Chiusura scuole, la ricetta di Nardella per non lasciare i ragazzi a casa

Dario Nardella, sindaco di Firenze (foto gonews.it)

Con il nuovo Dpcm Draghi, i presidenti di regione hanno maggiore autonomia decisionale sulla chiusura delle scuole nelle province e nei comuni. Ieri, 3 marzo, il presidente della Regione Eugenio Giani, ha lanciato il CESP che si riunirà ogni venerdì per decidere di volta in volta le sorti di studenti, genitori, alunni e professori.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella considera la chiusura della scuola come una "scorciatoia" e lancia il suo "contropiano" per evitare che i ragazzi debbano restare a casa.

Di seguito il "contropiano" del sindaco di Firenze

"Per favore non si riprenda la scorciatoia di imporre nuovamente la chiusura della scuola in Italia per risolvere i problemi del contagio da Covid-19. Se prendiamo Firenze, possiamo dimostrare con i dati epidemiologici che dalle scuole della città non è partito nessun focolaio.
Il problema dei contagi tra i giovani parte dalle attività esterne, feste, ritrovi, movida.
Il paradosso italiano è che chiudiamo le scuole e consentiamo ai giovani di andare ovunque.
I nostri ragazzi per giunta stanno soffrendo moltissimo: si registra in tutto il Paese un'escalation di disturbi psicologici, emotivi e fisici. Allora il Paese abbia il coraggio di non sacrificare la scuola e di approntare un piano per salvare la didattica in presenza.
Questi sono i punti di buon senso per un possibile “contropiano”, basato sul modello Firenze, che propongo con spirito costruttivo per evitare la chiusura:

1) Completare il prima possibile tutta la vaccinazione del personale docente con l’ausilio della nuova task force creata dal generale Figliuolo (anche perché viene da chiedersi: Perché vacciniamo tutti gli insegnanti se poi chiudiamo le scuole?);

2) Screening di massa con tamponi in tutte le scuole per monitorare continuamente il contagio e intervenire tempestivamente, isolando le singole classi. Nel caso in cui venga riscontrato un caso positivo lo step successivo dovrebbe essere lo screening su tutta la scuola;

3) Reintrodurre, come già avviene in Toscana e a Firenze, il medico scolastico, in accordo con la Ausl di riferimento e garantire al contempo un canale preferenziale tra la scuola e il presidio sanitario per qualunque evenienza e necessità della popolazione studentesca, del personale amministrativo e degli insegnanti;

4) Protezione civile, volontari e steward per presidiare mezzi di trasporto e ingressi nelle scuole;

5) Sfalsamento degli orari di ingresso e uscita delle scuole;

6) Evitare di chiudere sevizi all’infanzia in assenza di provvedimenti seri su congedi parentali, senza i quali per le famiglie è impossibile organizzarsi;

7) Implementare controlli nei luoghi di assembramento giovanile pomeridiani, come spazi pubblici nei pressi di locali, parchi, strutture sportive".



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