Inchiesta Keu, le posizioni dei partiti in Consiglio regionale

Il lungo dibattito sull'inchiesta Keu in Consiglio regionale: gli interventi


Apprezzamento per l’intervento del presidente Giani è stato espresso da Maurizio Sguanci (Iv), il primo a parlare in aula dopo le comunicazioni del presidente della Giunta e dell’assessore Monia Monni. Sguanci ha voluto sottolineare “come purtroppo la pandemia ci stia rendendo tutti più deboli e come di conseguenza il territorio diventi più permeabile alle infiltrazioni mafiose”. “I ristoratori in difficoltà ricevono continuamente proposte di acquisto e alla fine dell’anno saranno stati registrati molti passaggi di proprietà – ha detto il consigliere -. Per questo chiedo al Consiglio e alla Giunta di farsi latori presso il governo nazionale affinché le attività possano da subito tornare ad operare pienamente. E’ questo l’anticorpo migliore per combattere ogni infiltrazione della malavita”.


Inchiesta Keu, la replica di Giani chiude il dibattito in Consiglio regionale

Il dibattito in Consiglio regionale

Lucia de Robertis (Pd), presidente della commissione Territorio e Ambiente, è partita da una premessa: “Sono anni che la Regione Toscana vara politiche a sostegno dei territori, per un loro sviluppo con una reale sostenibilità ambientale”. “La decisione della Regione di costituirsi parte offesa è un segnale chiaro – ha detto la consigliera -, noi non ci accontentiamo di adempiere agli obblighi di legge ma vogliamo avere una visione sulla qualità della vita e sulla prospettiva dei territori”. “Il bene della Toscana si fa nella condivisione e nella collaborazione, abbiamo sempre espresso la volontà di ridurre l’impatto dell’inquinamento e costituito percorsi che portano alla piena sostenibilità – ha aggiunto -. Certo sono percorsi lunghi, contro cui c’è chi si scaglia in nome della velocità di impresa, ma non si può prescindere da garantire la tutela del territorio”. Dunque, ha spiegato de Robertis, “abbiamo una normativa che è da salvaguardare, che ha funzionato e che continuerà a funzionare. Procederemo a modificare la legge 20 ricostruendo quest’architettura e dando garanzia di certezza”. Anche perché sarà assolutamente necessario, ha concluso la consigliera, “investire fortemente nei distretti per garantire la ripresa dopo il Covid”.


Stefano Scaramelli (Iv) ha ringraziato la magistratura ed espresso solidarietà agli indagati e alle loro famiglie “che hanno diritto di essere tutelati nel rispetto del diritto di cronaca”.
Scaramelli ha sottolineato che la mafia esiste anche in Toscana: “dobbiamo avere il coraggio di denunciarlo, l’immunità di gregge dalle infiltrazioni mafiose si raggiunge solo se il coraggio di denunciare e la responsabilità sono diffusi. Nessuno si salva da solo”. “La mafia utilizza nuovi strumenti per insinuarsi in nuovi territori – ha proseguito – e per questo servono nuovi strumenti per combatterla. Dobbiamo avere la forza e la capacità di rappresentare le istanze economiche ma di svincolarsi dagli interessi locali, agendo nel nome degli interessi della Toscana. Dobbiamo assumerci la responsabilità tutti insieme”. “In questo – ha concluso – la politica e i partiti devono essere più forti. Soprattutto i partiti devono riassumere un ruolo da cui negli ultimi anni hanno abdicato, a partire dalla selezione delle competenze”.


