdI). Approvato all’unanimità, invece, un ordine del giorno di Fratelli d’Italia che chiama il presidente della Regione a riferire quanto prima all’Assemblea toscana i suoi intendimenti riguardo al ruolo di Fidi Toscana.

La risoluzione unitaria è stata sottoscritta dai capigruppo Vincenzo Ceccarelli (Pd), Stefano Scaramelli (Iv), Irene Galletti (Movimento 5 stelle), Elisa Montemagni (Lega) e Marco Stella (Forza Italia). Il Consiglio regionale, con questo atto, impegna la Giunta regionale “a proseguire il confronto istituzionale aperto con il Governo nazionale a difesa del risparmio e del credito in Toscana, nella ricerca delle migliori soluzioni tecniche possibili per garantire un futuro solido al Monte dei Paschi di Siena”. La banca è considerata “presidio economico e occupazionale strategico per il territorio senese e toscano, all’interno di un progetto dal respiro nazionale ed europeo”. La Giunta dovrà valutare “in coordinamento con il Comune e la Provincia di Siena e la Fondazione Mps”, la possibilità di chiedere a livello nazionale e delle istìtuzioni europee il prolungamento “del mantenimento della partecipazione pubblica nel capitale della banca” con il rinvio della privatizzazione e una ulteriore proroga della norma sul ‘golden power’, “esigenza dettata dalle mutate condizioni economiche e sociali che l’emergenza pandemica comporta”. La Regione dovrà rimarcare, all’interno di questa interlocuzione con il Governo, “nel pieno rispetto dei ruoli e delle regole di mercato alcune azioni fondamentali per le aziende e per il territorio: la salvaguardia del marchio e dell’integrità del Monte dei Paschi di Siena quale valore industriale determinante; la tutela delle professionalità interne e la salvaguardia occupazionale della forza lavoro; la permanenza del cuore direzionale della banca a Siena, come valore fondamentale nell’azione di consolidamento e rilancio dell’istituto bancario”.

La Giunta, ancora, dovrà attivarsi per “sostenere un percorso che in prospettiva punti a valorizzare la banca al fine di favorire la sua tenuta sul mercato, determinare ulteriori processi di crescita e strutturarne un consolidamento tale da avere in Toscana la sede e la governance del terzo polo bancario a livello nazionale”. Dovrà rappresentare al Governo nazionale “l’importanza di favorire a livello normativo la formazione di una o più banche di standing nazionale di secondo livello, che supportino le banche territoriali quali anche le banche cooperative e le banche popolari” e infine è chiamata a valutare le possibilità e le necessità di esaminare le ragioni di credito della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la quale ha promosso una richiesta di risarcimento verso la banca Monte dei Paschi e ad adoperarsi per favorire, per quanto di propria competenza, una composizione della controversia, se necessario anche attraverso un advisor, a tutela del territorio e del bene dei cittadini toscani”.

L’ordine del giorno di Fratelli d’Italia, primo firmatario il capogruppo Francesco Torselli, è stato sottoscritto anche dalla capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti. Approvato all’unanimità, impegna il presidente Eugenio Giani “a riferire quanto prima al Consiglio circa i propri intendimenti rispetto al futuro di Fidi Toscana”.

De Mossi: “Dal Consiglio regionale della Toscana un segnale importantissimo che esprime un sentimento di rispetto e tutela verso la più antica e gloriosa banca italiana”

“La risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana che chiede di prolungare la presenza dello Stato nel capitale di banca Mps, rinviarne la privatizzazione, salvaguardare l'occupazione, il marchio e il cuore direzionale a Siena è un segnale importantissimo – ha detto il sindaco Luigi De Mossi – che esprime un sentimento di rispetto e tutela da parte del Consiglio regionale, che ringrazio unitamente al Presidente Giani per il prezioso supporto e la sensibilità dimostrata verso la più antica e gloriosa banca italiana”.



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