Mostro di Firenze, la scientifica ritorna agli Scopeti 36 anni dopo

Sembra incredibile, ma ci sono sviluppi sul caso del Mostro di Firenze. Le indagini vanno avanti, si parla dell'ultimo omicidio di coppiette appartate nelle campagne toscane. Per la morte di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, turisti francesi trovati cadavere il 9 settembre 1985 da un cercatore di funghi, è giunta la polizia scientifica quest'oggi nel bosco degli Scopeti a Rufina. Secondo il quotidiano Repubblica il dispiego di forze servirebbe anche allo scopo di un docufilm.

Sono presenti gli agenti da Firenze e dalla direzione di Roma. A quale scopo? Ottenere la ricostruzione topografica e forestale dei luoghi con la tecnologia attuale, con rilievi per stabilire l'esatta disposizione della vegetazione. Le tecnologie sono così avanti da poter risalire alla presenza di residui di piante che adesso non esistono più ma dei quali il terreno mantiene dei resti.

Fortunatamente per gli investigatori, i luoghi sono rimasti quasi intatti come 36 anni fa ma il sottobosco dove era stata posizionata la tenda nella quale i francesi si accamparono è cambiato.

I due francesi uccisi agli Scopeti

L'omicidio degli Scopeti

L'omicidio potrebbe risalire nella notte tra sabato 7 e domenica 8 oppure tra domenica 8 e lunedì 9, a seconda delle interpretazioni. Ciò che è certo è che la coppia venne aggredita quando si trovava in tenda. L'assassino utilizzò un coltello per recidere il telo della tenda, spostandosi verso l'ingresso per sparare. La donna muore subito, il compagno ferito riesce a scappare verso il bosco ma viene raggiunto e accoltellato a morte dal Mostro. Il corpo viene nascosto tra alcuni rifiuti. L'aggressore finirà il suo lavoro con le mutilazioni al pube e al seno sinistro, nascondendo in parte anche il corpo della donna.

Nel 2018 venne trovata l'ogiva di un proiettile in un cuscino della tenda. Il proiettile fu stato estratto dai carabinieri del Ros ed è stato consegnato al consulente della procura Paride Minervini. A margine di quel ritrovamento, il consulente della difesa di Mario Vanni e Pietro Pacciani, Davide Cannella, affermò che "ritrovare un'ogiva all'interno di un cuscino dopo 33 anni significa che troppe cose non hanno funzionato, significa che troppe cose sono state fatte male. La colpa è degli investigatori che non sono stati capaci di capirne il linguaggio, il significato. Tutto questo fa il paio con la famosa 'pista sarda' che gli inquirenti non hanno seguito a dovere"



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