Condivisione del “garantismo” viene espressa anche dalla capogruppo M5s Irene Galletti, “come già hanno fatto le altre forze di opposizione: è necessario, rispetto a un’inchiesta che ha i suoi tempi e dovrà seguire il suo percorso”. Il problema che si pone ora, osserva la consigliera, “è politico: quella che sembra emergere è una modalità di fare politica più volte denunciata dal Movimento 5 stelle. Probabilmente, per come è stata utilizzata usata fino ad ora, può non essere completamente al servizio del territorio. Voglio pensare che non ci sia alcun punto di contatto tra la politica e le infiltrazioni delle organizzazioni criminali – aggiunge –, ma bisogna anche dire che se così non fosse, un minuto dopo questa Giunta regionale dovrebbe cadere”. “Qualcosa in questi anni è andato storto”, dice ancora la capogruppo M5s, “oggi si doveva rispondere alle azioni da intraprendere per avviare un processo di analisi e trasparenza. Le intercettazioni denunciano una ‘forma mentis’ riguardo al modo di fare politica del tutto inaccettabile. Vorrei che non ci fosse nessuna ombra su tutte le forze politiche qui rappresentate”. C’è poi il “grande nodo politico dell’ambiente. La situazione della tutela ambientale in questa regione non è idilliaca come a volte questa Giunta racconta. In dieci anni, il personale di Arpat è stato ridotto del 19 per cento, tra tecnici, biologi, geologi: centocinquanta persone in meno, ma nostri atti per il rafforzamento di Arpat sono stati respinti. Riguardo all’Usciana abbiamo fatto tre interrogazioni: i pesci sono morti di anossia, gli mancava l’ossigeno. Ci sono 142 prescrizioni di natura ambientale sul progetto di costruzione di un aeroporto, ma si vuole andare avanti. La sentite questa responsabilità?”. Riguardo ai procedimenti autorizzativi, “si dovrebbero attivare indagini interne sui percorsi decisionali. Serve un lavoro di pulizia e di trasparenza, la responsabilità politica in questo momento è più grave di quella giudiziaria”.


“Questa mattina ho sentito tanti ringraziamenti a coloro che fanno il loro dovere tutti i giorni, ma pochi pensieri rivolti invece ai cittadini toscani che si aspettano interventi concrete a tutela dell’ambiente”, dichiara Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), vicepresidente della commissione Ambiente. Una percezione “surreale”, quella che ricava dal dibattito in Aula. “Andatelo a dire a Eligio Crocetti, uno degli agricoltori che ha il proprio terreno a fianco della 429. Pensava che la Regione lo tutelasse. Le sue parole sono schiaffi a tutti noi”. Secondo Capecchi, “in questi giorni è stato messo in discussione un pilastro centrale su cui si regge l’istituzione toscana, la catena di comando vera, dal momento in cui viene rimosso il capo di gabinetto del presidente”. Sul ruolo del capo di gabinetto, “che giudico abnorme, sarà necessario fare una riflessione”. Anche la struttura tecnica, a giudizio di Capecchi, “non esce benissimo da questa vicenda. Il tema dell’anticorruzione va affrontato con serietà: non si devono tenere i dirigenti per troppi anni allo stesso posto. In altre Regioni, seguendo le direttive dell’Anac, si fanno rotazioni”. Il presidente Giani “ha detto molte cose che condivido, ma su alcune non sono d’accordo: su Pieroni e sulla sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, ad esempio. Quando lei ha messo in votazione l’emendamento non poteva essere solo notaio. E mi farebbe piacere sentire che non ci sono state pressioni per la conferma di Gori”.

Quanto all’emendamento approvato dal Consiglio regionale nella passata legislatura e alle modalità di quella votazione, aggiunge Capecchi, “mi rivolgo all’attuale presidente Mazzeo: vorrei si dicesse che quella procedura non si farà più. La questione non è che quell’emendamento abbia o non abbia avuto seguito, il problema sono le procedure”. Il consigliere ricorda ancora i “quattro anni di proroghe all’impianto” e che il problema di come questa Regione affronta lo smaltimento dei rifiuti è un tema centrale”. Le infiltrazioni malavitose “si combattono con una politica più forte”, chiude il consigliere di Fratelli d’Italia. “Mi aspetto uno scatto di orgoglio. Gli uomini si giudicano dai fatti e non dalle parole. Bene la costituzione di parte civile, bene i controlli, andiamo avanti facciamo le bonifiche e perseguiamo, per quanto di competenza della Regione, gli eventuali responsabili”.


“La vicenda presentata dagli organi di stampa, con ampi stralci di intercettazioni e avvisi di garanzia che hanno toccato politici e dirigenti ai massimi livelli ha creato molta preoccupazione nei cittadini toscani, soprattutto per la pericolosità e la quantità dei rifiuti con cui gli inerti sono stati integrati ed usati nella realizzazione della strada regionale 429.” così inizia la Consigliera Regionale del Movimento Cinque Stelle Silvia Noferi nel suo intervento in aula.

