Partiti da Massa Carrara, destinazione mondo: la vita in viaggio di Nicole e Pietro

Nicole Salteri e Pietro Porcu in Islanda (foto da Facebook)

“Vogliamo vivere o vogliamo vivere felici?”.

È la domanda che qualche anno fa si sono posti Nicole Salteri e Pietro Porcu, due ragazzi di Massa - Nicole è originaria di Pietrasanta, ma vive da 10 anni a Massa - di 23 e 26 anni a cui la vita in Lunigiana cominciava ad andare stretta; troppo stretta per quel sogno che da tempo entrambi coltivavano: viaggiare.

Così, lanciato il cuore (e lo zaino) oltre l’ostacolo, hanno preso in mano la loro vita e abbandonato quella vecchia scandita da lavori stagionale e lezioni all’università, per abbracciare un’esistenza itinerante.

In questo momento i due ragazzi si trovano da due mesi in Islanda, a Búðardalur, paese di nemmeno 300 anime nella parte occidentale dell'isola.

“Viviamo nel nostro Van - un Ford Transid del '90, ndr - che abbiamo camperizzato in un mese. Anche questa si è rivelata una sfida nella sfida. Il mezzo, comprato a maggio, era in pessime condizioni. Grazie all’aiuto da parte di famiglia, amici e professionisti di Massa che hanno creduto nel nostro progetto siamo riusciti a rimetterlo in sesto: a giugno le modifiche erano state apportare e a luglio eravamo in Islanda. La nostra ‘casa’ si trova di fronte al mare, immersa in un passaggio bellissimo”.

Per Nicole e Pietro si tratta di un piacevole ritorno. L’anno scorso, dopo che alcuni amici li avevano avvertiti delle possibilità lavorative sull’isola dei geyser, i due hanno vissuto per un po’ a Þórshöfn, nel nord-est: “Per gli standard islandesi Massa è quasi una metropoli. Questa estate abbiamo trovato lavoro grazie alle conoscenze fatte l’anno scorso; in Islanda è molto facile fare amicizia, si potrebbe dire che tutti si conoscono sull’isola e un posto di lavoro si trova, se sai parlare in inglese.

All’inizio abbiamo lavorato in un museo che operava anche da bar e ristorante. Ora, invece, in una guest house che fa da pizzeria e trattoria. Qui si lavora bene e si guadagna bene: abbiamo un contratto serio perché in Islanda tutti seguono le regole.

Non sappiamo quanto rimarremo qui. Con il covid è difficile fare programmi: dovevamo guidare un tour di gruppo in Marocco, altro Paese che abbiamo visitato, ma non sarà possibile proprio per la pandemia”.

 

 

L'inizio

Certo, ora Nicole e Pietro sono viaggiatori esperti, tuttavia nel 2018, quando capirono che “Massa non bastava”, erano ragazzi come tanti, con un sogno nel cassetto e poche idee su come raggiungerlo.

“Viaggiare era il nostro desiderio più grande – raccontano i ragazzi – ma non sapevamo come fare per realizzarlo. Così, abbiamo iniziato a consultare siti e social per conoscere le esperienze di persone che avevano già fatto quello che noi ancora sognavamo soltanto . Alla fine, abbiamo compiuto il grande salto: zaino in spalla, si parte!”.

Come primo passo per quello che sarebbe stato il punto di svolta della loro vita, Nicole e Pietro (allora 20enne e 23enne) scelgono un traguardo ambizioso: arrivare da Massa a Singapore via terra, utilizzando soltanto bus e treni locali, se non addirittura facendo autostop.

“I nostri genitori all’inizio non la presero bene. Non è stato facile sentirsi dire da un figlio che avrebbe mollato tutto per viaggiare. Nicole, poi, si era diplomata con 100 e i suoi avevano altre aspettative per lei; ma l’università e la vita di Massa non erano la nostra strada. Le critiche non sono mancate: alcuni, leggendo gli articoli su di noi, ci hanno etichettato come i figli di papà che vanno in giro per il mondo a divertirsi a spese della famiglia. In primo luogo, noi lavoriamo per mantenerci durante i nostri viaggi. E poi, questa scelta sembra ‘strana’ in Italia, ma in altri paesi come quelli nord europei o la Germania è normale che i giovani optino per un gap year tra liceo e università e lo utilizzino per viaggiare”.

