Guerra in Ucraina, Greco (PD San Miniato): "Siamo col popolo ucraino"

marco greco
Marco Greco

La guerra in Ucraina sta sconvolgendo il mondo. A San Miniato è stato deciso di fare un consiglio comunale aperto su quanto sta accadendo dopo l'invasione della Russia. Il capogruppo PD sanminiatese Marco Greco ha fatto un intervento sul tema, di seguito le sue parole.

Nella notte di giovedì 24.02.2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva armata imponente nei confronti dell'Ucraina, a lungo premeditata. L'invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sud-est e dalla costa sud ed è stato chiuso alla navigazione il mar d'Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdyansk. Si sono registrate esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l'Unione Europea. I Paesi UE hanno sempre auspicato di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e, soprattutto, utile ad evitare ogni scontro armato.

Le violenze di questi giorni da parte della Russia hanno reso un dialogo di questo tipo, nei fatti, impossibile, tale da rendere prioritario rafforzare la sicurezza di tutta l’Unione Europea e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati. L'attacco di Putin non è solo all'Ucraina, ma è soprattutto un attacco al cuore dell’Europa, ai nostri valori, alle nostre libertà, a tutto quello che rappresentano le nostre democrazie. Dire di essere per la pace non costa niente. È molto facile. Tuttavia, a costo di suonare retorico o enfatico, vorrei dire che se un dittatore invade e bombarda un altro Paese, non basta scendere in piazza con la sola bandiera della pace ma dobbiamo scendere in piazza anche con la bandiera della libertà. E la bandiera della libertà oggi ha i colori dell'Ucraina.

Perché credere nella libertà oggi vuol dire condannare, innanzitutto, la Russia di Putin che ha invaso l'Ucraina, ben consapevoli di sapere e di volere distinguere tra chi è l'aggressore e chi è l'aggredito. Altrimenti, il rischio che corriamo è quello di non vedere in faccia la realtà, intendendo l’idea di pace e libertà come una conseguenza che ignora le scelte dell’uomo. Noi siamo contro la dittatura e contro l’autocrazia; siamo con le democrazie liberali, con l’Alleanza Atlantica, con l’Unione Europea.

Noi diciamo al popolo ucraino, alla comunità ucraina in Italia, al Presidente Zelensky che siamo con loro, dalla loro parte, e che condanniamo l’invasione del loro Paese. E diciamo anche che stiamo con quei cittadini russi che manifestano contro l’attacco militare di Putin, che viola i trattati internazionale e i più fondamentali valori europei, nei confronti di uno Stato libero e sovrano. Ma bisogna anche dire che l’Occidente qualche debolezza l’ha avuta. Quando in Russia ogni forma di dissenso veniva repressa o quando gli oppositori politici venivano arrestati o quando Navalny veniva avvelenato abbiamo fatto finta di non vedere. E l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa è anche conseguenza di questa miopia.

Penso però tuttavia che, di fronte all’atto premeditato e ingiustificato da parte di Putin, la dura risposta dell’UE sia stata giusta e sta mostrando i suoi effetti. Certo, in un linguaggio di verità dobbiamo dire che questo comporterà dei costi e dei sacrifici anche per i cittadini europei a cui l’Unione Europea dovrà far fronte. Basti pensare al fatto che l’export italiano verso la Russia vale l’1,6% del complessivo e il peso del turismo russo in Italia è del 2,8% del totale: anche qui andranno previsti sostegni e ristori per chi subirà le maggiori perdite. Senza dimenticare che il vero problema sarà quello energetico. Perché dalla Russia prendiamo il 40% del gas e il gas vale il 40% della nostra produzione di energia elettrica. Ma l’attacco all’Ucraina è l’attacco all’occidente e ai suoi valori.

Il nemico di Putin non è la sola Ucraina colpevole di voler diventare membro dell’UE e forse, in futuro, membro dell’Alleanza Atlantica. Con l’invasione dell’Ucraina, Putin ha dimostrato che il suo vero nemico è la libertà e la democrazia. E dunque il nemico di Putin siamo NOI. La posta in gioco è questa e abbiamo il dovere di salvaguardare questi valori a qualsiasi costo. Come i diritti, anche libertà e democrazia devono essere la nostra stella polare. So bene che anche in questa sala consiliare ci sono diverse sensibilità. E dico che le rispetto tutte. Senza pregiudizio alcuno.

Ma sento anche il dovere di dire quella che è la posizione del nostro partito che, in primo luogo, dice no a qualsiasi ambiguità e diciamo che siamo fermamente convinti che, come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, in occasione dei 70anni della NATO, “l’Alleanza Atlantica è una pietra angolare della politica di sicurezza, nel coordinamento sempre più ampio con l’UE che intende sempre più contribuire alla stabilità e all’affermazione dei princìpi dello stato di diritto”. Nell’Aprile del 1949, durante la firma del Trattato Nord Atlantico, Harry Truman, 33° Presidente degli Stati Uniti d’America disse “Se c'è qualcosa di certo oggi, se c'è qualcosa di ineluttabile in futuro, è la voglia di libertà e pace dei popoli del mondo.” I risultati della Nato sono evidenti, primo tra tutti gli oltre 70 anni di pace nel nostro continente. La Nato non impone di star dalla sua parte, la Russia sì. Nella prima ci si entra su richiesta, non si “espande verso est” per inglobare Paesi a scapito della Russia. La Nato non “provoca”.

La Russia invade. Se uno può arrivare a comprendere le preoccupazioni e l’ansia da accerchiamento russi, non può e non deve giustificare, sulla base di essi, un’invasione che si spinge ben oltre la semplice dissuasione, per l’Ucraina, a entrare nella Nato. Un’ultima considerazione, Presidente. La vita di migliaia di persone è cambiata da un giorno all’altro, senza poter fare niente per impedirlo. In questo momento, oltre a sostenere gli sforzi messi in campo dall’Ue e dalla NATO, bisogna fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per garantire una via di fuga sicura a chi per adesso sta resistendo sotto gli attacchi russi.

La Toscana è una terra di accoglienza, di cultura, di ospitalità, ed è per questo che insieme alle politiche di accoglienza che l’Europa e l’Italia dovranno attuare, invitiamo la nostra Regione e le istituzioni universitarie, in particolare l’Università di Pisa, a fare propria la richiesta della Prorettrice dell’Università Nazionale di Kiev Olena Motuzenko di attivare un corridoio umanitario accademico che riesca a mettere in salvo gli studenti e le studentesse ucraine, affinché possano continuare gli studi, in nome dei valori europei per cui l’Ucraina sta combattendo da anni. Un modello di accoglienza che è già una realtà in altri contesti. Non un semplice modo per garantire loro una laurea, bensì un modo per ridare loro la possibilità che gli è stata tolta, ossia di decidere del loro futuro, attraverso supporto non solo accademico, ma anche economico e psicologico.

Lo ha ricordato questa mattina il Presidente del Consiglio Mario Draghi e sento il dovere di ribadire, in questa Sala, quanto disse De Gasperi “Il cuore del popolo italiano, è pronto ad associare la propria opera a quella di altri Paesi, per costruire un mondo più giusto e più umano” La lotta dell’Ucraina, è la lotta dell’Europa. E’ la lotta di tutti noi.



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