"Se da una parte comprendo l’opportunità di non parlare di fatti che riguardano persone sotto indagine, altra cosa è evitare di farci capire cos'è accaduto riguardo all’approvazione di un emendamento presentato all’ultimo minuto in aula, scritto in un linguaggio molto tecnico, che immagino sia stato incomprensibile nell’immediato anche agli stessi consiglieri che lo hanno approvato.

Non può bastare che si evidenzi oggi, che quell’emendamento non ha trovato nessuna applicazione in nessun procedimento, perché questo è un puro caso; se non interveniva la magistratura quella normativa avrebbe potuto trovare applicazione.

Nemmeno basta anche, se è doveroso, che venga immediatamente cancellato con un atto legislativo proposto dalla Giunta, perché è il minimo sindacale.

Quello che la vicenda dovrebbe insegnare è che non si può abbassare la guardia, perché il trattamento dei rifiuti è un mondo in cui la malavita sguazza e fa affari, ma soprattutto, che i gruppi di interesse quando finanziano le campagne elettorali forse non lo fanno perché convinti dai buoni ideali, ma perché si aspettano un atteggiamento compiacente da chi avrà vinta la partita. Non ci vuole molto a capirlo.

Non basta e non ci si deve adeguare a questo, perché la questione morale, dai tempi in cui Berlinguer rilasciò la famosa intervista a Scalfari (era il 28 luglio 1981) non è stata risolta, anzi, e le parole di allora sembrano essere quanto mai attuali: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela […] Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune…”

Al di là delle generiche e copiose dimostrazioni di osservanza della legalità citate nella relazione del Presidente Giani, si deduce che la teoria è conosciuta, altra cosa è metterla in pratica.

Per questo la dirigenza politica di questa Regione dovrebbe impegnarsi per dare una svolta epocale a quanto fatto finora, dimostrando con i fatti che quanto scritto nel programma di mandato lo stanno mettendo in pratica soprattutto la parte della tutela ambientale, della gestione e il trattamento dei rifiuti, il citato Green Deal Toscano, perché durante la mia attività di consigliera regionale in questo primo scorcio di legislatura, più volte mi sono trovata di fronte a situazioni inspiegabili e non in linea con il programma di mandato di Eugenio Giani e della sua coalizione.

Ne sono testimonianza le diverse proposte di mozione che ho presentato, molte delle quali sono ancora in attesa di una calendarizzazione, che in molti casi riguardano proprio la necessità di maggiori controlli su discariche e siti inquinati.

Per dimostrare che credono davvero in quello che hanno scritto nel programma di mandato dovrebbero cominciare potenziando le risorse e il personale di ARPAT, redigere un nuovo piano regionale sui rifiuti, perché in questi mesi abbiamo visto solo deroghe e ampliamenti di discariche che dovevano essere chiuse da tempo; vorremmo vederli impegnati nel velocizzare le bonifiche dei siti inquinati, vaste aree che sono dappertutto in Toscana e da anni, se non decenni, aspettano di essere trattate, e magari nella redazione di una legge regionale che regolamenti le emissioni di sostanze odorigene come proposto anche da una mia mozione.

Con l’occasione oggi abbiamo chiesto come mai l’assessore Monni ha negato senza alcuna motivazione al Comune di Pietrasanta, la revisione dell’AIA per la discarica di Cava Fornace, non prendendo neppure in considerazione le molteplici segnalazioni e contestazioni di ARPAT che ha notificato a più riprese la presenza di fattori inquinanti. Vorremmo sapere il nome di quel dirigente della direzione ambiente che ha continuato per 7 mesi a sostenere che la pec con la richiesta del Comune di Pietrasanta non era arrivata.

Abbiamo chiesto anche di sapere come mai l’assessore Monni non prende in seria considerazione le segnalazioni del Sindaco di San Giovanni Valdarno a riguardo della discarica di Podere Rota, quando la sollecita sull’inquinamento della falda da tetracloruri, come richiestole anche dal rapporto di 48 pagine di Arpat che l’assessore sembra non aver letto.

