Comandante e vigilessa arrestate nella polizia municipale ad Agliana: una era stata condannata per calunnia

Questa mattina i carabinieri di Pistoia su ordinanza del gip e richiesta della procura hanno trasferito agli arresti domiciliari due membri della Polizia municipale di Agliana, gravemente indiziate a vario titolo ed in concorso tra loro di atti persecutori, falso ideologico, calunnia e rivelazione di segreti d’ufficio. Una di loro è anche accusata di furto aggravato.

"Si tratta della comandante e di una agente - spiega il sindaco Luca Benesperi -, l'amministrazione è del tutto estranea ai fatti e quindi andiamo avanti. Certi dissidi erano noti, non mi aspettavo di arrivare a due provvedimenti di custodia cautelare".

L’indagine è stata condotta dai carabinieri di Quarrata e Montale assieme alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri. Tutto nasce dalle dichiarazioni presentate da una ex collega delle indagate, che nel novembre 2020 si era recata presso alla stazione di Quarrata per presentare una denuncia di furto riguardante le chiavi della sua auto, sottrattele dal suo armadietto presso la sede della Polizia municipale di Agliana dove la stessa prestava servizio in qualità di agente.

Il furto avvenuto all’interno di un comando di polizia, ai danni di un agente in servizio, destava subito sospetti. Anche perché la vettura della denunciante non era stata poi rubata, così come nulla al suo interno era stato sottratto.

I militari iniziavano quindi alcuni accertamenti, tra i quali l’acquisizione di filmati e l’escussione di persone potenzialmente informate sui fatti, procedendo inoltre anche a riconvocare la denunciante per approfondire le circostanze del furto.

Sono emersi i primi indizi in merito a un clima di forte tensione all’interno della polizia municipale di Agliana, determinato da comportamenti apertamente ostili assunti nei confronti di alcuni dipendenti “non graditi”.

Questi comportamenti portavano a pretestuosi procedimenti disciplinari, demansionamenti arbitrari, ingiurie alla presenza di altri colleghi e anche di privati cittadini. L'escalation era nata quando presso quel Comando era giunta una nuova agente, assunta nonostante fosse gravata da una sentenza passata in giudicato per il reato di calunnia. Era stata precedentemente licenziata da un’altra Comando di Polizia municipale toscano proprio per aver omesso questa rilevante informazione ai fini dell’assunzione.

Per l’assenza dei requisiti previsti per l’assunzione, risultavano essere stati prodotti documenti falsi finalizzati alla riconferma nel ruolo dell’agente.

Nel corso delle indagini, è stato ritenuto che le indagate avessero inviato esposti anonimi e accusatori nei confronti di chiunque si opponesse al loro progetto di “modellare” il Comando di Agliana “a loro immagine e somiglianza”. Questi scritti, in violazione del segreto d’ufficio, venivano inviati anche ad alcuni organi di stampa locale con l’intento di accrescere il clima di pressione intorno alle vittime del loro disegno, additandole quali responsabili di abusi e reati.

Le due indagate sono state quindi sottoposte agli arresti domiciliari in quanto, in virtù del ruolo e della funzione ricoperta, ritenute potenzialmente in grado di reiterare i reati e di alterare eventuali ulteriori elementi probatori.

Contestualmente, gli uffici del Comando della Polizia Municipale di Agliana sono stati sottoposti a perquisizione, con il sequestro di supporti informatici e documenti ritenuti utili ai fini investigativi.

E ora cosa succederà? Il sindaco ha annunciato che nominerà subito un comandante facente funzioni visto che "nei casi di restrizione della libertà personale è prevista la sospensione.



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