Dopo aver convinto i genitori, per Nicole e Pietro, il 25 ottobre 2018 era il momento di partire: non sapevano se ce l’avrebbero fatta ad arrivare a Singapore, se e quanto sarebbero rimasti in Asia o se avrebbero raggiunto addirittura l’Australia; esisteva anche il timore che sarebbe stata un’esperienza meno piacevole di quanto sognato. L’unica cosa certa è che dovevano provare. “Ed è stata la scelta migliore della nostra vita”.

Oltre 35mila chilometri in sette mesi, budget stimato di 10 euro a testa al giorno, con tanto di motorino comprato in Vietnam e rivenduto in Laos dopo aver attraversato in sella Vietnam, Cambogia e metà del Laos. “Ovviamente non tutto è filato liscio – ammettono – ma sono stati mesi intensissimi, un giorno in Asia valeva un mese a Massa. Siamo cambiati, siamo cresciuti, abbiamo acquisito un bagaglio di esperienze che ci ha portato a guardare i nostri problemi da un’altra prospettiva. Viaggiare fa paura all’inizio, ma oltrepassata finalmente la soglia di casa, capisci che ne vale la pena. La vita prende una sfumatura diversa perché non ti poni più limiti: cade il Vorrei ma non posso, nasce il Voglio quindi ci provo.

I posti che abbiamo visto, le persone che abbiamo incontrato ci hanno resi ‘più grandi’. In Asia ci siamo fermati tante volte di fronte a paesaggi bellissimi, o davanti momenti di vita quotidiana in cui i locali facevano qualcosa per loro normalissima ma per noi sorprendente. Ci hanno dedicato atti di generosità e ospitalità incredibili, facendoci sentire parte di qualcosa o anche solo semplicemente ‘amici’. Noi, stranieri e ricchi ai loro occhi. Il nostro è uno stile di vita ‘minimale’, senza catene: i soldi che guadagniamo servono per collezionare esperienze, non oggetti”.

I ragazzi, infatti, hanno trovato occupazione di volta in volta dove capitava e hanno scelto impieghi stagionali per lavorare pochi mesi ma tante ore, dal momento che in alta stagione lo stipendio è buono, in modo da avere poi il resto dell’anno libero per viaggiare. I momenti difficili non sono mancati, uno su tutti la prima ondata di Covid, che a inizio 2020 vide l'Italia tra i primi paesi colpiti. Nicole e Pietro in quel frangente si trovavano in Asia e faticarono non poco per riuscire a tornare a casa.

Inoltre, hanno deciso di raccontare le loro esperienze e fornire consigli di viaggio nel progetto multimediale e multicanale "Ricordati il giacchetto", che vanta una pagina Facebook, un canale YouTube e un profilo Instagram.

 

 

 

“Abbiamo portato alcuni ragazzi di Massa in Birmania con viaggi di gruppo  - concludono - e siamo stati davvero contenti di aver coinvolto la nostra città. Qualche nostro compagno di viaggio, titubante come noi prima di lasciare l’Italia, ha abbracciato la nostra visione di vita: una ragazza è rimasta in Cambogia, un altro ha lasciato il lavoro fisso e ha cominciato a viaggiare.

Ci dà soddisfazione riuscire a dare coraggio a queste persone che hanno tanta voglia di vivere esperienze come la nostra e ci piacerebbe, quando torneremo in Italia, poter fare qualche conferenza per raccontare la nostra esperienza ai ragazzi della zona o agli studenti. Guardare loro negli occhi e dire: ‘Ragazzi, se a casa vi sentite stretti e non appagati, credeteci e provate; non solo per il viaggio ma anche per le vostre passioni’.

Con la giusta determinazione – assicurano – si possono raggiungere traguardi che sembravano irraggiungibili. Oggi viaggiare è davvero alla portata di tutti".

Giovanni Gaeta



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