Gli esempi potrebbero continuare a lungo, dalle autorizzazioni concesse alla Distilleria Deta di Tavarnelle per smaltire le vinacce provenienti da fuori regione tramite incenerimento e pochi controlli, all’inquinamento senza alcuna forma di depurazione della multinazionale Solvay che in 100 anni ha cambiato la morfologia della costa a Rosignano, all’inceneritore di Montale ecc. ecc.

Alla luce delle recenti vicende giudiziarie che hanno portato le forze dell’ordine negli uffici della Regione non possiamo più fare finta di nulla e soprassedere sperando che l’Amministrazione prima o poi intervenga.” conclude la Consigliera.

Le priorità da cui la Giunta dovrebbe cominciare è sicuramente leggere i rapporti allarmati che le varie sedi di ARPAT inviano all’Assessorato all’Ambiente."


"La comunicazione dell’assessore Monni, che alcuni hanno voluto giudicare solo come “tecnica”, a mio avviso ha avuto un altissimo valore politico, perché si evince che la Regione con i suoi dipendenti e quindi con i suoi amministratori, ha fatto molto di quanto era possibile fare, ha dimostrato che c’è stato rigore, attenzione e controllo. La Regione ha regolato, ha controllato e ha diffidato. Si poteva fare di più? Certo, come sempre… Ma un fatto è assodato: la magistratura si è messa in moto perché Arpat ha evidenziato anomalie. E la Regione ha sempre svolto un ruolo costruttivo, adoperandosi per smaltire correttamente il Keu. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura teso ad individuare le responsabilità ed assumere gli atti conseguenti. Oggi la sfida della politica è quella di combattere la criminalità e l’illlegalità, come illustrato bene nella comunicazione del presidente Giani, ma al tempo stesso fare delle scelte e proprio l’economia circolare, in quanto chiusura del ciclo dei rifiuti, è un momento cruciale di quelle scelte. Nel contempo non deve essere criminalizzato un intero distretto di eccellenza e che dà lavoro a tante persone".

Lo ha detto Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, intervenendo nel dibattito seguito alle comunicazioni del presidente Giani e dell’assessore Monni sull’inchiesta Keu.

Ceccarelli, infine, ha fatto qualche considerazione sulla questione “emendamento”, ricordando che proprio le opposizioni, che oggi lo additano come oggetto dello scandalo, non votarono contro. "Noi faremo le modifiche alla legge – ha precisato Ceccarelli – non solo perché l’emendamento non ha trovato applicazione concreta, ma con l’obiettivo di salvaguardare gli impianti misti, quelli fuori perimetro, per tutelare il percorso che ha portato pubblico e privato ad investire insieme, per creare maggiore sostenibilità ambientale nelle lavorazioni del distretto. Nel nostro partito su questo punto siamo tutti d’accordo e sono fantasiosi ogni altra ricostruzione o retroscena. Ma – ha concluso Ceccarelli – sentiamo l’esigenza di andare oltre: per questo, oltre a partecipare alla commissione d’indagine, proprio oggi abbiamo depositato una proposta di modifica della legge sull’Osservatorio regionale della legalità, per rafforzarne le funzioni e l’efficacia, rafforzando la collaborazione con le associazioni che da tempo operano per il contrasto all’illegalità, da “Libera” a “Caponnetto”, per farne uno strumento più strutturale per affiancare e sostenere il lavoro della giunta illustrato dal presidente Giani". Inchiesta Keu, il Pd propone "un osservatorio contro la criminalità"


Prosegue il dibattito in aula

Gli interventi di Francesco Gazzetti (Pd), Ilaria Bugetti (Pd), Elena Meini (Lega), Silvia Noferi (M5S), Giovanni Galli (Lega), Luciana Bartolini (Lega), Massimiliano Pescini (Pd), Marco Stella (FI), Francesco Torselli (FdI), Marco Landi (Lega) e Vincenzo Ceccarelli (Pd)

“Abbiamo il dovere di richiamare l’attenzione di tutti sui temi della legalità – ha affermato Francesco Gazzetti (Pd). – Restiamo sconcertati da quello che la criminalità organizzata riesce a fare. La rabbia e la determinazione sono sentimenti che animano anche noi”. Gazzetti ha ricordato che nella scorsa legislatura con Giacomo Giannarelli (M5S) è stato fatto un lavoro nella commissione di inchiesta sulle discariche poste sotto sequestro, che ha portato ad una relazione conclusiva unitaria, con indicazioni utili anche nella situazione attuale. “L’obbiettivo è che la Toscana non sia mai accomunata alla Terra dei Fuochi o ad una terra dove le mafie possono scorrazzare liberamente”.

