Cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, a Cerreto Guidi voto contrario del PCI

Voto contrario dal Gruppo Consiliare PCI di Cerreto Guidi al conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. L'intervento della capogruppo Susanna Rovai ieri sera in Consiglio comunale.


Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria». Così recita la motivazione per l’assegnazione della medaglia d’oro al Milite Ignoto tumulato, il 4 novembre del 1921, nell’edicola centrale del complesso del Vittoriano: l’Altare della Patria, inaugurato il 4 giugno del 1911 in Piazza Venezia a Roma, quale monumento al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II.

Se nel 1921 la guerra era finita ormai da quasi tre anni, la necessità di ricostruire un Paese distrutto e impoverito dalle spese di guerra, mancante di una intera generazione di uomini in età da lavoro, era invece ancora forte, come lo era la preoccupazione di contenere il dissenso sociale, la disillusione politica che di quella guerra furono gli effetti montanti da ogni voce dell’opinione pubblica organizzata.

La mobilitazione rituale di uno qualunque nella moltitudine dei caduti al fine di consolare l’intera moltitudine dei vivi, era un’esigenza politica più forte nella penisola italiana che nel resto dei Paesi europei usciti dalla guerra, per la sua storia nazionale più fragile e meno metabolizzata.

Con larga influenza delle diffuse retoriche militariste e nazionaliste propagandate dai Fasci di Benito Mussolini, al cadavere del Milite Ignoto venne attribuito il compito di legare il destino delle migliaia di soldati a quello della comunità nazionale in lutto, attraverso la sacralizzazione del sangue.

Da ormai molti anni si è tornati a descrivere la vittoria dell'Italia sabauda nella Prima Guerra Mondiale come il coronamento del Risorgimento, come una guerra di riscatto nazionale.

Milioni di giovani italiani ed europei rimasero mutilati per tutto il resto della loro esistenza. L'Europa divenne un gigantesco macello di uomini.

Qualunque sia la verità storica sulle responsabilità immediate della guerra, questa fu il prodotto dell'imperialismo, ossia il risultato degli sforzi delle classi capitalistiche di ciascuna nazione per soddisfare la loro avidità di guadagni con l'accaparramento del lavoro umano e delle ricchezze naturali del mondo intero. Le grandi potenze del tempo miravano a rimaneggiare, col ferro e col sangue, la carta mondiale nel loro interesse di sfruttamento.

Le classi dirigenti economiche e politiche, che dal sangue versato dai poveri cristi mandati al macello trassero o intendevano trarre i più grossi profitti, affermavano, in ogni paese, che la guerra serviva alla difesa della patria, della democrazia, alla liberazione dei popoli oppressi.

Mentivano. Ed il governo italiano del tempo non era da meno. Le guerre seminano rovina e devastazione, e distruggono, al tempo stesso, la libertà e l'indipendenza dei popoli. Nuove catene, nuovi pesi ne sono la conseguenza, e sono i lavoratori e i ceti popolari di tutti i paesi, vincitori e vinti, che li subiscono.

Qualcuno di voi ricorderà il film di Francesco Rosi "Uomini contro". Ambientato nella Prima Guerra Mondiale, questo film denuncia fermamente la corruzione, l'autoritarismo e l'impreparazione militare degli alti ufficiali italiani, che imboscavano i loro figli, mandavano a morire (spesso in inutili operazioni militari) contadini e operai, fucilavano soldati per ogni minima mancanza, ricorrendo anche alla decimazione.

Il regista del Film venne incriminato per vilipendio alle Forze Armate e la pellicola, del 1970, ritirata dalle sale per alcuni anni.

Dopo la riforma RAI del 1975 venne trasmessa in TV.

Il vento di destra che spira in Italia, di riabilitazione storica dell'Italia sabauda e fascista sconfitta per più di quarant'anni dal vento della Resistenza e dalla presenza del Partito Comunista più forte d'Europa, vorrebbe restaurare miti che meritano di rimanere sepolti.

La celebrazione del milite ignoto rischia di essere funzionale a questi disegni, perché mira ad unificare in una sola mistica patriottarda coloro che, innocenti, furono mandati a morire e ad uccidere altri poveri giovani lavoratori e coloro che, nel caldo delle loro ville, disponevano e lucravano sulla vita altrui senza rischiare la propria.

Per questo voteremo no e vorremmo che il Comune di Cerreto Guidi ricordasse invece le vittime delle decimazioni ed esecuzioni comminate loro dagli ufficiali monarchici".

Susanna Rovai, capogruppo PCI in Consiglio comunale a Cerreto Guidi



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