Contro le mutilazioni genitali femminili, sì unanime a risoluzione Pd

Il Consiglio regionale della Toscana approva all’unanimità una mozione contro le mutilazioni genitali femminili, presentata dal Partito democratico, primo firmatario il capogruppo Vincenzo Ceccarelli (con Massimiliano Pescini, Anna Paris, Federica Fratoni, Donatella Spadi, Elena Rosignoli, Valentina Mercanti, Mario Puppa, Andrea Pieroni e Lucia De Robertis). La risoluzione invita la commissione regionale per le pari opportunità della Toscana “ad effettuare una specifica indagine sulle mutilazioni genitali femminili, anche in rapporto alla presenza e/o diffusione delle stesse nel contesto toscano”; ad effettuare contestualmente, “un esame delle disposizioni di legge attualmente vigenti sul divieto delle pratiche mutilazione genitale femminile (legge numero 7/2006)”, per valutare il livello di attuazione, “sollecitarne l'eventuale applicazione” e promuovere “eventuali aggiornamenti o modificazioni al fine di aumentare l'efficacia delle misure previste a livello nazionale”. La commissione per le pari opportunità è chiamata inoltre “a valutare eventuali azioni, anche di sensibilizzazione, che possono essere intraprese direttamente a livello regionale per contribuire al contrasto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”.

“Si tratta di un tema e di un problema purtroppo ancora molto diffusi – dichiara in Aula il capogruppo Pd, Ceccarelli –. Le mutilazioni genitali femminili sono ancora praticate in almeno trenta Paesi dell’Africa subsahariana e della penisola arabica. Si stima che almeno 200milioni di giovani donne sotto i 18 anni sono soggette a questi interventi di carattere tribale”. Interventi, aggiunge Ceccarelli, “riconosciuti a livello internazionale come una violazione dei diritti umani e una discriminazione di genere. Sono atti crudeli, inumani e degradanti, che vengono ancora compiuti non solo nei paesi di origine, ma anche nella nostra civile Europa”. Ceccarelli ripercorre le carte e i pronunciamenti internazionali che già da decenni condannano queste azioni. La legge italiana contiene disposizioni per la prevenzione e il divieto delle mutilazioni genitali, “ma in realtà, registriamo ancora il perpetrarsi di queste pratiche palesemente illegali”, spiega Ceccarelli, che ricorda la riflessione in corso “sulla difficile applicazione della legge e sulla sua scarsissima efficacia”. Servono iniziative, aggiunge Ceccarelli, “proposte per migliorare l’applicabilità della legge e azioni di sensibilizzazione con le famiglie e nelle scuole”.

“Siamo estremamente favorevoli, sosteniamo questa risoluzione”, annuncia il consigliere Andrea Ulmi (Lega), vicepresidente della commissione sanità e politiche sociali. “Nell’Italia moderna queste azioni devono essere contrastate in tutti i modi. La sensibilizzazione, in particolare, è da tenere principalmente in conto”, aggiunge Ulmi, che chiede al presidente del Consiglio regionale di adoperarsi per “propagandare la conoscenza di queste situazioni, dedicare una giornata o una serie di incontri al contrasto di queste pratiche belluine”.

Voto favorevole anche da parte di Fratelli d’Italia annuncia il consigliere Diego Petrucci, che segnala tuttavia una perplessità, “riguardo al dispositivo della risoluzione: stante la gravità della pratica di cui si parla, che rappresenta una fattispecie penale criminale e come tale deve essere affrontata, non so quale possa essere la capacità di movimento della commissione per le pari opportunità, quali siano le sue capacità di avviare indagini e intervenire”. Petrucci suggerisce di “chiedere un report alla magistratura e alle forze dell’ordine riguardo all’attività d’indagine svolta. Parliamo di un reato grave, che va a violare una sfera di diritti costituzionalmente e internazionalmente riconosciuti, oltre a praticare menomazioni sui corpi delle persone”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale



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