La presidente della commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti (Pd) ha precisato che ieri, in ufficio di presidenza, è stato deciso che le audizioni saranno aperte a tutte le associazioni di categoria a cui gli imprenditori fanno riferimento. “Il principio di imparzialità deve essere seguito soprattutto in circostanza come queste”, ha detto.

“Il presidente Giani non ha risposto a nessuno dei punti fondamentali da noi sollevati - ha dichiarato Elena Meini (Lega). – Non può continuare a dire che non si rendeva conto di quello che poteva essere l’impatto. Lei presiedeva la seduta ed aveva la facoltà di dichiarare inammissibile l’emendamento”. A suo giudizio non è accettabile che un comparto di eccellenza come quello conciario rischi di pagare salato l’errore di pochi. “Le aziende sono sotto forte pressione – ha rilevato. - Che cosa ha intenzione di fare la Regione Toscana per difendere il comparto? Come sosterremo gli enti locali sul piano sanitario ed economico? Le mafie, che esistono, hanno approfittato della complicità di alcuni politici o della incompetenza di altri? La complicità sarà accertata o smentita dalla magistratura. L’incompetenza è sotto gli occhi di tutti”.

Secondo Silvia Noferi (M5S) il problema non è la funzionalità degli uffici, ma una forma mentis della politica. “Non si può abbassare la guardia sul tema dei rifiuti – ha detto. – Ad esempio, che cosa intendeva il presidente Giani quando nel consiglio comunale di Lastra a Signa ha affermato che avrebbe spezzettato un’opera infrastrutturale di attraversamento dell’Arno per rimanere sotto la soglia che fa scattare la Via?”. A suo giudizio sui temi ambientali si sta procedendo per deroghe e ampliamento di discariche che dovevano essere chiuse da tempo. “Perché lei, assessore Monni, ha rifiutato la revisione dell’Aia per la discarica di cava Fornace? – ha chiesto. – Perché non prende in considerazione l’appello del sindaco di San Giovanni Valdarno che le segnala un dossier dell’Arpat sulla presenza di tetracloruri nella falda? Proprio non ce lo spieghiamo”.

“Il diavolo vince quando qualcuno sostiene che non esiste – ha ricordato Giovanni Galli (Lega) – Ci sono documenti che attestano la presenza di infiltrazioni mafiose. Perché si fa finta di niente? A suo parere la vicenda del capo di gabinetto lascia molte perplessità. “O il presidente ci mostra il documento firmato con il sollevamento dall’incarico – ha affermato – o non crederò più ad una sola sua parola”.

“Polizia e Procura hanno lavorato bene, ma sono arrivati tardi. Il danno era stato fatto – ha osservato Luciana Bartolini (Lega). – Bisogna prevenire, è l’unico modo. Questo è compito nostro, della classe dirigente e della società civile. L’auspicio è che la nomea di mafia sparisca presto e si riesca a prevenire questi reati”.

Secondo Massimiliano Pescini (Pd) quando si affrontano le questioni ambientali è necessario essere chiari e pronti a conoscere le cose come stanno. “Non abbiamo alcun timore a confrontarsi con tutti – ha dichiarato - A fronte di infiltrazioni mafiose in Toscana, che ci sono, dobbiamo essere all’avanguardia nella legislazione e nelle azioni. Lo siamo già e continueremo a farlo. Se ci sono cose da correggere, le correggeremo. Continueremo a lavorare per i cittadini toscani”. “Guai a parlare del Partito democratico come una comunità politica fatta come un comitato d’affari – ha aggiunto, concludendo – Non c’è cosa più lontana dalla realtà”.

