Squarcini sulla sicurezza idraulica: "La misura è colma a Montopoli"

A proposito della risposta che la consulta di frazione di Casteldelbosco si attendeva dopo aver chiesto per anni la regimazione delle acque nella pianura che costeggia via arno nord, rendiamo noto che abbiamo richiesto un accesso agli atti.

Lo abbiamo richiesto dopo aver letto il volantino che rendeva partecipe tutta la cittadinanza di come, la consulta, dopo aver eseguito il proprio lavoro, attendesse una risposta mai arrivata.

Siamo andati a vedere esattamente di cosa si trattasse dopo aver letto, sulla stampa, la risposta dell’amministrazione comunale che afferma di aver parlato della questione anche negli ultimi consigli comunali. Ora, è nostro dovere ed è bene chiarire, seppur ampiamente verificabile ascoltando le registrazioni, che mai si è parlato delle condizioni idrauliche di un fosso tombato in passato il cui ripristino che sarebbe stato necessario per garantire la sicurezza della parte bassa del paese.

Negli ultimi consigli, come in quelli degli anni precedenti, si è parlato invece e semmai della costruzione di un’opera idraulica a difesa della frazione (cioè del famoso e tanto richiesto argine all’Arno) che è cosa ben diversa dal ripristino della sicurezza causato probabilmente da una incauta urbanizzazione su un’area ad alto rischio idraulico. Sconvolge la sensazione che si ha, sempre più frequentemente, del pressapochismo che pare il maldestro tentativo di mescolare le carte.

Per chi non conosce quella zona, come noi del resto, prima della verifica, il fosso che raccoglie gran parte dell’acqua della parte bassa frazione, si trova nel piano accanto al campo sportivo e si continua verso l’Arno da sempre. Un tratto di quel fosso però, negli anni passati, ci dicono, è stato “tombato” (cioè chiuso in grande tubo di cemento) quando in quella zona sono stati costruiti alcuni immobili.

E’ proprio quel tratto, riportano le testimonianze del paese, che farebbe da imbuto ogniqualvolta le piogge aumentano un po’ la loro intensità e costringono famiglie a rimboccarsi le maniche, e togliersi l’acqua da casa. Un fenomeno, riferiscono, che è divenuto sempre più pressante negli ultimi anni. Nel 2020 leggermente migliorato perché gli uffici, dopo molti anni di incuria, avevano provveduto a ripulire il primo tratto, cioè quello a cielo aperto, ma che non hanno potuto evidentemente completare per la tombatura del secondo tratto a valle. Si tratta allora, è ovvio, di un intervento diverso dall’argine.

Ma, volendo parlare dell’Argine, anche per questo, se pur è vero il fatto che lo ritroviamo nella programmazione politica, è anche vero che lo ritroviamo con 0 euro per il 2022, 0 euro per 2023 e un milione e qualcosa per il 2024 con priorità 3 (cioè la minima esistente che va in coda agli altri interventi).

E’ vero poi che lo stesso intervento riverbera da anni nella programmazione più o meno con le stesse modalità. Nulla il primo anno, nulla il secondo, priorità minima il terzo. Poi ricomincia da capo. Insomma, come sempre più spesso ultimamente, barattare nella nebbia un intervento con un altro e farlo ormai da minimo 10 anni, ci suona come le unghie sugli specchi.

E poi, sappiamo che l’argine dipende, come è giusto che sia, non solo dal Comune ma anche da altri enti come l’autorità di bacino, ferrovie ma non certo il ripristino del fosso sul reticolo minore.

È strano affermare che numerose siano state le discussioni in consiglio senza che ve ne sia una traccia a verbale, ed è strano affermare che a fronte di numerose discussioni, si dice, non vi sia una traccia nei provvedimenti dirigenziali. Si ha quasi l’impressione che a qualcuno la colpa vada data e non ci stupiremmo se in futuro qualche provvedimento venisse preso sulle “teste” per non far emergere i problemi reali. E se le affermazioni del sindaco e dell’assessore perché aspettare 3 mesi per darne riscontro all’organo di partecipazione, la consulta? Perché essere non curanti e sprezzanti delle esigenze della propria gente?

Per dovere di onestà nei confronti della cittadinanza, cercheremo di capire, anche se ricordiamo a tutti che stiamo lavorando con enorme difficoltà e che abbiamo in sospeso alcune altre interrogazioni come quella del magazzino comunale di via Masoria, per il quale secondo noi qualcosa non torna, che non riusciamo a presentare perché non ci vengono forniti documenti necessari e dovuti per legge. Un fatto grave che abbiamo fatto presente non più tardi di ieri parlandone al Prefetto.

Silvia Squarcini, consigliere comunale


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