“Noi siamo garantisti da sempre fino al terzo grado di giudizio, chiediamo indagini veloci che non compromettano un settore così importante del nostro territorio, fiore all’occhiello per il made in Italy, ma vogliamo riservare la stessa attenzione anche alla politica, al senso di responsabilità che riguarda ognuno di noi”. Così Marco Stella (FI), che ha ricordato come con le firme di tutti i colleghi del Centro-destra sia stata chiesta l’istituzione di una Commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Toscana, senza sottovalutare il rapporto tra politica e imprenditori. “Il garantismo è l’unica scelta possibile – ha sottolineato – mi spiace aver sentito pronunciare ‘noi’ e ‘voi’, in quest’aula oggi dovevamo solo parlare di comunità toscana”, ha concluso, ribadendo la fiducia nella “politica competente” e quindi capace di risolvere i problemi.

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Torselli (FdI) che ha affermato di non condividere l’espressione del presidente Giani: “Lei ha detto: abbiamo fatto tutto il possibile per evitare che ciò avvenisse, ma questo è un approccio che pone in una sorta di supremazia amministrativa, che fa venir meno proprio il concetto di comunità. Allora cosa possiamo fare insieme?” Secondo il consigliere, “occorre che la politica, se vuole riacquisire credibilità, debba fugare ogni sorta di dubbio”. Da qui la necessità di capire se in Toscana ci sono assassini che hanno sotterrato rifiuti tossici, se la politica ha rapporti con centri di potere, se i centri di potere decidono chi andrà a governare nella nostra regione. “Non mi interessano le aule del Tribunale – ha concluso – mi interessano le risposte in quest’Aula, in Consiglio regionale, perché se in tutta questa vicenda c’è stato un peccato, è stata la scarsa trasparenza”.

Articolate le riflessioni del portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega): dalla fiducia nella Magistratura al ruolo di eccellenza del distretto conciario, dalla non colpevolezza fino alla condanna definitiva alla politica che non deve pronunciare sentenze, per affermare che “la questione politica non è stata sufficientemente approfondita”. La Toscana, per Landi, deve fare di più, guardare agli esempi di integrità e coerenza come Lelio Lagorio, “eticamente irreprensibile”. “In questo suo mandato non possono esserci ombre – ha affermato rivolgendosi al presidente della Regione – A lei chiediamo la massima incisività per una Toscana dell’innovazione, della civiltà, per un Osservatorio antimafia che ne analizzi i fenomeni”. “La cultura toscana è contro la mafia – ha concluso Landi – ma quando il virus entra, ci sono terapie e azioni politiche da portare avanti con fermezza”.

Anche da parte di Vincenzo Ceccarelli (Pd) non sono mancati i ringraziamenti per le comunicazioni, la solidarietà a chi sta soffrendo la gogna mediatica, il grazie ai dipendenti e alla Magistratura, che farà la propria parte. E invitando tutti a rilassarsi e a non esagerare sulla speculazione politica, il consigliere si è soffermato sulla comunicazione dell’assessore Monia Monni, etichettata come “tecnica”, per affermare che si tratta di “una relazione tecnica, sì, ma dall’alto valore politico, dalla quale emerge una Toscana che ha fatto molto per garantire il rigore e il controllo, che si occupa da tempo di sostenibilità e che intende declinare l’economia circolare”. “Siamo i primi a volere chiarezza – ha concluso Ceccarelli – parteciperemo alla Commissione d’inchiesta e andremo anche oltre, estendendo le competenze dell’Osservatorio e modificando la legge, per salvaguardare investimenti e impianti misti”.


Respinti due mozioni e un ordine del giorno presentati dal M5S

Sono stati respinti a maggioranza due mozioni e un ordine del giorno presentati dal Movimento 5 stelle. La prima, per mappare urgentemente le aree e le opere nella quali sono state coinvolte le aziende attualmente indagate e quelle a loro connesse in qualunque forma; effettuare subito un’analisi sullo stato di salute dei cittadini e dell’ambiente anche attraverso un monitoraggio di medio lungo termine e se emergessero criticità operare subito bonifica o messa in sicurezza di aree e persone.

È quanto chiedeva la mozione presentata dalle consigliere del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale Irene Galletti e Silvia Noferi in riferimento all’inchiesta Keu che ipotizza l’utilizzo delle ceneri di risulta dei rifiuti conciari riclassificati in attività edilizie.

Le consigliere chiedevano al presidente della Regione, Eugenio Giani, impegni precisi anche nei confronti del Governo nazionale in particolare per “attivare adeguati strumenti giuridici e la concessione di finanziamenti e sostegni per limitare l’entità e la propagazione del danno”.

Con un secondo atto di indirizzo il Movimento 5 stelle chiedeva inoltre di potenziare Arpat sia sotto il profilo della dotazione strumentale che delle risorse umane. A detta di Galletti e Noferi, infatti, riformare l’Agenzia per la protezione ambientale della Toscana anche sotto il profilo dei finanziamenti assegnati permetterebbe di “operare in maniera piena e sistematica su controllo, prevenzione, limitazione dei danni oltre che portare a sanzione eventuali altri illeciti in essere”. L’esecutivo toscano era chiamato inoltre a “riformulare le attività straordinarie assegnate ad Arpat per finanziarie la collaborazione dell’Agenzia con il sistema sanitario”.

Respinto anche un ordine del giorno presentato dal M5S, con il quale si intendeva impegnare la Giunta regionale a verificare quali discariche siano state utilizzate negli ultimi 15 anni dalle aziende coinvolte nell’indagine in corso, o da altre aziende a queste operativamente collegate, in appalto o subappalto. Si chiedeva di attivare le verifiche necessarie per individuare eventuali irregolarità.

Approvati due ordini del giorno del M5S, respinti due atti della Lega

Sono stati approvati all’unanimità due ordini del giorno presentati da Irene Galletti (M5S). Il primo impegna Presidente e Giunta ad attivarsi, insieme ai presidenti delle commissioni per le audizioni della Fondazione Caponnetto, della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura, dell’associazione Libera contro le mafie e del presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti. Il secondo sul Coordinamento regionale per la prevenzione dell’usura impegna Presidente e Giunta regionali ad agire per consentire all’organismo di riunirsi e pianificare la propria attività di studio, monitoraggio ed indicazione delle iniziative da intraprendere.

Irene Galletti si è vista però respingere anche un ordine del giorno che impegnava Presidente e Giunta regionali a comunicare, nel rispetto della normativa comunitaria sul trattamento dei dati personali, l’elenco dei trasferimenti interni avvenuti in Arpat dal 2010 al 2020, specificando se si sia trattato di decisioni d’ufficio o di istruttorie avviate su richiesta degli interessati. A suo parere lo spostamento dei dipendenti, se da questi non richiesto, può infatti avere influito sui risultati dell’agenzia.

Respinti anche due atti presentati dalla Lega. Il primo, un ordine del giorno presentato da Elena Meini che impegnava presidente e Giunta regionali a porre in essere tutte le iniziative idonee alla salvaguardia del distretto conciario toscano, della sua operatività, dei suoi operatori è stato respinto a maggioranza. L’ordine del giorno impegnava nello stesso tempo presidente e Giunta ad effettuare tramite Arpat i necessari controlli per tornare al rispetto delle previsioni di legge sulla gestione dei rifiuti speciali.

Respinto anche un altro ordine del giorno della Lega, presentato dalla capogruppo Elisa Montemagni. Il Keu, materiale derivato dalla combustione degli scarti del distretto del cuoio, sarebbe finito in diversi siti in Toscana, fra cui il terreno gestito da Ecogest srl di Massarosa (Lu), a ridosso del Lago di Massaciuccoli, bacino all’interno del Parco naturale regionale. L’atto, inoltre, impegnava presidente e Giunta regionali ad attivarsi quanto prima attraverso Arpat per effettuare le analisi su tale terreno per poi procedere alla bonifica.

Approvata risoluzione del Pd, respinti atti di indirizzo del M5S e FdI. Si chiude il dibattito sull'inchiesta Keu

Il lungo dibattito sull’inchiesta Keu si è chiuso con l’approvazione della Proposta di risoluzione presentata dal gruppo Pd, primo firmatario il presidente Vincenzo Ceccarelli, che impegna la Giunta a “proseguire con la massima celerità con tutte le azioni necessarie a verificare se dagli ipotizzati comportamenti malavitosi sia conseguita una contaminazione dei terreni e delle acque in tutti i territori potenzialmente interessati”; a “sostenere le misure e le azioni volte a ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e per l'ambiente dando seguito, in particolare, al lavoro già avviato con i "Tavoli tecnici per la promozione dell'economia circolare mantenendo la commissione consiliare competente costantemente informata”. Come illustrato da Ceccarelli, “l’atto è coerente con le comunicazioni svolte dal presidente della Giunta regionale Eugenio Giani e dall’assessore all’Ambiente Monia Monni, anche nella richiesta alla Giunta, in collaborazione con la commissione consiliare competente, di predisporre una proposta legislativa finalizzata a superare le attuali criticità inerenti la disciplina della depurazione delle acque reflue, che abbia come principale obiettivo la modifica dell'articolo 13 bis della legge 20/2006”. “Ci aspettiamo che venga ripristinato l’impianto della legge 20 – ha sottolineato il consigliere – per avere impianti misti, che hanno anticipato l’economia circolare”. I correttivi auspicati dovrebbero “superare le osservazioni di legittimità attualmente oggetto del contenzioso costituzionale”, “disciplinare in modo adeguato e rispondente ai principi contenuti nella normativa nazionale l'attività di depurazione delle acque reflue a carattere prevalentemente industriale nonché l'utilizzo dei relativi impianti di depurazione”.

La proposta di risoluzione, infine, impegna a dare “tempestiva attuazione” agli strumenti di promozione della cultura della legalità e a contrastare ogni forma di criminalità organizzata, a partire dal rendere operativo, anche attraverso un rafforzamento delle sue funzioni e il superamento delle maggiori criticità che ne hanno impedito l'attuazione, l'Osservatorio regionale istituito con legge regionale (42/2015).

Nelle dichiarazioni avevano annunciato voto contrario i consiglieri Elisa Montemagni e Alessandro Capecchi, rispettivamente per i gruppi di Lega e Fratelli d’Italia.

L’aula di palazzo del Pegaso ha invece respinto una mozione, presentata dalla capogruppo del Movimento 5 stelle Irene Galletti, che impegnava la Giunta a rimuovere l’emendamento approvato lo scorso maggio confluito nella legge 32/2020, impugnata dal Consiglio dei ministri il 7 agosto dello scorso anno.

Bocciato anche un ordine del giorno, sempre presentato dal M5S e illustrato da Irene Galletti, che impegnava la Giunta regionale ad estendere nelle frazioni di Brusciana e Dogana le verifiche chimico-biologiche anche a pozzi e falde adiacenti al manto poiché l’acqua utilizzata nelle frazioni prossime alla strada e nelle attività agricole sarebbe potuta essere inquinata.

Respinto anche l’ordine del giorno, presentato dal gruppo di Fratelli d’Italia e illustrato da Alessandro Capecchi, che invitava l’esecutivo ad “adoperarsi per disporre una adeguata azione di carotaggio lungo tutto il tracciato della SR 429 per verificare se al di sotto dello strato di bitume e asfalto esterno, siano stati smaltiti illecitamente rifiuti tossici”. Alla Giunta si chiedeva anche, “nel caso i carotaggi confermassero la presenza di materiale inquinante, di effettuare i relativi lavori di bonifica e ripristino della mobilità veicolare nel minor tempo possibile”.

Non è passato anche un successivo atto, presentato sempre da Fratelli d’Italia e illustrato da Alessandro Capecchi, con cui si chiedeva di prevedere “fin dal prossimo bilancio della Regione, la creazione di un fondo di garanzia finalizzato a risarcire tutte le attività che potrebbero aver subito danni irrimediabili dalla presenza di rifiuti tossici sotto al manto stradale della SR 429”. Si chiedeva anche un ulteriore fondo a sostegno delle attività economiche, prevalentemente agricole, che potrebbero trovarsi nella condizione di dover sospendere la propria attività durante il periodo necessario al completamento dell’iter giudiziario della Dda di Firenze”.

Infine, un altro atto presentato dai consiglieri regionali di FdI Francesco Torselli, Vittorio Fantozzi e Alessandro Capecchi, è stato ritirato dopo le rassicurazioni formali chieste al presidente Giani, da parte di Capecchi, in merito alla volontà della Regione di costituirsi parte civile. La delibera di Giunta è del 26 aprile, e con tale atto si dà mandato di procedere alla dichiarazione di parte offesa, propedeutica all’intenzione di dichiararsi parte civile in caso di rinvio a giudizio.



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